L’Adria Tour di Novak Djokovic ha suscitato non poche perplessità. Tra coloro che non hanno apprezzato l’atteggiamento del campione serbo c’è anche Noah Rubin. Ricordiamo che durante l’evento-esibizione di Belgrado, a cui hanno preso parte anche Dominic Thiem e Sasha Zverev, quasi tutti gli spettatori sugli spalti (non c’era alcun distanziamento) erano senza mascherina, i raccattapalle porgevano normalmente gli asciugamani ai giocatori in campo e questi non mancavano di abbracciarsi dopo i match. Il tutto corredato da partita di calcio amichevole tra tennisti e calciatori e festeggiamenti con balli e musica.
Insomma, tutto si è svolto come se l’epidemia non ci fosse mai stata (nel frattempo domenica è arrivata la notizia che il cestista serbo Nikola Jankovic è stato trovato positivo al Covid-19; Nikola, pochi giorni prima, era stato a contatto con Djokovic). C’è da dire che, visto i pochi casi di coronavirus in Serbia, il governo non ha dato nessun obbligo di restrizione. Ma…
Dicevamo, il 25enne tennista americano, attuale n. 225 del mondo, ha espresso dissenso e contrarietà nei confronti di Novak per ciò che è avvenuto a Belgrado nei giorni scorsi ma soprattutto per l’assenza del n. 1 del mondo – nonché presidente del Players Council – in occasione della call dei giorni scorsi organizzata dai dirigenti ATP per fare il punto sulle sorti del Tour per il resto del 2020, Covid permettendo. Nel suo Behind The Raquet Podcast, Rubin non le manda a dire a Nole, considerando il fatto che più di 400 giocatori erano presenti alla video-chiamata:
“Le foto che lo vedono giocare a calcio sorprendono. Hai tempo per questo ma non per partecipare ad una call per 30 secondi? Cose come queste mi rendono consapevole dell’incubo in cui si trova la situazione del tennis attualmente, che si sta andando in direzioni troppo diverse e che, alla fine, sarà una causa persa“. Rubin fa intendere che, secondo lui, il serbo voglia attirare l’attenzione su di sé: “Se vuoi concentrarti su te stesso, allora fallo, questo sport è concepito in questo modo (nel senso che è uno sport individuale, ndr), ma allora non metterti nella posizione in cui gli altri debbano contare su di te. Se non posso contattarti, se non puoi aiutarmi e se non puoi partecipare ad una call, che interesse ha tutto questo?“.
L’americano non approva, inoltre, le lamentele di alcuni top players, tra cui Djokovic, Thiem e Zverev, a proposito delle restrizioni imposte dallo US Open (il cui svolgimento è stato confermato, dal 31 agosto al 13 settembre): “Il torneo conferma di assegnare il 95% del prize money pur giocando a porte chiuse e voi non potete accontentarvi per sole due settimane del solo fisio ATP al posto del vostro?“. Ricordiamo che a New York – che in agosto accoglierà anche il torneo di Cincinnati – tra le varie precauzioni dovute all’epidemia, c’è quella che prevede la presenza di una sola persona dello staff a tennista.
Rubin polemico con Djokovic: “Ha tempo per il calcio ma non per discutere 30 secondi sul nostro futuro”
Noah Rubin amaro nei confronti di Djokovic per l'assenza del serbo durante la riunione ATP su Zoom: "Se vuoi pensare a te, fallo, ma allora evita che gli altri debbano contare su di te"
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