Uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni nel mondo del tennis è la ricerca di una chiave per diffonderne in modo più capillare la passione, e perché no la pratica, tra i giovani. Coloro i quali hanno provato a sperimentare qualcosa di diverso – ATP in testa, con le Next Gen Finals – lo hanno fatto ponendo l’accento sulla difficoltà di fruizione del tennis a causa dei tempi molto dilatati; in particolare il formato tre su cinque sarebbe ‘troppo’ per le nuove generazioni. La lunghezza delle partite è una questione che è lecito porsi, perché non è difficile immaginare che allo spettatore ‘neutrale’, al non appassionato, una partita di cinque ore possa apparire poco digeribile.
D’altro canto, proprio nel gruppo delle partite più lunghe, si annidano anche quelle più epiche, le partite che rendono il tennis così speciale. Nella maggior parte degli sport i tempi sono definiti, dal cronometro o dal numero di manche, mentre nel tennis ogni singolo quindici è potenzialmente infinito. A incasellare il tennis in una dimensione temporale finita intervengono l’errore e/o l’abilità del singolo, in una danza di colpi che conduce alla stretta di mano finale.
L’appassionato può ricreare questa danza sul campo, in modo amatoriale, ma esiste anche possibilità di riprodurla con i videgiochi. L’argomento è tornato d’attualità quando il Mutua Madrid Open, uno dei vari tornei cancellati dall’epidemia di coronavirus, ha deciso di organizzare un torneo virtuale in cui 16 tennisti – tra questi anche Murray e Nadal – e 16 tenniste si sfideranno da casa imbracciando un joypad, dal 27 al 30 aprile.
Il problema del tennis è che sembra essere rimasto uno dei pochi sport di massa a non avere un videogioco di riferimento. Calcio e basket hanno addirittura due serie di riferimento, con mercati piuttosto importanti: FIFA e PES per il calcio, NBA 2K ed NBA Live per il basket. Anche sport tipicamente statunitensi come il football americano e l’hockey possono fregiarsi di ‘saghe’ dedicate quali Madden e NHL Live, lo stesso vale per automobilismo e motociclismo.
Insomma, sembra poco saggio ignorare quella fetta di mercato – non trascurabile – rappresentata proprio dallo stesso pubblico giovane che viene disperatamente inseguito dai vertici del tennis. Purtroppo, nel mercato videoludico attuale non sono presenti dei franchise dedicati al tennis. L’unico prodotto ufficiale è AO Tennis 2, brandizzato per l’appunto dagli Australian Open. Un gioco godibile, acquistabile per 46 euro su tutte le piattaforme di gioco, ma che non ha avuto un grande riscontro di vendite nonostante un discreto successo tra il pubblico degli appassionati. Un successo comunque non sufficiente ad attrarre quella massa di videogiocatori casuali che magari non seguono assiduamente il tennis, ma potrebbero cominciare a farlo entrando dalla ‘porta di servizio’ costituita dal videogame.
L’unico tentativo di creare un gioco di massa è stato Tennis World Tour, peraltro proprio il videogioco che verrà utilizzato per il Mutua Madrid Open Virtual Pro; ci torneremo più avanti, ma vi anticipiamo che è considerato uno dei titoli sportivi meno riusciti degli ultimi anni. In sostanza né l’ATP né la WTA hanno mai ufficialmente licenziato un gioco, e nemmeno mai provato a farlo. Oltre alla difficoltà che questo genera nei produttori di giochi, spesso costretti ad affidare agli utenti stessi la creazione di giocatori e stadi reali, rappresenta una pessima scelta di marketing. Ogni gioco sul mercato ha un roster di giocatori reali limitato, con ovvi effetti sulla promozione del prodotto.
I giochi di tennis negli anni sono diventati dei giochi di nicchia, apprezzati solamente da quella nicchia di appassionati di videogiochi che al contempo segue assiduamente il tennis. Passiamo adesso in rassegna i principali giochi di tennis pubblicati degli ultimi anni, analizzandone pregi e difetti.
1) Top Spin
È considerato dalla critica e dagli appassionati del genere come la migliore serie di giochi di tennis mai fatta. Non stupisce che sia stato prodotto da una grande casa di produzione come 2K, autrice anche dei giochi di NBA. Il gioco più conosciuto di questa serie è Top Spin 4, pubblicato nel 2011 per Wii, PS3 e Xbox360 ed è ad oggi il gioco di tennis più venduto nella storia, con la bellezza di 700.000 copie vendute.
Il gameplay e la sensazione di realismo sono considerati tra i migliori di tutti i giochi di tennis assieme a quello di Tennis Elbow, che tratteremo più avanti. A livello grafico Top Spin 4 si colloca nella media dei giochi per PS3, anche se è drammaticamente simile al livello raggiunto dai giochi di tennis della generazione successiva. Anche qui il roster di giocatori è limitato a una ventina tra uomini e donne, ma resta possibile creare nuovi giocatori tramite l’editor.
TS4 soffriva dei soliti difetti dei giochi di tennis, ovvero la carenza di realismo nella CPU, che sostanzialmente allunga oltremodo ogni scambi rendendo troppo rari gli errori. Il gioco ha vissuto una seconda giovinezza negli ultimi anni, grazie alla penuria di titoli rilasciati di recente. Dopo Top Spin 4 2K ha cessato l’esistenza del franchise, privando il mondo del tennis videoludico del suo principale titolo di riferimento. E probabilmente dell’unico prodotto, ad oggi, con le potenzialità di una diffusione ‘di massa’.
