6. Katerina Siniakova
Dopo avere tanto sottolineato l’importanza del doppio nella prima parte dell’articolo, devo fare una confessione: in realtà non ho molto tempo per seguirlo; per questo quando mi capita di vedere dei match di coppia spesso scopro lati nuovi delle giocatrici che ho imparato a conoscere attraverso il singolare. Un caso tipico è quello di Katerina Siniakova.
Quando scende in campo da sola, Katerina sembra caratterialmente piuttosto volubile, per non dire fragile. Ma se la si segue in doppio (insieme alla sua storica compagna Barbora Krejcikova) emerge una tennista più forte, con l’animo da leader, che si prende importanti responsabilità e decide le tattiche di gioco. Un po’ come nel caso di Elena Vesnina quando giocava insieme a Ekaterina Makarova: la leader era Vesnina, anche quando Makarova era ben più avanti in classifica in singolare (perfino Top 10).
Sul piano tecnico ci sono aspetti della Siniakova doppista che affiorano nel singolare: per esempio in certe situazioni difensive, come il “provarci” a rimandare di là palle che sembrano impossibili, attraverso reazioni di puro riflesso o agganci complicatissimi, in controbalzo.
QUI il video
Non solo: per Katerina usare il lob invece del passante significa poter sparigliare lo scambio e spingere le avversarie in situazioni in cui lei, da doppista di talento, molto probabilmente finirà per avere dei vantaggi.
5. Ashleigh Barty
Anche Ashleigh Barty è una ottima doppista: tre finali Slam raggiunte da giovanissima insieme a Casey Dellacqua, altre due in seguito, e soprattutto la vittoria a Flushing Meadows 2018 in coppia con CoCo Vandeweghe. Eppure penso che per spiegare le sue qualità di “lobber” più che al doppio ci si debba rifare alla completezza di singolarista.
Una completezza quasi old style, visto che il suo repertorio non è solo molto esteso, ma per come sceglie quale colpo utilizzare a volte sembra più affine al tennis del secolo scorso che a quello attuale: per esempio credo che Barty sia una delle poche che tende quasi sempre a giocare la volèe rispetto allo schiaffo al volo (che pure sa eseguire). E questo anche quando deve colpire un po’ più lontano dalla rete: preferisce ugualmente caricare di più il movimento con la testa della racchetta, ma continuare ad affidarsi alla classica, “vecchia”, volèe di un tempo.
E visto che nessuna giocatrice di valore del secolo scorso poteva prescindere dal possedere anche un ottimo lob, ugualmente non può mancare nel repertorio di Barty. Ashleigh lo esegue con una certa regolarità e con ottima visione di gioco. Insomma, è una giocatrice che dimostra che certe impostazioni che si credevano ormai anacronistiche e inadatte al tennis di oggi, sono invece ancora efficaci.
4. Elise Mertens
Elise Mertens è da un paio di stagioni che gioca regolarmente il doppio insieme ad Aryna Sabalenka. Hanno cominciato all’Australian Open 2019 e da allora hanno proseguito insieme, vincendo tornei (su tutti l’US Open 2019) e scalando le classifiche di specialità. Attualmente sono numero 5 e 6 del mondo. E visto che anche Sabalenka è presente in questa classifica, significa che la loro coppia ha totalizzato un en plein per lo specifico colpo.
Confesso che Mertens non è una giocatrice che mi entusiasma particolarmente: di rado propone giocate che ti fanno sobbalzare dal divano (o dalla tribuna). Però non significa che non mi lasci ammirato per come sta in campo. Perché quando si seguono i suoi match, molto difficilmente la si può cogliere in fallo: non solo in termini di pura esecuzione, ma ancora di più nella scelta dei colpi da effettuare. Dritto o rovescio non fa differenza, avanti o indietro nemmeno: Elise è una giocatrice che sembra sempre in controllo; sia nella espressione atletica che in quella mentale. Ecco perché per batterla si deve giocare davvero bene.
Questa sua notevole razionalità si esprime naturalmente anche nell’utilizzo del pallonetto: si può stare certi che se capitano situazioni di gioco nelle quali il lob è la scelta migliore da effettuare, lei sicuramente ricorrerà al lob. Anche più volte nello stesso scambio. Come in questo caso: QUI il video.
A dimostrazione che non è detto che quando ci si trova in difesa si debba ricorrere per forza a un colpo definitivo; a volte si può pensare di risalire progressivamente la corrente, senza regalare nulla e sempre mantenendo la massima lucidità. Piccola nota tecnica sullo scambio del video: se avete notato, dei quattro lob di rovescio che Elise gioca, il primo e il terzo sono backspin a una mano; il secondo (quello di replica allo smash) un bimane di opposizione. Ma l’ultimo, eseguito con più tempo a disposizione e maggiore equilibrio, è un bimane in topspin. Insomma, la tipica Mertens, che forse non propone fuochi di artificio, ma che va studiata con attenzione per scoprire e apprezzare certe sottigliezze tecnico-tattiche.