L’ultimo incontro disputato da Bianca Andreescu è quello contro Karolina Pliskova alle Finals di Shenzhen lo scorso ottobre. L’infortunio al ginocchio sinistro subito durante quel match le ha impedito di prendere parte ai tornei di inizio stagione, prima che tutto finisse sospeso tra lockdown, mascherine e repliche in TV. Il graduale ritorno verso un’ancora impossibile normalità – almeno su scala globale – non ha purtroppo coinciso con il ritorno in salute della campionessa canadese, la cui età ha perso i teen proprio questa settimana. Bianca si era detta pronta a tornare in occasione del torneo di Miami, dopo che un problema in allenamento l’avrebbe comunque costretta a saltare Indian Wells; tuttavia, a dispetto del messaggio di questi giorni a sostegno delle decisioni della USTA e, soprattutto, sulla possibilità di tornare in campo, la notizia di un suo ennesimo ritiro non lascia presagire nulla di buono.
Il torneo in questione è il Credit One Bank Invitational che si terrà a Charleston a partire dal prossimo 23 giugno, una manifestazione a squadre a cui parteciperanno, tra le altre, la campionessa in carica dell’Australian Open Sofia Kenin, Vika Azarenka e Sloane Stephens, ma che perde quindi la regina dello US Open 2019, rimpiazzata da Caroline Dolehide. In realtà, non è stata specificata la causa della rinuncia, ma la cartella clinica di Bianca suggerisce che il fisico si stia di nuovo mettendo di traverso sulla strada di una carriera che è già fenomenale, pensando ai titoli di New York, Toronto e Indian Wells, e a quella quinta posizione in classifica raggiunta a fine 2019 partendo da fuori delle prime 150 del ranking in una stagione in cui ha preso parte solo a undici tornei, compresi due ritiri nel corso del match e un walkover.
Se l’anno scorso è stato tormentato dall’infortunio alla spalla sinistra, già durante la carriera junior il fisico aveva dato segnali di fragilità: un problema ricorrente all’adduttore sinistro, un altro alla caviglia destra e una frattura da stress al piede l’avevano tenuta ferma per metà del 2016. Il passato aprile, tre settimane dopo aver annunciato che non avrebbe potuto difendere il titolo in California e con il Tour che iniziava a fare i conti con il Covid-19, Bianca si dimostrava incredibilmente ottimista riguardo alla sua condizione: “C’è del bene e del male in ogni situazione” spiegava a TSN. “Tuttavia, penso che avere questi infortuni a una così giovane età sia vantaggioso perché mi aiuta davvero a capire meglio il mio corpo e ciò che voglio fisicamente e mentalmente. O a capire quale sia il mio limite, nella speranza che ciò mi aiuti a prevenire ulteriori infortuni in futuro”.
OBIETTIVO NEW YORK – Speranza a cui ci uniamo senz’altro, confidando anche che il ritiro dall’esibizione di Charleston sia puramente precauzionale e di rivederla in campo almeno allo US Open per difendere il trofeo con la carica agonistica e l’abilità nel costruire il gioco a cui ci ha abituati nelle poche settimane in cui l’abbiamo vista in azione finora. Obiettivo, quest’ultimo, che sembra confermare nel suo messaggio sui social media: “Lo US Open avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. L’Arthur Ashe è dove ho vinto il mio primo Slam e faccio tesoro di tanti momenti indimenticabili al Billie Jean King National Tennis Center […]. Tornare alla vita come la conoscevamo non è più un’opzione, ma ho intenzione di trarre il massimo dall’opportunità di tornare in campo, ritrovare giocatrici e amici e magari riportare il tennis in sicurezza a milioni di appassionati in tutto il mondo”.
L’ultima parola per lo US Open spetterà ancora una volta al suo fisico, con l’auspicio che la “nuova normalità” per una volta non indichi la situazione post-pandemia ma riguardi solo Bianca: una sorprendente normalità senza infortuni.