“Fermi tutti” non è solo la triste constatazione sull’assenza di tennis giocato, dal circolo di periferia agli eventi internazionali di vertice, ma una nuova raccomandazione – se non qualcosa di più – della Tennis Integrity Unit. L’organo che si occupa di contrastare la corruzione nel nostro sport non si adagia sugli allori dopo la brillante soluzione del caso Pravettoni (Anthony, non Carcarlo). Preso atto che, fino alla sospensione dei circuiti professionistici, c’è stato un incremento di campanelli d’allarme rispetto al primo trimestre del 2019 (38 contro 21), ha subito deciso di organizzare una campagna di educazione e sensibilizzazione chiamata “Return to Tennis”. Con la stessa nota, ci informa che è stato scelto il nome della nuova agenzia che rimpiazzerà l’attuale TIU: si chiamerà International Tennis Integrity Agency (ITIA). E che il piano di integrazione del Programma Anti-Doping (TADP) a partire da gennaio 2021 continua ma senza fretta (a onor del vero, l’originale “delayed timeline” suona decisamente più professionale). Non è tutto, però.
Un altro comunicato stampa ci avverte… anzi, avverte i tennisti (e le tenniste) rivolgendosi direttamente a loro con un perentorio YOU. Qual è il problema? In un certo senso è la dimensione internazionale dei circuiti pro, caratterizzata da tennisti e staff provenienti da ogni parte del mondo che si muovono (o che vorrebbero farlo) da un continente all’altro: non l’ideale, di questi tempi, per una prossima ripresa dell’attività. Qualcuno ha allora iniziato a riflettere su come muoversi nel caso – invero decisamente probabile – che un Paese (il proprio) arresti la diffusione del Covid-19, liberandosi dal morbo quando ancora i tornei ATP e WTA sono sospesi. John Millman propone un evento a squadre in Australia, in Italia è stata apprezzata l’idea di un circuito nazionale avanzata da MEF Tennis Events.
La TIU non solo si dice consapevole che localmente saranno organizzati tali eventi (non dimenticando nemmeno gli eSport), ma li accoglie favorevolmente in quanto opportunità di giocare. Tuttavia, non manca di avvertire dell’elevato rischio di corruzione in alcune di queste manifestazioni. Insomma, il distanziamento sociale non impedirà che qualcuno si avvicini ai giocatori offrendo denaro in cambio di un’informazione riservata o di un punto, un game o un match perso apposta. “Dal momento che questi eventi possono non essere organizzati o riconosciuti dagli organi di governo [del tennis] o dalle associazioni nazionali, è molto importante che tu capisca di essere comunque soggetto al regolamento anti-corruzione” si legge nel comunicato. Segue un breve promemoria: “Non puoi scommettere su alcun evento di tennis. Non puoi agevolare o incoraggiare altri a scommettere. Non puoi essere assunto né in alcun altro ingaggiato da una società di scommesse”.
Insieme all’esortazione a contattare la TIU per ogni dubbio o preoccupazione, chiude con un altro memo: “Ricorda, se ricevi una proposta disonesta in qualsiasi momento, è tua responsabilità riportarla direttamente alla TIU il più presto possibile”.