Le puntate precedenti:
1. I migliori colpi in WTA: il servizio
2. I migliori colpi in WTA: la risposta
3. I migliori colpi in WTA: il dritto
4. I migliori colpi in WTA: il rovescio a due mani
5. I migliori colpi in WTA: i rovesci a una mano
6. I migliori colpi in WTA: la smorzata
Per la serie dedicata ai migliori colpi in WTA, ecco il settimo articolo, che si occupa del pallonetto. Ricordo che la classifica è riservata alle tenniste in attività, comprese fra le prime 100 del ranking. Per una spiegazione completa sui criteri utilizzati per definire le graduatorie rimando alla prima parte dell’articolo dedicato al dritto, che illustra nel dettaglio la questione.
Il pallonetto
Per parlare del colpo di questa settimana, il pallonetto, ho bisogno di prendere le cose un po’ alla larga, ripercorrendo la genesi degli articoli sui singoli colpi in WTA. Tutto inizia a causa del Coronavirus. Ho deciso di sviluppare la serie di articoli appena si è capito che di nuove partite per un po’ non si sarebbe potuto parlare, visto che erano stato annullato Indian Wells e anche gli impegni europei su terra battuta apparivano impraticabili.
Siccome, per molte ragioni, non mi sembrava giusto interrompere la rubrica, nel giro di qualche ora ho definito il tema da trattare e ho cominciato a scrivere del primo colpo, ovvio: il servizio. Dati i tempi stretti, non mi sono interrogato davvero su quali sarebbero stati gli sviluppi successivi, e nemmeno avevo elaborato un reale “piano dell’opera”. Quali colpi avrei trattato? Quanti articoli ne sarebbero venuti fuori? Di quante giocatrici avrei dovuto parlare? Tutto messo in secondo piano dal poco tempo disponibile.
Ora però che i colpi-base sono esauriti e che la serie comincia ad affrontare situazioni di gioco meno ovvie, emergono le difficoltà: anche solo definire il tema non è una scelta così semplice e oggettiva. Per esempio: ragionando di tennis contemporaneo, vale ancora la pena di parlare del pallonetto? Il lob era un colpo usatissimo quando a tennis si scendeva molto a rete, ma oggi i movimenti sulla verticale del campo si sono rarefatti, e di conseguenza anche certi colpi rischiano l’estinzione.
Al punto che oggi, il lob, quasi si usa di più come soluzione di estrema difesa durante lo scambio da fondo: l’avversaria mi ha messo in difficoltà, e allora alzo la palla per avere il tempo che occorre per recuperare una posizione di difesa ideale. Alzare la palla e farla atterrare profonda è di per sé sufficiente, perché tanto l’avversaria non è a rete, ma sta spingendo da fondo campo. Con una parabola alta si guadagna il tempo necessario per provare a resettare le cose.
Ma questo non è l’unico modo di intendere e di giocare il lob; nei tempi d’oro del tennis di volo, i veri “lobbers” erano giocatori che eseguivano i pallonetti caricandoli di topspin. Dalla racchetta usciva una parabola più aggressiva, che al momento del rimbalzo scappava via veloce, imprendibile per chi la inseguiva dopo aver fatto il dietrofront dalla zona di rete. Era il lob liftato. Oggi il vero lob liftato è diventato un colpo rarissimo. Un peccato, perché è di grande spettacolarità:
E quindi? Parlare o no del lob? Malgrado le controindicazioni, ho deciso comunque di affrontare il tema, consapevole però che la scelta delle giocatrici sarebbe stata difficile. Arrivato al momento di definire i nomi, ho elaborato la lista dopo molte titubanze. La presento in ordine alfabetico, così non tolgo la sorpresa di scoprire più avanti le gerarchie definitive. Ecco di chi si tratta: Barty, Hsieh, Kenin, Mertens, Mladenovic, Sabalenka, Sevastova, Siniakova, Vondrousova, Williams.
Non notate qualcosa di particolare? All’inizio non me ne sono reso conto, ma poi ho realizzato: la gran parte di queste giocatrici sono doppiste di ottimo livello. Ripeto l’elenco di nomi con accanto il loro attuale ranking di doppio: Barty oggi è 13ma, ma vanta sei finali Slam di specialità ed è stata top 5, Hsieh è l’attuale numero 1, Kenin è numero 32, Mertens è numero 6, Mladenovic 3, Sabalenka 5, Siniakova 9, Serena è stata a lungo numero 1. A conti fatti solo Sevastova e Vondrousova di recente non hanno giocato regolarmente il doppio, ma sono nate con una sensibilità di tocco superiore alla media.
Una tale prevalenza di doppiste non può essere un caso: chiusa l’era del serve&volley, è infatti nel tennis di coppia che il lob rimane un colpo fondamentale. Le doppiste sono abituate a usarlo, perché durante gli scambi capita di dover cercare la zona di campo sguarnita: quando entrambe le avversarie sono a rete, la parte di campo più ragionevole da esplorare è proprio quella alle loro spalle; e dato che il passante è più rischioso (visto che sono due le giocatrici a coprire la rete), il lob risulta la soluzione più logica.
In molti ricorderanno gli ottimi lob sia di Errani che di Vinci, coppia di eccezionale successo (Career Grand Slam), formata da due giocatrici che hanno saputo trasferire in singolare certe letture di gioco, trovandosi con più alternative a disposizione. Situazione opposta per chi invece il doppio lo pratica poco. Credo che la peggiore Top 20 nei lob (per scelte tattiche ma anche per esecuzione) sia Petra Kvitova che, guarda caso, il doppio in WTA non lo ha praticamente mai giocato.
Altro esempio. Lo scorso anno Taylor Townsend vinse una memorabile partita allo US Open contro Simona Halep (2-6, 6-3, 7-6) facendo sempre più ricorso alle discese a rete (più di cento totali), sino a utilizzare il serve&volley con regolarità nella seconda parte del match. Al termine del confronto, Halep stessa si era resa conto di non avere interpretato al meglio la partita. Questa una parte delle dichiarazioni in conferenza stampa: “Penso di avere adottato una tattica un po’ sbagliata. Forse avrei dovuto utilizzare un maggior numero di lob di fronte ai suoi attacchi. Lei era così attaccata alla rete, ma io oggi non ero ispirata”. Fosse stata una di quelle giocatrici più abituate a giocare il doppio, forse Simona avrebbe reagito con maggiore prontezza nei confronti di un’avversaria che aveva cominciato a proporle situazioni di gioco poco usuali.
E adesso veniamo alla classifica. I dieci nomi li ho già anticipati, prima di svelare l’ordine rimane il solito breve paragrafo dedicato alle escluse. Questa volta sono stato rammaricato soprattutto per le regole che io stesso mi sono dato, che mi impediscono di attingere fra le giocatrici oltre il numero 100 del ranking. Senza questo vincolo probabilmente un posto in graduatoria lo avrebbe trovato Peng Shuai (altra ex numero 1 di doppio), ma anche Cici Bellis.
Per vicissitudini differenti però, oggi entrambe sono nelle retrovie WTA: Peng numero 103, reduce da una squalifica per curiose ragioni di doppio. Bellis numero 302 a causa di seri problemi al polso che l’hanno obbligata a fermarsi per intervento chirurgico. Ultima nota ancora legata al tennis di coppia: forse senza l’infortunio di Bellis, Vondrousova avrebbe disputato più doppi, visto che Marketa e Cici sono amiche e hanno giocato insieme sia da junior che da professioniste. Slam inclusi.