Si sono fatte attendere giusto qualche ora le reazioni dei colleghi di Djokovic al pandemonio di Zara, tappa dell’Adria Tour funestata dalla notizia della positività al Covid di Grigor Dimitrov e, a stretto giro di posta, di Borna Coric, Marko Panichi (preparatore di Djokovic) e Christian Groh (coach di Dimitrov), fatti che hanno contribuito a creare un clima pesantissimo attorno al numero uno delle classifiche mondiali nonché a gettare un’ombra sinistra sulla già complessa ripresa delle attività agonistiche il prossimo agosto.
Per cavare subito ogni dubbio dal tavolo, occorre dire che la disinvolta gestione dei rapporti interpersonali tra i giocatori nel loro ambiente di lavoro, del pubblico affollante le tribune completamente sprovvisto dei più elementari presidi e il coinvolgimento dei protagonisti in partite di basket e sudatissimi party notturni non sono scelte che concorreranno ad ampliare la schiera di simpatizzanti del controverso organizzatore dell’evento.
Naomi Osaka, ormai solita a tirare un sasso e a nascondere cento mani, nel tempestivo tweet rilasciato a caldo si era detta “impaziente nell’attesa del risveglio di Nick Kyrgios“, che sicuramente avrebbe distribuito interessanti opinioni sull’accaduto”, e in effetti il discolo kid di Canberra non ha deluso le aspettative. “Organizzare quell’esibizione è stata un’idea idiota,” ha tagliato corto Nick. “Auguro ai ragazzi una rapida guarigione, ma questo è ciò che accade quando non si rispettano i protocolli. Non si tratta di uno scherzo.” Difficile dargli torto.
Grossomodo sulla stessa lunghezza d’onda Mitchell Krueger, texano centonovantacinque del ranking ATP, il quale ha cinguettato uno “stellar leadership” dal tenore sibillino ma non troppo, e Andy Roddick, sarcastico nell’ipotizzare l’effettiva esistenza di una pandemia.
“Vedevo le immagini del torneo in TV, e ho pensato fosse tutto sbagliato,” ha dichiarato un’amareggiatissima Alizé Cornet, mentre la collega Sachia Vickery, volendo prendersi una piccola rivincita etica, si chiede dove siano finiti i tifosi di Djokovic che qualche settimana fa l’attaccarono poiché, guarda un po’, la tennista aveva sostenuto che la priorità dovesse riguardare la tutela della salute delle persone coinvolte nei tornei.
Brad Gilbert, uno che difficilmente rinuncia a esprimere un’opinione specialmente se non gli è richiesta, ritiene che “ora tutti i partecipanti dovrebbero essere testati al più presto.” La preghiera è stata raccolta da Sascha Zverev, il quale ha comunicato di aver fatto il test e di essere risultato negativo, ma di aver nondimeno deciso di trascorrere i prossimi giorni in isolamento.