Tra le tante domande su come si svilupperà la “fase 2” dell’emergenza coronavirus, ci sono anche quelle su quali saranno le modalità di ripresa delle attività sportive – e quindi anche del tennis – a tutti i livelli, da quello amatoriale fino a quello professionistico. Un primo esempio arriva dalla vicina Slovenia, dove giovedì scorso il governo di Lubiana ha approvato un decreto, che sarà in vigore da lunedì 20 aprile e modifica le precedenti disposizioni di legge anti-contagio da coronavirus nell’ottica di un graduale allentamento delle misure restrittive.
Tra le modifiche approvate c’è anche l’autorizzazione a svolgere attività sportivo-ricreative all’aperto, ovviamente nel rispetto delle distanze di sicurezza previste (in Slovenia la distanza tra le persone deve essere di almeno un metro e mezzo).
Da domani, pertanto, i club di tennis della vicina repubblica potranno riaprire i loro campi all’aperto. Con tutta una serie di indicazioni da seguire, comunicate sabato dalla Federtennis slovena in accordo con il governo ed il Comitato Olimpico nazionale, al fine di ridurre i rischi di contagio. Tra queste:
- spogliatoi e spazi comuni devono rimanere chiusi (i servizi igenici possono essere utilizzati sono se ne è assicurata la sanificazione)
- i giocatori possono portare con sé solo racchette e palline
- si può giocare solo in singolo, facendo attenzione a mantenere sempre la distanza di sicurezza
- prima di entrare in campo i giocatori devono disinfettarsi le mani e sui campi in terra anche prima di passare lo straccio una volta finito di giocare
- ad eccezione del citato straccio per i campi in terra, l’attrezzatura per la manutenzione dei campi può essere utilizzata solo dagli addetti, non dai giocatori
- al termine dell’attività, le palline vanno rimesse nel loro contenitore e per evitare rischi di contagio non devono venir toccate per 72 ore
- l’attività tennistica è permessa esclusivamente a scopo ricreativo, non è consentito organizzare sessioni di allenamento per gli agonisti o tornei.
Salta evidentemente all’occhio il divieto di allenamento per i giocatori agonisti, sicuramente in linea con la finalità delle disposizioni del decreto governativo di consentire alla popolazione di tornare a svolgere attività sportiva all’aperto a fini ricreativi. Ipotizziamo però, tanto per fare un esempio, che qualora Polona Hercog (n. 45 WTA) o Tamara Zidansek (n. 72 WTA) dovessero trovarsi per un’oretta di scambi “in tranquillità”, nessuno dirà loro qualcosa. Perché probabilmente anche i “pro” in questa fase avranno per prima cosa la voglia di rimettere piede sul campo da gioco per il semplice gusto di farlo. Perché, in fin dei conti, per loro il tennis – fatta eccezione per alcuni rarissimi e noti casi – è passione ancora prima che professione.
La strada intrapresa dalla Slovenia (dal primo maggio dovrebbe accodarsi anche l’Austria) verrà probabilmente seguita anche dagli altri paesi, una strada fatta di graduali passaggi verso il ritorno a quella che fino a due mesi fa era la nostra normalità, anche su un campo da tennis. Non sarà breve, ma il fatto che qualcuno abbia già iniziato a percorrerla è un bel segnale. Per tutti.