2) Tennis Elbow
Tennis Elbow ha una lunga storia dietro, che parte dal 1996, quando la casa di videogiochi indipendente francese Mana Games rilasciò il suo primo gioco. Lo sviluppo non si è mai arrestato, e l’ultima versione di Tennis Elbow è del 2013. Il gioco è apprezzato per il suo incredibile realismo, che rende ogni scambio vicinissimo a quelli giocati nella realtà. La CPU del videogioco è la migliore tra tutti i giochi di tennis sul mercato, ed è l’unica in grado di dare vita a errori non forzati davvero realistici.
Il gioco pecca un po’ a livello grafico e a livello di modalità, ed essendo privo di licenze non dà la possibilità di giocare con tennisti reali. Ovviamente l’editor interno al gioco consente di personalizzare, ma non è la stessa cosa: poter controllare un Nadal ‘fatto e finito’ conferirebbe al gioco un altro spessore. Tennis Elbow resta comunque la prima scelta per chi vuole un gioco di tennis il più realistico possibile. È in programma per l’inizio del 2021 l’uscita di un nuovo capitolo, Tennis Elbow 4, di cui sono disponibili delle beta molto promettenti. Il gioco al momento è disponibile solamente su PC, ma sembra che TE4 sarà disponibile anche su consolle.
3) Virtua Tennis
La serie videoludica di Virtua Tennis ha origini lontane, che partono dai cabinati di fronte ai quali tantissimi ragazzi – in questo caso appassionati e non – hanno trascorso ore nelle sale giochi sparse per il mondo. SEGA decise quindi di far passare Virtua Tennis sulle console Dreamcast, per arrivare fino alla generazione Wii/PS3/360 dove è uscita l’ultima iterazione della serie Virtua Tennis, Virtua Tennis 4. Il franchise di Virtua Tennis è sempre stato caratterizzato da una componente arcade, tipica del cabinato da sala giochi per cui è nato in origine il gioco. Virtua Tennis ad oggi è stato dismesso dalla SEGA dopo le vendite deludenti di VT4, e non è in programma un suo ritorno tra le scene. Il capostipite della serie resta però un habitué di tutte le sale giochi italiane, e ancora uno dei preferiti degli appassionati per una partita rapida e divertente.
4) AO Tennis
Come si evince dal nome è la serie di videogiochi tennistici licenziata dagli Australian Open. Il primo gioco della serie, AO Tennis, ha visto luce nel 2018, ricevendo critiche contrastanti. Pur essendo migliore della sua controparte sul mercato, Tennis World Tour, AO Tennis restava un gioco incompleto sia a livello grafico che di gameplay. La casa produttrice australiana Big Ant Studios ha accettato la sfida e si è ripresentata quest’anno con AO Tennis 2. Un buon punto di partenza per una serie che si spera sia di lungo corso, ma che ha comunque delle criticità. Il comparto grafico non è all’altezza dei progressi fatti su consolle e il gameplay è discreto ma molto ripetitivo, causa anche questo di scambi interminabili con la CPU. Sono invece ottime le modalità, soprattutto ‘Carriera’ che conferisce una buona longevità al titolo.
5) Tennis World Tour
Tennis World Tour è considerato uno dei peggiori videogiochi di sport della storia, questa è – purtroppo – la doverosa premessa per esplorare questo titolo, che pure è stato scelto dagli organizzatori del torneo virtuale di Madrid. Uscito nel 2018, Tennis World Tour è stato il primo gioco di tennis per la nuova generazione di console, sviluppato dalla casa francese BigBen Interactive e con il patrocinio del Roland Garros.
Proprio la vicinanza con il Roland Garros impose l’uscita del videogioco nel periodo dello Slam parigino, distruggendo i piani di lavorazione… e il gioco stesso. Infatti TWT è un titolo completo solamente per il 20%, a causa della pressione di farlo uscire in concomitanza con il Roland Garros. Il gioco si presentava quasi ingiocabile il giorno dell’uscita, pieno di errori del motore grafico e di modalità che non funzionavano. Il comparto online del gioco era stato pubblicizzato ma in realtà non c’era, ed è stato aggiunto successivamente tramite una patch. Tennis World Tour ricevette critiche feroci da critica e giocatori sin da subito, e nemmeno i successivi aggiornamenti hanno potuto sistemare una situazione ormai compromessa.
Senza un comparto videoludico affidabile va a scomparire l’effetto traino sul pubblico più giovane. Per fare un esempio, proprio chi sta scrivendo questo articolo si è appassionato al campionato NBA grazie a un videogioco, NBA 2K13. Il problema dell’assenza di un brand riconoscibile è più rilevante di quanto potrebbe suggerire il modo in cui (non) è stato trattato da ATP e WTA, e in futuro dovrà essere sicuramente affrontato. Del resto, i vertici del tennis non possono trascurare ancora per molto il volume d’affari crescente degli e-sports, ovvero le competizioni ufficiali tra videogiocatori: nel 2019 questo mercato ha superato il miliardo di dollari (+27% rispetto al 2018), e oltre l’80% di questa cifra è stata messa sul mercato dai media e dalle aziende che hanno sponsorizzato le competizioni.