La comunicazione irrompe in apertura della mattinata europea: Roger Federer dà appuntamento direttamente al 2021. Dell’anno in corso – pieno di dubbi e tormenti, globali e personali – lo svizzero sceglie di farne volentieri a meno. “Qualche settimana fa ho avuto dei contrattempi nella mia riabilitazione – svela con un tweet – e ho dovuto sottopormi a un nuovo veloce intervento in artroscopia al mio ginocchio destro. Di conseguenza, proprio come ho fatto nel 2017, ritengo di prendermi il tempo necessario per tornare al 100%, pronto a giocare di nuovo ai miei più alti livelli“. L’appuntamento è direttamente in Australia: “Mi mancheranno i tifosi e la vita nel circuito – conclude – ma spero di ritrovarvi tutti all’inizio della stagione 2021“.
L’ARIA CHE TIRAVA – La sorpresa non è totale. Se fino a oggi non si sapeva nulla del secondo intervento al ginocchio già operato a febbraio, allo stesso tempo lo svizzero non aveva certo manifestato voglia di accelerare i tempi del ritorno. Intervenendo da casa in una diretta social con Guga Kuerten, a fine maggio, aveva tracciato la strada: “Il tennis non mi manca. Non mi sto allenando perché non ne vedo il motivo: non ho un obiettivo che mi spinga a scendere in campo quotidianamente. E non ho la sensazione che la ripresa dei tornei sia vicina“. Non era lì a scalpitare, di certo. A confermarlo sono poi arrivati gli aggiornamenti diffusi qualche giorno fa dal suo entourage. Severin Luthi è stato chiaro: “Il recupero non sta andando come speravamo, procede più lentamente“. Pur non addentrandosi nell’argomento, anche Djokovic nel presentare l’Adria Cup aveva lasciato intendere come il suo collega numero quattro del mondo non fosse in vena di esibizioni estive (anche Berlino, adesso, perde ogni speranza).
IL PRECEDENTE – Niente US Open quindi – se mai dovessero esserci – né Roland Garros in versione autunnale: il salto è direttamente all’agenda del prossimo anno, con il rientro pianificato in Australia. Come accennato dallo stesso Federer con il riferimento al 2017, l’attenta gestione del suo fisico con la pianificazione certosina del rientro non è per lui una novità. Dopo gli acciacchi della prima metà dell’anno, nel 2016 lo svizzero si fermò dopo Wimbledon saltando i Giochi di Rio e tutto il resto della stagione. Anche in quel caso scelse di ripartire direttamente da Melbourne, ritrovandosi sorprendentemente tirato a lucido: vittoria inaspettata all’Australian Open, replicata a Wimbledon qualche mese più tardi. Seguendo questa linea, il nuovo stop non sarebbe da interpretare come il lancio dei titoli di coda.
NEL MIRINO – Anche perché il 2021, guardando oltre il debutto australiano, gli consentirebbe di focalizzare (su tutti) gli obiettivi di Wimbledon – qui un’analisi, da aggiornare, su come potrebbe arrivarci a livello di ranking – e dell’Olimpiade. L’anno a cinque cerchi posticipato dal coronavirus lo farebbe atterrare a Tokyo a ridosso del quarantesimo compleanno (8 agosto) e con la possibilità di onorare al meglio il “torneo di casa” del suo ricco sponsor Uniqlo. Per essere meno venali, sarebbe anche l’occasione per mettersi al collo quell’oro olimpico individuale che gli manca, dopo aver conquistato l’argento a Londra e il metallo più prezioso solo in doppio, con Wawrinka a Pechino. Uno stop prolungato per pianificare il gran finale. A oggi, possiamo interpretarlo così.