In esclusiva per il podcast di Eurosport’s Tennis Legends, il tennista statunitense Noah Rubin (numero 225 del mondo) discute le ‘sfide finanziarie’ che i giocatori con un ranking basso si trovano a dover sostenere in questo momento di fermo sportivo: ”Spero quasi che si tocchi il fondo. So che non dovrei dirlo, ma l’ATP ha l’incombenza di cambiare il tennis con quei ‘piccoli provvedimenti’ che non ha mai preso e oggi sono diventati un grave problema. Perciò spero che l’allarme rosso avverta del pericolo d’incendio e faccia loro pensare: ‘Hey, siamo nei guai! E altri sport lo sono quanto noi… Perciò troviamo delle soluzioni’. In momenti folli come questo, le società o si sbriciolano o migliorano evolvendosi, ma perché accada bisogna mettere insieme le grandi menti e nel mondo del tennis, credetemi, ce ne sono di incredibili! Ci sono enormi potenzialità non sfruttate: per questo sono molto preoccupato per il nostro futuro. Perché cambi qualcosa bisogna sempre prima correre grandi rischi, ma non è così che dovrebbero andare le cose”.
Noah Rubin, la cui celebre pagina Instagram Behind the Racquet spopola negli Stati Uniti, ha criticato spesso il presidente Trump per aver spinto il tennis sull’ultima ruota del carro del sistema sportivo americano: “Mi sento fortunato per aver ottenuto un paio di vittorie negli Slam, che fruttano dieci volte un Challenger o una partita vinta negli ATP 250, ma ci sono miei colleghi che, con questa classifica, attraversano gli Stati Uniti in autobus per giocare e senza prize money non hanno soldi per pagare il mutuo o l’affitto di casa”.
Secondo Rubin, il circuito ATP manca di ammortizzatori sociali, coperture assicurative o altre misure di sostegno che, in questo momento, avrebbero potuto compensare le enormi disparità di guadagno che da sempre diversificano il tennis professionistico: ”Se non ci sono fondi per i giocatori a partire dal numero 150 del ranking, vuol dire che c’è qualcosa di molto sbagliato nel sistema. Io ho trascorso gran parte della mia carriera dentro i primi 200, ma se parli con tennisti che navigano da anni intorno alla 250esima posizione, ti diranno che senza entrate da un paio di mesi non sanno più come mantenersi”.
Una frustrazione che traspare anche dalle parole di Ons Jabeur, che grazie ai quarti di finale dell’ultimo Australian Open ha sospeso la stagione al numero 39 della classifica WTA: «Mi ritengo molto fortunata – ammette la tennista tunisina al microfono di Eurosport’s Tennis Legends – perché senza i quattro match vinti a Melbourne oggi mi troverei in una brutta situazione. Non vedo l’ora di riprendere e mi sforzo di essere ottimista, ma da quando hanno cancellato Wimbledon i segnali sono tutti opposti. E se non si giocasse più quest’anno? Forse dovremmo ripartire con qualche torneo a squadre per permettere a più tennisti di guadagnare i soldi che permettono loro di mantenersi… E poi ricominciare la stagione ufficiale il prossimo anno a marzo: ripartire da Indian Wells, senza giocare l’Australian Open, facendo finta che questi brutti mesi non siano mai esistiti”.
Comunicato stampa Eurosport