Da Roehampton , dove sta per partire (a porte chiuse) The Battle of the Brits, non tardano ad arrivare prese di posizione sui casi di positività al Covid-19 emersi a margine dell’Adria Tour. A partire da Andy Murray, che non ci gira intorno nelle dichiarazioni riportate da ‘The Times’. “Ho sempre avuto un bel rapporto con Nole – attacca l’ex numero uno – ma quanto accaduto in questi giorni non ha dato una bella immagine del tennis. È importante che gli atleti di rilevanza mondiale mostrino di prendere molto sul serio quanto sta accadendo, rispettando le misure di distanziamento sociale. Io e il mio fisioterapista durante le sedute utilizziamo le mascherine per ridurre il rischio“.
La preoccupazione è anche politica, nonostante l’ATP non sembri in ansia per la ripresa ufficiale a partire dal 14 agosto. “Spero che si possa trarre insegnamento da quanto accaduto all’Adria Tour – prosegue lo scozzese – anche perché il circuito farebbe fatica a ripartire se ogni settimana dovessimo avere problemi con i tennisti che si sentono di fare ciò che vogliono, senza particolari attenzioni“.
Non si è lanciato in ampi ragionamenti invece Tennys Sandgren, che si è fatto sentire su Twitter. “Se Djokovic non dovesse risultare positivo al Covid, inizierei a benedire la mia acqua con le energie positive“, ha cinguettato lo statunitense, ironizzando sulle teorie di area No Vax attribuite di recente al numero uno del mondo. Dall’acqua tiepida con limone e sale da bere ogni mattina per rinforzare le difese immunitarie, fino ad ardite costruzioni sulla reazione delle molecole dell’acqua alle emozioni. Il vento d’opinione che soffia su Djokovic in questo momento si conferma non tra i più favorevoli, anche tra i colleghi (qui la nostra ricostruzione su quelle che sono state, a oggi, le sue responsabilità).