8. Daria Kasatkina
Il 2019 non è stato un buon anno per Daria Kasatkina (13 vittorie e 21 sconfitte); lo scarso rendimento le è costato prima l’uscita dalla Top 10 e poi la perdita delle posizioni da testa di serie Slam. Il 2020 sembrava iniziato meglio, ma si è giocato troppo poco per capire come sarebbero andate le cose per lei. Anche in un periodo non favorevole, di Kasatkina è rimasta però l’attitudine allo scambio articolato, ricco di soluzioni alternative; incluso lo slice di rovescio.
Fra tutte le esecuzioni di rovescio, sicuramente Daria è più conosciuta per quella al salto (che sa concludere sia come topspin che come smorzata), ma lo slice è comunque importante nella costruzione dal suo tennis. Per questo ho pensato fosse giusto trovarle posto in questa classifica, anche se non oltre l’ottavo posto.
7. Tatjana Maria
La giocatrice tedesca offre un genere di tennis poco frequente nel panorama attuale: invece che sulla potenza ha i punti forti nelle palle lavorate in backspin e nelle variazioni sulla verticale. Se poi aggiungiamo che (come Monica Niculescu) anche il dritto è molto spesso un altro slice, abbiamo delineato il quadro di una giocatrice davvero anomala.
Personalmente considero il suo rovescio più efficace che elegante, ma resta il fatto che è un colpo fondamentale per l’equilibrio del tennis di Tatjana. Nel suo caso l’uso dello slice rende le parabole più difficili da attaccare e questo le permette di imbrigliare avversarie che altrimenti la sovrasterebbero con la potenza.
Per chi esegue lo slice con queste intenzioni, non è fondamentale solo la variazione sulle direzioni di tiro (tra incrociato e lungolinea), ma è altrettanto importante saper mutare la profondità della parabola: alternando cioè palle estremamente profonde (che atterrano fra i piedi dell’avversaria) a palle più corte che rimbalzano basse e non troppo lontane dalla rete, lasciando poco spazio per essere “tirate su” e aggredite.
6. Laura Siegemund
Altra giocatrice tedesca (come Tatjana Maria) che però utilizza il rovescio slice con obiettivi differenti rispetto a Maria. Per Siegemund il primo rovescio è quello bimane in topspin, mentre lo slice rappresenta la soluzione a sorpresa che introduce un imprevisto nello scambio.
Del resto la migliore Siegemund è quella che propone sistematici cambiamenti di tempo nello scambio, attraverso accelerazioni e rallentamenti improvvisi; e il suo slice è funzionale a questa strategia. Con questa impostazione Laura è arrivata due volte in finale a Stoccarda (2016, 2017), vincendo al secondo tentativo il torneo.
La terra battuta è la superficie più adatta a un tennis così cerebrale, e lo slice si presta perfettamente a questo contesto; in più, come detto, Siegemund è una di quelle giocatrici che conta molto sul possibile fraintendimento della preparazione tra slice e drop-shot; e questo aggiunge un ulteriore elemento di pericolosità ai suoi schemi.
5. Kiki Bertens
Prima di affermarsi come giocatrice capace di fare risultato su qualsiasi superficie, Bertens è stata una specialista della terra rossa, e il primo risultato davvero importante è stata la semifinale al Roland Garros 2016. Da giovane il rovescio bimane era un colpo meno affidabile di quanto non sia oggi, e dunque nella economia del suo gioco lo slice era particolarmente importante, oltre che usato più spesso.
Prima ancora che per l’efficacia, quello che mi ha sempre sorpreso dello slice di Bertens è l’eleganza del gesto. Una qualità che spicca particolarmente perché nel resto delle esecuzioni al rimbalzo non ritengo Kiki una delle giocatrici più “belle” da vedere. Eppure il suo slice eseguito sulla terra al termine di una in scivolata orizzontale è, a mio avviso, una delle più eleganti esecuzioni che possa offrire il circuito oggi: un esempio raro di compostezza e controllo del corpo.
Guardate per esempio in questo scambio quanto è più bello il rovescio slice rispetto al successivo topspin. E considerando le caratteristiche della sua avversaria (Simona Halep), anche più difficilmente attaccabile:
a pagina 4: Le giocatrici dalla posizione 4 alla 1