Viviamo nell’incertezza più assoluta (non solo) per quanto concerne il calendario tennistico della stagione 2020, con la ripresa dei circuiti per ora fissata al 13 luglio che appare sempre più improbabile con il passare delle settimane. Le poche novità sicure sembrano essere tutte negative e riguardano la cancellazione dei tornei previsti anche oltre quella data. In questo contesto, la notizia che arriva dalla Francia non è così avversa per essere una certezza: forse (a proposito di certezza…) sarà disputato o forse no, ma di sicuro il Roland Garros 2020 non si giocherà senza pubblico. A comunicarlo è Roxana Maracineanu, ministro dello sport, secondo la quale il Tour de France e lo Slam parigino si terranno solo se ci sarà “il permesso di avere il pubblico”.
Come l’Italia, anche la Francia è alle prese con una complicata ripartenza. Presentando il piano per la riapertura graduale della nazione, il primo ministro francese Edouard Philippe ha escluso che prima di settembre ci possano essere eventi con oltre 5.000 persone. A proposito dell’attività sportiva individuale, invece, dall’11 maggio sarà consentita all’aperto nei luoghi consentiti, nel rispetto del distanziamento e a seconda delle zone (verdi e rosse). Le stesse regole varranno per gli atleti di alto livello e professionisti, secondo un protocollo che dopo due mesi di isolamento mira a una ripresa graduale per evitare contagi e infortuni.
Ricordiamo che l’inizio dello Slam di Porte d’Auteuil è attualmente previsto per il 20 settembre, anche se pare tutt’altro che infondata la notizia trapelata alcuni giorni fa secondo la quale verrebbe ritardato di un’altra settimana. Secondo quanto riporta Le Figaro, Maracineanu ha spiegato che “ci vorrà un po’ di tempo prima di poter assistere a competizioni dove gli atleti sono a contatto, corrono o pedalano insieme”. La parola d’ordine resta “pazienza”, quindi. “Se in settembre le cose andranno ancora meglio, potremmo avere tutti gli eventi in calendario, come il Roland Garros e il Tour” ha proseguito il ministro. “Entrambi hanno bisogno del pubblico: il primo per i biglietti, il secondo per il clima di gioia ed entusiasmo. Non saranno tenuti a porte chiuse. Ma non vale la pena di fare fantapolitica oggi”.
In realtà, è proprio di fantapolitica che abbiamo bisogno di nutrirci – ma, forse, è solo fame compulsiva. La questione è legata a doppio filo con un’altra – la “riapertura” – con cui condivide le caratteristiche apparentemente inconciliabili della necessità e dell’impossibilità. L’irrealizzabile equilibrio tra chi vorrebbe riaprire tutto e subito e chi teme che il più piccolo passo nella direzione di una lontanissima normalità significhi inevitabilmente il ritorno al picco dei contagi non è dissimile, per la nostra parte affamata di tennis, dal contrasto fra il folle desiderio di sapere esattamente quando-dove-cosa si giocherà e l’irritante consapevolezza che qualsiasi previsione è assolutamente arbitraria e improduttiva.