Quella tra Justine Henin e il Roland Garros è una grande storia d’amore. Uno di quegli amori che sembra scritto nelle stelle. E che trova conferme nella realtà, una dopo l’altra. Quelle che gli scettici chiamerebbero coincidenze e che quelli più inclini al romanticismo chiamerebbero indizi.
Il primo porta la data del 1 Giugno 1982. Come da tradizione, in quei giorni, a cavallo tra maggio e giugno, è in corso di svolgimento lo Slam parigino. Quell’anno il torneo di singolare femminile se lo aggiudica per la prima volta Martina Navratilova, una delle migliori tenniste di ogni epoca, con 18 Major vinti in singolare in carriera. A poco meno di 300 chilometri da Parigi, a Liegi, città della Vallonia (regione francofona del Belgio), nasce la piccola Justine, terza di quattro figli. Non passerà molto tempo per vedere la piccola tenere una racchetta in mano su un campo da tennis. Rigorosamente una mano, quella destra, anche di rovescio. Una predisposizione naturale la sua, che la porta a distinguersi da tutte le sue coetanee. Non solo nel suo paese.
La seconda “coincidenza” nel rapporto speciale che lega Justine e il Roland Garros porta la data del 1992. Insieme alla madre, Henin è sugli spalti per seguire la finale del torneo femminile. Il match è uno dei 15 episodi della rivalità tra la tedesca Stefi Graf e la jugoslava Monica Seles, una delle più celebri della storia accese della storia recente del tennis femminile. Resa ancora più celebre dal folle gesto di un fan della Graf che pugnalò la Seles ad Amburgo del 1993. La tennista balcanica veniva da due vittorie consecutive a Parigi, la prima ottenuta proprio a scapito della rivale tedesca. Sotto gli occhi di una giovanissima Henin, Seles realizza la sua tripletta, conquistando l’incontro per un soffio, al termine di un epico terzo set, conclusosi per 10 game a 8.
“Ero a pochi metri dal campo. Dissi a mia mamma: ‘ un giorno sarò anche io lì e vincerò il torneo’. Lei mi ha guardato come a dire: ‘ sì sì sogna pure’. Ma io ero convinta e determinata a farcela. Non c’erano dubbi. Era il mio destino”, ha raccontato la tennista vallona. E non ci sarebbe riuscita solamente una volta, ma ben quattro.
Cinque anni dopo, in effetti, Justine vince già un torneo al Roland Garros. È quello riservato alle giovani promesse. In finale, la belga si impone sulla tennista dello Zimbabwe Cara Black, di tre anni più “vecchia” di lei. Dopo aver perso il primo set per 6-4, Justine fa suoi i due successivi parziali e conquista il titolo. È la prima belga a riuscirci da quando esiste la competizione juniores a Parigi.
Già nel 1999, a 17 anni, da wild card, Henin riesce a superare le qualificazioni ed entrare per la prima volta nel tabellone principale. Al secondo turno trova la n.2 del mondo Lindsay Davenport. La trascina anche al terzo set ma alla fine si deve arrendere alla maggiore esperienza dell’avversaria.
Per il primo significativo epxloit di Justine sui campi in terra rossa di Bois de Boulogne bisogna attendere giusto un paio di anni. Da testa di serie n.14 e n.16 del ranking mondiale, Justine approda in semifinale nel 2001 facendo fuori senza perdere nemmeno un set una serie di avversarie meno quotate di lei. Ad aspettarla in semifinale c’è un’altra belga, di un anno più giovane di lei, Kim Clijsters. Nonostante condividano la stessa nazionalità, le due non potrebbero essere più diverse. Henin vallona, Clijsters fiamminga. Henin introversa, Clijsters estroversa. Rovescio ad una mano contro rovescio bimane. Tennis del passato, tutto tecnica e talento, contro tennis del futuro, fatto di potenza e atletismo. Henin vince il primo set e va avanti di un break sul 4 a 2 nel secondo. Clijsters non si dà per vinta, rimonta e alla fine strappa lei il pass per la finale, conquistando il parziale decisivo per 6-3. Una delusione cocente per Justine. Ma come in tutte le storie d’amore, anche nella sua con il Roland Garros, c’è spazio per un po’ di sofferenza e per un po’ di attesa. Ma non troppa.
Le lacrime di dolore si trasformano in lacrime di gioia già nel 2003. Henin affronta il torneo da n.4 al mondo. Senza troppe difficoltà, fatta eccezione per il match di ottavi contro la svizzera Patty Schnyder, agguanta la semifinale. Lì il tabellone la mette di fronte alla n.1 al mondo, una dominante Serena Williams, che veniva da quattro (ripetiamolo, quattro) vittorie Slam consecutive. Una striscia iniziata un anno prima a Parigi, in quello che doveva essere lo Slam meno favorevole al tennis muscolare della statunitense. Nonostante la sua classifica e l’attitudine al torneo, Justine arriva dunque al match contro Serena da netta sfavorita. Ci si chiede come possa colmare il gap fisico con Serena. Ma nella più classica delle riedizioni dello scontro tra Davide e Golia, Justine, sostenuta dal pubblico francese, riesce ad imporsi al terzo set con il punteggio di 6-2 4-6 7-5. In finale, si prende una pesante rivincita su Clijsters e realizza il suo sogno di bambina: vincere il Roland Garros.
“È stato molto emozionante. Ho dato tutto in quell’incontro”, ha raccontato Henin riguardo alla finale. Peccato che a vederla non ci fosse sua madre. “Quando è successo mia mamma però non era lì. Era già morta. Ma sentivo di dover mantenere la promessa fatta con lei. Per questo mi sono emozionata molto”. Ne vincerà altri tre di Roland Garros, consecutivi, dal 2005 al 2007, uno in più di quella Monica Seles che aveva vistro trionfare a dieci anni. E di Serena Williams tanto per fare un nome. Nell’albo d’oro, a partire dall’era Open, è attualmente dietro solo Chris Evert, Margaret Court e Steffi Graf come numero di successi. Oltre ai quattro trionfi parigini, Henin ha vinto in carriera anche due US Open (2003, 2007), un Australian Open (2004) e la medaglia d’oro alle olimpiadi di Atene. Ma il suo nome rimane indissolubilmente legato ad un torneo: il Roland Garros. Quello durante il quale festeggia sempre il compleanno. E dove ha avuto diverse altre cose da festeggiare nel corso della sua carriera. Auguri Justine!