Il rovescio a una mano slice
Per concludere l’analisi del rovescio inteso come colpo-base ci rimane da considerare chi utilizza la variante a una mano esclusivamente in backspin, soprattutto slice. Nel recente passato Roberta Vinci è stata forse la giocatrice che più si è identificata in questa esecuzione, visto che nel suo tennis non erano previste alternative (salvo casi rarissimi). Il ritiro di Vinci senza dubbio ha lasciato un vuoto. A proposito di ritiri, aggiungerei anche quello recentissimo di Magdalena Rybarikova che, pur utilizzando sia il rovescio bimane che quello a una mano, era proprio con con quest’ultima variante che risultava più efficace, soprattutto su erba.
E come Rybarikova, oggi sono parecchie le tenniste che utilizzano la doppia esecuzione: topspin bimane, backspin monomane. Ma credo vada fatta una distinzione fra le tante giocatrici che ricorrono allo slice solo nei momenti di difesa, e chi invece lo utilizza nel contesto di strategie più ampie. Le giocatrici che ho scelto come migliori fanno parte di questa seconda categoria, perché mettono in campo un ventaglio di soluzioni più esteso, che va oltre il semplice frangente difensivo.
A proposito di differenze, è necessario un secondo chiarimento. Mentre con il termine backspin intendiamo qualsiasi rovescio che produce un “giro” alla palla opposto al topspin, non è la stessa cosa parlare di slice e chop. Visto che slice e chop sono termini inglesi che rimandano all’atto di tagliare, si potrebbe immaginare la racchetta come un attrezzo da cucina: nello slice la racchetta si avvicina alla posizione della lama di coltello che sfiletta il pesce, quindi con una chiara componente orizzontale; nel chop l’uso della racchetta assomiglia a quella della mannaia che tronca una carne con l’osso, con un movimento dall’alto in basso, con una chiara componente verticale. Ma per la descrizione della parte tecnica rimando a questo articolo (la parte scritta da Luca Baldissera) con tutti i dettagli del caso.
Qui ragionerò soprattutto di slice, visto che i chop sono esecuzioni quasi sempre utilizzate nei frangenti di pura difesa (sia dalla parte del rovescio che del dritto). Se dovessi fare un nome di una giocatrice molto forte nei chop sceglierei forse Elise Mertens (sia di dritto che di rovescio). Ma anche Serena Williams è capace di ottime difese in chop.
Di solito a ricorrere di più allo slice sono le tenniste che amano la costruzione del punto articolata, mentre di rado lo slice appartiene alle grandi attaccanti, che puntano sullo scambio breve, con pochi colpi interlocutori. Anche se a volte accade: a questo proposito citerei Petra Kvitova, che nelle ultime stagioni ha cominciato a utilizzarlo con più frequenza, proprio come colpo di manovra.
Interessante il caso di Madison Keys, che propone un colpo slice abbastanza particolare, di eccezionale aggressività: mi riferisco a uno slice eseguito in avanzamento su parabole che rimbalzano piuttosto corte e non troppo veloci. Keys è capace di tagliare la palla caricandola di una tale combinazione di backspin e sidespin da renderla un vincente sicuro, visto che la palla schizza via in modo sostanzialmente ingestibile. Una soluzione che Madison usa pochissimo: a mio avviso potrebbe provarla più spesso. Sono sicuro che chi segue abitualmente Keys ha in mente questo colpo; ho fatto una ricerca su Youtube ma sono riuscito a trovarlo solo in una versione edulcorata, che non rende in pieno l’idea:
Altro aspetto da sottolineare: chi utilizza con abilità e frequenza lo slice si ritrova con un vantaggio ulteriore, dato che la stessa preparazione monomane si effettua prima della esecuzione delle smorzate (che saranno l’argomento del sesto articolo). In pratica mascherando il gesto sino all’ultimo, si dispone di uno strumento tattico in più per mettere in difficoltà l’avversaria, che non può capire in anticipo se dovrà controbattere a uno slice lungo o a un drop-shot.
Arriviamo alla classifica. A conti fatti, nella scelta ho tenuto conto di diversi fattori. Innanzitutto la capacità di utilizzare il colpo in contesti di gioco diversi, non solo difensivi. Poi, naturalmente, l’efficacia esecutiva. Infine la ricchezza di varianti possedute, e la sicurezza con cui sono utilizzate: traiettorie incrociate o lungolinea, ma anche traiettorie con profondità differenti a seconda delle esigenze. La scelta finale riguarda otto giocatrici.
a pagina 3: Le migliori giocatrici nel rovescio slice