Non dev’essere facile per Thanasi Kokkinakis. Il suo coetaneo e amico Nick Kyrgios sarà pure incostante e forse inadatto a stazionare stabilmente ad alti livelli, ma fa sempre parlare di sé: per una settimana di gloria, per un comportamento bizzarro, per un gesto di cuore. De Minaur ha 21 anni e appena cinque posizioni in più in classifica. Mentre Thanasi è ancora un punto interrogativo. Fermo ai box da fine 2015 a maggio 2017, se si esclude la comparsata ai giochi di Rio – sconfitto al primo turno da Gastao Elias – è stato costretto a perdere altri mesi di una carriera già molto travagliata. Prima un problema alla spalla con annessa operazione chirurgica, quindi un nuovo infortunio agli addominali. Il rientro di inizio 2017 a Brisbane aveva lasciato ben sperare: in coppia con Thompson si era aggiudicato il torneo di doppio, salvo alzare nuovamente bandiera bianca e rimandare ancora il “vero” rientro in campo all’ATP 250 di Lione per ottenere la prima vittoria a ‘s-Hertogenbosch.
E pensare che proprio a Brisbane Thanasi aveva esordito nel circuito ATP. Stagione 2014, superando la trafila della qualificazione per poi infrangersi sull’esperienza di Leyton Hewitt. La prima vittoria arrivava subito dopo a Melbourne, in uno Slam, contro Igor Sijsling. In quella stagione avrebbe vinto un solo altro incontro tra i pro, a Shenzhen, nel normale percorso di crescita di un ragazzo appena diventato maggiorenne. I primi tre incontri di fila li vince nel 2015 a Indian Wells, fermandosi solo agli ottavi contro Tomic – ancora un connazionale – e sfiorando l’ingresso in top 100. Che arriverà prontamente un paio di mesi dopo assieme alla rivincita su Bernard, sconfitto sulla terra del Roland Garros. Poi i fisiologici alti e bassi di chi deve costruirsi la propria esperienza fino al lungo stop per infortunio, all’indomani delle qualificazioni del torneo di Valencia.
Nel 2017 ‘Kokki’ ha giocato fino allo US Open, cogliendo anche una buona semifinale a Los Cabos e riavvicinandosi così alla top 200. Il 2018 è stato un anno di mezze illusioni: alla vittoria a Miami contro Sua Maestà Federer ha fatto da contraltare l’ennesimo episodio sfortunato della sua carriera, l’infortunio di Montecarlo a causa di un cuscinetto mal posizionato. In realtà l’australiano è tornato a giocare già al Roland Garros, ma senza combinare poi troppo nel circuito maggiore, e si è tenuto a galla grazie alla vittoria di due titoli challenger (Aptos e Las Vegas) che gli sono valsi il ritorno in top 200. Il 2019 lo ha visto raccogliere al massimo una finale nel circuito cadetto, e la sua posizione finale in classifica è persino peggiorata rispetto a dodici mesi prima (ha chiuso per un pelo in top 200). Nel breve scorcio di 2020 che si è disputato nessuna presenza, dopo la decisione di saltare l’Australian Open per precauzione.
Oggi Thanasi Kokkinakis occupa la posizione 237 del ranking ATP ed è un ragazzo di 24 anni per il quale il treno del grande tennis sembra ogni giorno più vicino a partire senza di lui. Il tempo a sua disposizione non si è esaurito ma il margine è sempre più stretto, e forse l’ascesa di de Minaur potrebbe togliergli la pressione di dover essere il salvatore della patria. Auguri Kokki, comunque vada.