La maggior parte dei tennisti con figli hanno affermato che disputare un torneo dopo esser diventato padre ha tutto un’altro sapore, perché si ha (ancora più di prima) la sensazione di non giocare solamente per se stessi, ma per qualcosa di più grande e più importante. Anche Andreas Seppi potrà sperimentare questa sensazione quando il coronavirus allenterà la sua morsa, poiché il 20 febbraio sua moglie Michela Bernardi ha dato alla luce la primogenita. In una lunga intervista rilasciata al sito ufficiale dell’ATP il tennista altoatesino ha tirato le somme di questi due mesi di vita familiare ‘obbligata’ dalle circostanze esterne. Il dolce isolamento di Andreas si è svolto nel migliore dei modi in Colorado, a Boulder, nella tenuta acquistata nel dicembre 2017.
Tutte le attenzioni sono state ovviamente rivolte alla piccola Lev, ed è inevitabile che grazie alla possibilità di un contatto così costante sia possibile accorgersi di ogni piccolo segno di crescita. “È un’esperienza davvero nuova e molto interessante. Alla fine è bello stare tutto il tempo con mia moglie e la bambina per vedere com’è cresciuta. Ora sta iniziando a ridere ed è un po’ più interessata alle cose, quindi è molto bello. Le prime settimane non puoi fare molto perché ha bisogno di dormire, di mangiare e poco altro; non c’è molto da fare come padre, direi. Ora le parli e lei ti guarda, quindi senti che si sta interessando di più a quello che accade intorno a lei. È abbastanza tranquilla, non piange molto e ora dorme anche sei, sette ore di fila, il che rende abbastanza facile la notte. Da quel lato, siamo stati piuttosto fortunati”.
Certo, il momento in cui Andreas potrà reclutarla sul campo da tennis per testare le sue abilità motorie è ancora lontano. “Ha solo due mesi, quindi non puoi certo portarla a fare un giro in bicicletta o sciare!”. Ma se alla piccola la condizione di isolamento non produce grossi sconvolgimenti – “alla fine, per lei non fa molta differenza” – per Seppi e sua moglie i piani sono cambiati eccome: “Ora saremmo dovuti essere in Europa, e saremmo andati un po’ a spasso.” Restare in Colorado, però, alla fine si è rivelata la scelta migliore. “Siamo in un posto perfetto, lo adoriamo. È quasi meglio stare qui che in Italia perché almeno possiamo uscire e fare un’escursione nella nostra proprietà. Abbiamo un sacco di spazio all’aperto (oltre 24 acri di terreno, ndr). In Italia non puoi davvero fare nulla. Devi stare in casa. Se non hai un giardino o qualcosa del genere rimani sempre bloccato nell’appartamento. Non abbiamo vicini in giro, siamo piuttosto isolati, quindi penso che in questo tipo di situazione si sia rivelata una scelta molto buona”.
TENERSI IN ALLENAMENTO – Per uno sportivo professionista questo periodo di stop non deve essere una scusa per battere la fiacca, ma un tennista della sua esperienza – Andreas è professionista da 18 anni – conosce il proprio corpo e sa come prendersene cura. “Posso allenarmi a casa, a volte vado a correre. Inoltre, non puoi allenarti come un matto come in off-season perché non sai quanto durerà questa pausa. Non puoi esercitarti al massimo per mesi specialmente alla mia età. Se avessi 20 anni, sarebbe diverso”. Qui scatta immediato il paragone con Jannik Sinner, anche lui altoatesino ma nato ben 17 anni dopo Seppi. “Forse per lui, a 18 anni, allenarsi duramente per tre mesi può andare bene. Ma io devo stare un po’ più attento al mio corpo. Certo, cerco di rimanere in forma e faccio alcuni esercizi, ma non come durante la pausa invernale, lo faccio per mantenere un certo livello di attività. Questa è la cosa più importante”.
Tra le inedite possibilità di esercizio offerte dall’isolamento, e dall’insolita coda invernale del Colorado, si è presentata quella di spalare la neve: “Ne abbiamo molta, negli ultimi due giorni ha nevicato senza sosta. Non vedevo tanta neve da un po’, ho sentito che Boulder è la città con più neve negli Stati Uniti quest’anno. Spalarla mi tiene sicuramente in forma, è un buon esercizio di forza!“. Sembra però che dopo averne spalata un po’ ad Andreas sia balenata in testa un’idea diversa, perché poche ore dopo è uscito di casa – rigorosamente a petto nudo – e ha sfidato i -12 gradi di Boulder tuffandosi nella neve con tanto di capriola. Chapeau, e vecchia challenge di Djokovic quasi accettata.
Certo non fa mai male tenere in allerta i muscoli, mentre più al riparo dalle conseguenze negative del lockdown dovrebbe essere la forza mentale, che ad Andreas ha raramente fatto difetto. “Il problema attuale è che nessuno sa quanto durerà e quando torneremo alle normali attività, questo credo sia la cosa più spaventosa” ha ammesso Seppi. Che però ha un’arma in più rispetto a qualche mese fa: il sorriso della piccola Lev.