La mia ultima video-chat contro l’astinenza da tennis vede protagonista Todd Martin (due stagioni chiuse in Top 10 con otto finali vinte e dodici perse), che ha risposto alle domande mie e di Steve Flink dalla sua casa in Rhode Island, dove ci dice che la situazione è buona.
Parte di quella che forse è stata la miglior nidiata di tennisti Made in USA (è coetaneo di Agassi e Courier), Todd si è affacciato più tardi ai grandi palcoscenici, avendo deciso di frequentare la Northwestern University nel nativo Illinois per due anni, ma ha comunque vinto 411 match a livello ATP ed è stato presidente del Player Council per due mandati, fra il 1995 e il 1999. Sebbene il suo miglior Slam per percentuale di vittorie sia Wimbledon, ha raggiunto le sue finali sul cemento, una a Melbourne e una a New York, perdendo rispettivamente da Sampras e Agassi (al quinto set).
La nostra intervista si è svolta in un momento complicato per lui, vale a dire il giorno della cancellazione di tutti i tornei fino al 31 luglio, una lista che purtroppo include anche il torneo su erba di cui è a capo – una doppia disdetta per Newport, visto che all’annullamento del torneo si è accoppiato, ubi maior, anche quello delle celebrazioni per i nuovi membri della Hall of Fame per il 2020, vale a dire Conchita Martinez e Goran Ivanisevic. Martin, però, non si è tirato indietro quando il discorso si è soffermato su questi temi, e ha anzi sfruttato l’opportunità per parlare dello stato dei due tour nel loro complesso, anche perché, diciamocelo, per quanto si sia trattato di una brutta notizia, non era certamente inaspettata.
LA VIDEO-INTERVISTA COMPLETA
LE PARTI SALIENTI DELL’INTERVISTA
- Minuto 00 – Un riassunto dei risultati raggiunti in carriera
- 02:42 – Il suo ricordo delle due finali Slam giocate. In particolare, si è soffermato sui miglioramenti del suo gioco nei cinque anni intercorsi fra le partite con Sampras e Agassi, e di come abbia approcciato gli incontri in modo diverso. Molto interessante la sua disamina sul perché abbia vinto meno del dovuto, scegliendo di focalizzarsi sul processo di crescita piuttosto che sui risultati a breve termine o sulla preparazione dei singoli incontri
- 08:52 – La sua famosa frase su quanto gli dispiacesse per il ritiro di Sampras (spoiler: risposta ironica ma non troppo), e i suoi pensieri su quale sia stata la sua miglior stagione, un punto su cui assume una prospettiva particolare, privilegiando la qualità del proprio tennis piuttosto che i risultati nudi e crudi
- 12:16 – Steve e il nostro diverso rapporto con i bloc notes, e un po’ di gossip (si scoprì l’inizio della love-story Graf-Agassi) durante la finale fra Martin e Andre a Flushing Meadows
- 15:16 – Il ricordo della gelida trasferta per la finale di Davis del 1995 contro la Russia, che decise di giocare sulla terra indoor per neutralizzare Sampras. Il grande match di un Pete esanime contro Chesnokov, il loro doppio vincente e il cameratismo di squadra. Altro dilemma: meglio zittire la folla in trasferta o esaltarla in casa?
- 22:23 – Todd inizia un tour di batti-il-cinque al pubblico dell’Arthur Ashe dopo aver finito all’01:22 del mattino – la seconda rimonta al quarto turno in due anni. “Fisicamente sono qui. Vuoi sapere dove sono metafisicamente?”
- 26:05 – Quella maledetta semifinale di Wimbledon ’96 contro MaliVai Washington, sprecata dopo aver servito due volte per il match: era avanti 5-1 al quinto. Avrebbe battuto Krajicek in finale? “Una cosa è certa: avrei preferito una finale Slam con lui a una con Pete!” Perché il tennis è come gli affari, e un’altra spiegazione del suo relativamente scarno palmares
- 30:42 – “Marathon Man” nonostante qualcuno lo accusasse di non avere grande resistenza… Come il match di Davis con Rafter lo tormentò e lo spronò al contempo
- 36:26 – La clamorosa sconfitta in Davis contro l’Italia a Milwaukee. Sanguinetti re dei tie-break come Djokovic e il presagio delle superfici lente
- 38:58 – La trinità di storici tornei USA che hanno rappresentato dei crocevia importanti della sua carriera. Newport andata e ritorno: dall’esordio ATP al ruolo di CEO. Prendo in giro l’amico Flink: “Perché mai hai lasciato che Steve Flink fosse inserito nella Hall of Fame?”
- 42:44 – Com’è avvenuta la cancellazione di Newport e la vulnerabilità del business nel tennis
- 47:36 – La domanda che si pone tutto il mondo del tennis: giocare a porte chiuse o aspettare il prossimo anno?
- 49:50 – Mi sono congratulato per la rapidità con cui Newport ha offerto il rimborso dei biglietti, soprattutto se pensiamo al caso di Roma. Lui però ha spezzato una lancia a favore degli Internazionali, soprattutto per via della superficie. Todd ha mostrato il suo grande realismo di uomo d’affari che si trova ad affrontare una situazione simile, e sottolinea che sì, avranno anche rimborsato in fretta, ma di sicuro non allegramente. Qui mi ha offerto di andare a lavorare per lui quando gli ho segnalato un errore nel press release – valuterò attentamente.
- 53:30 – La potenziale logistica del tennis a porte chiuse, che resta una grande sfida anche quando si rimuovono gli spettatori dall’equazione: “C’è una lista infinita di problematiche, ma la principale riguarda sicuramente le restrizioni sui viaggi”
- 56:51 – Il torneo di Palermo è ancora in programma, anche perché non traspira ottimismo riguardo a possibili seconde ondate in autunno. Qui Todd è tranchant, e ci ricorda che le decisioni che favoriscono il benessere di un torneo potrebbero non fare altrettanto bene ai due tour
- 1:00:40 – Fusione sì o fusione no? Mentre non si immagina un commissario unico del tennis, Martin è tutt’altro che contrario al concetto in sé, riconoscendo però che se non ci fosse stata questa crisi difficilmente se ne sarebbe parlato concretamente. Un esempio su quante Davis avrebbero potuto vincere gli americani se Sampras e Agassi avessero deciso di giocare assieme un po’ più spesso – viene anche da dire che in quel caso lui non avrebbe giocato mai però! Come sono cambiati i rapporti di potere dai suoi tempi alla presidenza del Player Council?
- 1:05:45 – Con Gaudenzi come va? Non solo fusione sì o fusione no, ma anche come…
- 1:07:46 – La mia ultima domanda è stata sulla situazione in Rhode Island (buona, per fortuna) e su un’eventuale vocazione tennistica dei suoi tre figli. Todd era noto per essere un buon golfista, ma chi erano i degni epigoni di Ellsworth Vines fra i tennisti?
- 1:12:06 – Steve ha concluso chiedendogli come mai adesso tanti giocatori raggiungano il picco più avanti nel corso della carriera, giocando ad altissimi livelli dopo i 30. Anche la sua ultima risposta non è stata banale, perché ci ha portati nei meandri del ranking e delle strutture dei tornei.