5. Ashleigh Barty
Per quanto riguarda Ashleigh Barty, in questa serie di articoli ho dovuto ripetere parecchie volte lo stesso discorso: la attuale numero 1 del mondo è una delle giocatrici in attività più complete. La sua presenza quasi costante in queste classifiche è la inevitabile conseguenza di due fattori: alto rendimento e vastità di soluzioni a disposizione. Barty non arriva al metro e 70 in altezza per cui il lob è una opzione da tenere in conto quando si gioca contro di lei. A patto di eseguirlo davvero bene però, perché altrimenti si può essere certi che Ashleigh gestirà la palla nel migliore dei modi.
Questo a proposito degli aspetti tecnici. Ma un elemento fondamentale del suo valore sta nel non perdere mai di vista il quadro tattico dello scambio: per cui fra le tante soluzioni a sua disposizione molto difficilmente farà ricorso a quella sbagliata. Significa che anche nei frangenti difficili e convulsi, Ashleigh riesce praticamente sempre a non perdere la testa e scegliere il colpo più adatto. Ecco per esempio uno scambio complicato, nel quale Barty finisce per avere la meglio proprio grazie al mix di sapienza tecnica e capacità di lettura dello sviluppo del gioco:
4. Caroline Garcia
Di Caroline Garcia la prima qualità che mi sento di sottolineare è il controllo del corpo anche nelle situazioni più intricate. Un atletismo naturale che in più occasioni le ha permesso di cavarsi di impaccio su punti molto complicati. Per quanto riguarda gli overhead, significa per esempio che è capace di muoversi con sicurezza all’indietro mentre con gli occhi deve nel frattempo seguire la palla che ricade verso di lei.
Per questo penso sia una delle migliori del circuito negli smash più difficili, cioè quelli eseguiti partendo dalla posizione di rete ma arretrando verso il fondo campo. Ciò che forse mi convince di meno non è legato ad aspetti fisico-tecnici, ma mentali: la difficoltà a mantenere la freddezza nei passaggi importanti dei match.
QUI il video
3. Taylor Townsend
Su quattro classifiche dedicate al gioco di rete, Taylor Townsend non è comparsa solo in quella relativa alle demivolée, mentre è presente in tutte e tre quelle relative ai colpi di volo veri e propri: volée di dritto, volée di rovescio e adesso negli overhead. Credo lo meriti perché è una giocatrice particolarmente reattiva, rapida, e molto sicura dei propri movimenti in campo; anche quando deve tenere sott’occhio la parabola della palla in volo.
E poi conta anche l’atteggiamento psicologico: Townsend sa che per poter vincere i suoi match deve avere la supremazia in questo ambito di gioco, e quindi si comporta, anche mentalmente, di conseguenza. In un certo senso i suoi smash comunicano questo desiderio di supremazia sull’avversaria nei pressi della rete, per cui spesso Taylor ci aggiunge un pizzico di cattiveria in più: magari con il rischio di commettere qualche errore evitabile, ma con il chiaro scopo di provare a comunicare un sottile messaggio intimidatorio nei confronti dell’avversaria:
2. Karolina Muchova
Karolina Muchova non ha reali punti deboli a rete, se non forse, a volte, la tendenza a fidarsi troppo delle proprie capacità; un atteggiamento che la porta a sbagliare qualche volée per eccesso di sicurezza. Ma la convinzione di potersela cavare anche sulle palle difficili può essere di aiuto negli smash, visto che la titubanza è assolutamente da evitare su questo genere di colpi, perché basta una alterazione infinitesimale nei tempi di esecuzione per trasformare un probabile vincente in un disastro.
Anche se non è da molto che Muchova si è affermata ad alti livelli, ha già dato prova di saper eseguire sia smash tradizionali che soluzioni più rare, come veroniche e ganci; e perfino delle vie di mezzo tra ganci e smash: colpo ibridi che di solito non si insegnano, ma fanno parte del DNA di una tennista nata con un particolare talento atletico:
1. Petra Martic
A mio avviso Petra Martic è una delle giocatrici migliori, se non la migliore, nella esecuzione degli smash in arretramento. Questo perché è in grado di aggiungere all’ovvio spostamento di gambe, la flessione del tronco all’indietro; cioè l’ultima opzione utile ad agganciare le traiettorie più difficili. In questo probabilmente è avvantaggiata dal fatto che possiede una tecnica esecutiva nel servizio in kick che si basa moltissimo sul lavoro della schiena. Qui riesce a salvarsi su un lob insidiosissimo sino a rovesciare lo scambio a proprio favore:
Dopo aver avuto la carriera fortemente penalizzata da problemi alla spina dorsale, oggi Petra deve cercare di non sollecitare troppo la schiena gestendo il numero di tornei annui; resta il fatto che continua a padroneggiare l’aspetto tecnico del colpo come poche. In più è anche capace di eseguire la soluzione alta dalla parte del rovescio, il che la rende una delle giocatrici più difficili da scavalcare attraverso il lob.
Ultima nota: in questa classifica ho assegnato il primo posto a Martic, premiando le prestazioni offerte su più anni (almeno nei periodi in cui è stata in grado di giocare sana). Ma devo confessare che vedo le prime tre su un piano di sostanziale equilibrio. Quasi un podio ex aequo.