Il torneo virtual di Madrid non c’entra con il tennis, ma non è una fesseria
Il Mutua Madrid Open Virtual Pro si è concluso ieri con le vittorie di Kiki Bertens e Andy Murray. Dopo aver battuto una dopo l’altra Kerber, Vekic, Bouchard, Bencic, Wozniacki (il match più duro, vinto per 7-5) e infine Fiona Ferro in finale per 6-1, l’olandese ha virtualmente confermato il titolo che aveva conquistato lo scorso anno sul campo. “Appena ho saputo che avrei partecipato, ho iniziato ad allenarmi. Quando faccio una cosa, voglio farla bene. Mi sento alla grande!”, ha dichiarato Kiki. “È una cosa diversa dal solito, ma credo che sia stato un bel torneo e una bella iniziativa. Tutto per una buona causa. È stato bello fare qualcosa anche per i tifosi, interagire con loro in maniera diversa è stato divertente”.
Il prize money riservato ai due vincitori (150000 dollari a testa) sarà destinato in parte al ‘Player Relief Fund’ (il fondo di solidarietà per i giocatori in difficoltà economica) e in parte alla lotta contro il coronavirus. Il torneo ha inoltre raccolto 50000 dollari che saranno utilizzati per ridurre l’impatto sociale della pandemia di Covid-19. Come Bertens, anche Murray (che destinerà parte del suo premio al servizio sanitario nazionale del Regno Unito) ha trionfato da imbattuto. Dopo aver superato Paire, Nadal e Shapovalov nel girone, Andy ha sconfitto Sascha Zverev nei quarti e Diego Schwartzman in semi. Nell’atto finale ha invece battuto David Goffin per 7-6 in 33 minuti di gioco, trionfando a Madrid per la terza volta in carriera: aveva vinto nel 2008 sul duro indoor e nel 2015 sulla terra.
“È stato bello passare del tempo a ‘chattare’ con altri giocatori. È qualcosa che mi è mancato in questo periodo. Abbiamo raccolto tanti soldi per delle buone cause. Ringrazio tutti quelli che lo hanno reso possibile”, ha dichiarato Murray. Lo scozzese ha poi scherzato con il direttore del torneo Feliciano Lopez: “Mi ha messo un sacco di pressione addosso, ha passato la settimana a dire che ero il favorito”. “Voglio ringraziarti per aver giocato”, ha replicato Lopez, “e per aver dimostrato che avevo ragione”. La cerimonia di premiazione virtuale si è poi chiusa con una promessa di Andy: “Allenerò il mio spagnolo. Non ho scuse in questo periodo. Il prossimo anno, quando verrò a giocare a Madrid e riceverò il trofeo, farò il discorso in spagnolo”.