Gli anni passano per tutti. Anche per Roger Federer, il quale tra un paio di mesi spegnerà 39 candeline. Un’età la sua nella quale tanti tennisti si sono già ritirati da un pezzo. Mentre lui è ancora lì ad allenarsi, giocare partite e inseguire record. E anche ad avere qualche inevitabile piccolo problema fisico. L’ultimo in ordine di tempo, al ginocchio destro, lo ha costretto ad operarsi a febbraio.
La sospensione del circuito a causa del coronavirus sembrava essere giunta dunque in un momento provvidenziale per il maestro di Basilea, che avrebbe potuto così avere tempo per recuperare senza perdere terreno in classifica. Ma il recupero non sta procedendo per il meglio. Qualche sospetto a riguardo era venuto quando lo stesso Federer, in una conversazione con il due volte campione del Roland Garros Gustavo Kuerten, ha dichiarato di non starsi allenando in alcuna maniera in questa fase. A gettare ulteriori ombre su un rapido ritorno in campo del fenomeno elvetico è Severin Luthi, suo strettissimo collaboratore da oltre un decennio.
“Il recupero non sta andando come speravamo, procede un po’ più lentamente”, ha dichiarato Luthi, ad una trasmissione radiofonica svizzera, in cui si riviveva il trionfo di Federer al Roland Garros del 2009. Sembra così allontanarsi la possibilità che Roger prenda parte all’esibizione di luglio a Berlino, insieme a Thiem, Zverev, Kyrgios e il nostro Yannik Sinner. Per la delusione di Edwin Weindorfer, organizzatore della manifestazione.
Lo stesso Luthi ha fatto inoltre capire che c’è la concreta possibilità, oltre che la grande speranza, che il circuito riparta a settembre. E chissà se riuscirà a ricominciare con la presenza del suo giocatore forse più rappresentativo e amato in assoluto. Il forse a questo punto è d’obbligo.