Lo stop forzato non l’avrebbe desiderato nessuno. Non si può negare però che un reset, a chi non stava viaggiando esattamente a pieni giri, potrebbe anche far comodo. Marco Cecchinato ne ha approfittato per riportare indietro la sua carriera a un paio di punti di ripristino. Il più recente, è quello fissato prima di accorgersi dell’incapacità di mantenersi sui livelli stellari di due anni fa. Tra sfortuna, malesseri fisici e scelte sbagliate da lui stesso ammesse, il palermitano non è stato all’altezza delle aspettative generate nel 2018.
Ma non può essersi del tutto dimenticato come si fa. E adesso ha tutto il tempo per rifletterci, scivolato al gradino 133 del ranking dopo essere salito fino al numero 16. Il secondo restore point lo riporta invece all’inizio della sua avventura. Quando ha lasciato Palermo a 17 anni per raggiungere a Caldaro, in Alto Adige, coach Massimo Sartori. Il tecnico veneto, che adesso fa base a Vicenza, è tornato oggi a seguirlo. Arricchito dagli anni trascorsi a Bordighera nel team Piatti. L’operazione rinascita parte da queste coordinate e dal secondo cambio di guida in pochi mesi: a giugno 2019, infatti, Cecchinato si era separato da Simone Vagnozzi per legarsi a Uros Vico.
IL DISTACCO – Il palermitano ha raccontato così i suoi inizi a Behind the Raquet. “Quando avevo 17 anni mi sono ritrovato a un bivio. Dovevo decidere se continuare in Sicilia o spostarmi. Ho deciso di attraversare l’Italia e trasferirmi a Caldaro, dove ho avuto la possibilità di vivere e allenarmi con Massimo Sartori. I primi mesi sono stati molto difficili. Era freddo, piovoso e molto persone lì parlano in tedesco e sono abbastanza introverse. (…) A Caldaro ero solo in tutto. Questa esperienza è stata molto importante, Sartori ha creato il tennista che sono oggi e ho imparato tanto anche da Seppi. Non è solo un amico e un collega, è sempre stato un esempio per me, anche se siamo così diversi! Trovarmi in un ambiente completamente diverso da Palermo, mi ha fatto riflettere molto. Non mi sono mai sentito a casa, era come se appartenessi a un paese diverso. È stato uno shock. Nel tempo libero, quando mi ritrovavo da solo, iniziavo a piangere al telefono con mia mamma“. Un duro rito di passaggio, non del tutto inedito per chi tenta il grande salto.
TUTTO INTORNO A PEKI – Il Cecchinato 3.0 farà base anche su un nuovo equilibrio familiare. “Ho perso tante partite negli ultimi mesi – ha raccontato a La Gazzetta dello Sport – ma qualcosa di buono l’ho comunque fatto… A fine luglio diventeremo genitori. È in arrivo baby-Ceck, un maschietto. Una famiglia, sarà questa la vittoria più bella della mia vita”. Per Gaia, la sua compagna, la gioia della maternità verrà assaporata per la terza volta. Nella confessione a BTR, Cecchinato racconta il suo rapporto con i due figli che Peki – ama chiamarla così – ha avuto da una precedente relazione. “È interessante come l’inizio del nostro rapporto di coppia corrisponda al periodo in cui ho iniziato a vincere e salire nel ranking. Peki è un po’ più grande di me, ha un lavoro stabile e due bambini. Per restare al passo con lei sono dovuto crescere velocemente (…). Allora i suoi figli avevano due e quattro anni, oggi ne hanno cinque e sette. Vivevano in una città del nord Italia che oggi chiamo casa. E pensare a tutto il tempo che ho passato a lamentarmi del nord Italia…”. Gaia, figlia dell’ex rettore dell’Università di Brescia Sergio Pecorelli, si è laureata in medicina negli Stati Uniti ed è oggi specializzata in medicina dello sport.
GRANDE FAMIGLIA – Sin dai primi momenti, l’ottica – accettata di buon grado – è stata quella di dover condividere qualcosa di complesso. “Non appena ho realizzato che lei era quella giusta, ho dovuto accettare il fatto che non c’era solo lei, ma anche i bambini. E che non sarei mai stato la sua priorità numero uno. Avremmo iniziato questo viaggio come una famiglia, non come una coppia. Mentre cercavo di capire come gestire tutte queste emozioni, sapevamo soprattutto che quello che volevamo era stare insieme. Sono sempre stato testardo e a volte una testa calda, ma sono molto cambiato da quando c’è lei. Sono diventato un uomo di famiglia. Mi sento più forte, più maturo e coraggioso. Ho imparato anche tanto dai ragazzi e ho cercato di insegnare loro tutto quello che so, trattandoli come se fossero miei. Questa estate la famiglia si allargherà e sono più che eccitato. Questa famiglia ha fatto per me e il tennis più di quanto avrei mai immaginato, e sono sicuro che sarà ancora così“.