La pausa forzata ha fatto bene ai tennisti. Certo non dal punto di vista psicologico, visto che milioni di praticanti di ogni livello non solo hanno dovuto riporre lontano dagli occhi l’amato attrezzo per evitare il più possibile di pensare a un ritorno in campo che ancora non si scorge all’orizzonte, ma devono anche fare i conti con notizie di regole (precauzioni? linee guida?) alcune delle quali francamente incomprensibili e che potrebbero togliere buona parte del piacere e del divertimento anche alla partitella fra amici. Quella che si fa per puro piacere e divertimento, appunto. Invece, starsene con le palline nel tubo ha evidentemente giovato sotto l’aspetto tecnico, anche se solo ai migliori.
A metà marzo, infatti, erano 165 gli atleti considerati di interesse nazionale a cui era stato permesso di continuare gli allenamenti, almeno fino alla chiusura per tutti. Ora diventano verosimilmente (poche) migliaia. Così, mentre ci si appresta a entrare nella cosiddetta “fase 2”, la FIT comunica che “da lunedì 4 maggio potranno tornare ad allenarsi tutti i giocatori tesserati presso la Federazione Italiana Tennis che abbiano una classifica di prima e seconda categoria nelle tre discipline del Tennis, del Padel e del Beach Tennis”. A questi si aggiungono quegli under 12, 14 e 16 di interesse nazionale pur non avendo ancora raggiunto la classifica minima di 2.8 e i più forti atleti italiani del Tennis in Carrozzina. La ripresa degli allenamenti avverrà ovviamente nel rispetto del decalogo riassuntivo delle indicazioni formulate dai consulenti della Federtennis. Per avere un’idea della cifra di cui parliamo, la ricerca sul sito della FIT per “seconda categoria” – quella di gran lunga più numerosa rispetto alle altre ammesse – restituisce 4.075 risultati tra maschi e femmine.
ANARCHIA? – Da quanto apprendiamo dal sito del Comitato regionale toscano, l’elenco inviato al ministro Spadafora comprendeva in origine i nominativi di tutti i classificati dalla prima alla quarta categoria, vale a dire da Matteo Berrettini a scendere fino all’ultimo dei 4.6: decine di migliaia di tesserati. Pare anche che alcune regioni abbiano deciso di giocare d’anticipo, Sicilia in testa. Ma anche in Veneto si può entrare in campo e da subito, stando alla risposta positiva della Regione in merito alla possibilità della “pratica individuale del tennis in un centro sportivo chiuso in tutte le parti comuni e di servizio”, mentre in Abruzzo il tennis è consentito dal 4 al 17 maggio salvo nuovo provvedimento. Sempre che il governo non ricorra con successo contro quelle ordinanze.
ALTRE DOMANDE – Si resta ancora ben lontani dalla petizione “o tutti o nessuno” e rimangono certamente aperte alcune questioni. Innanzitutto, con l’esclusione delle ragazze e dei ragazzi dei centri federali, ci si chiede dove andranno ad allenarsi tutti gli altri se i circoli sono chiusi (con l’eccezione delle regioni citate). Ammettendo che abbiano il permesso di riaprire a quagli atleti, resta il dubbio se convenga a un circolo che ha solo due o tre “seconda categoria” che si allenerebbero per un paio d’ore al giorno. Poi, altra domanda, il permesso è allargato ai maestri che hanno una classifica inferiore alla seconda categoria? Quelli che, magari, hanno un solo allievo che rientra nei parametri per riprendere l’attività. Intanto, sappiamo che proprio i maestri si stanno confrontando con il direttore dell’Istituto di Formazione “Roberto Lombardi”, Michelangelo dell’Edera, per avere risposte ai quesiti più squisitamente tecnici e poter riprendere l’attività con gli atleti autorizzati nel rispetto delle regole.
In ogni caso, possiamo considerare questa apertura allargata rispetto ai numeri di marzo un passo in avanti e, al contempo, un modo per testare sul campo (è il caso di dirlo) il tennis nella fase di convivenza con il virus. Una fase 1.2 versione beta, allora, mentre la stragrande maggioranza resta in speranzosa attesa del 18 maggio.