I fatti riguardanti l’Adria Tour sono ormai noti, ed è naturale che nel mezzo di una situazione tanto controversa le parti in cause si scambino attacchi di ogni sorta. L’ultima pietra l’ha scagliata, nelle giornata di ieri, Georgi Stoimenov, manager di Grigor Dimitrov. Piccato dal “J’accuse” di Srdjian Djokovic al suo cliente, Stoimenov ha tacciato l’organizzazione dell’Adria Tour di lassismo, sostenendo che nessuno si sia mai proposto di fare un tampone al giocatore né in Serbia né in Croazia, a dispetto dei suoi sintomi.
Oggi è quindi arrivata la replica della Federtennis croata, che, attraverso il suo sito ufficiale (ringraziamo come al solito Ilvio Vidovich per la segnalazione e altresì tempestiva traduzione), ha dichiarato di aver rispettato le indicazioni del Istituto croato per la salute pubblica, elencando poi le misure di sicurezza adottate, in particolare l’utilizzo di spray disinfettante ad ogni ingresso delle tribune e all’entrata di ogni locale chiuso dove sarebbero passati i giocatori e il personale.
Allo stesso tempo, però, è stato confermato che non siano stati eseguiti test, per il semplice motivo che non è obbligatorio per nessuno fare il tampone all’ingresso nel Paese. Nel comunicato si legge che la Federtennis ha creduto in buona fede alla salute dei giocatori, mentre uno degli stessi, una volta avuti i sintomi, ha deciso di non avvertire nessuno – il riferimento è chiaramente a Grisha, che aveva contattato al telefono il medico della Federazione solo per il problema al gomito venerdì mattina.
Stando a questa dichiarazione, l’organizzazione non sarebbe stata avvisata del fatto che Dimitrov aveva fatto il test, nè della sua positività (quindi sembrerebbe che l’abbiano saputo anche loro dal post Instagram). Infine, è confermato che tutti i giocatori, nonché gli staff degli stessi e dell’evento, siano stati testati, e che la situazione a Zadar è sotto controllo, poiché gli organizzatori, i giocatori di basket e i dipendenti dell’hotel dove soggiornavano i giocatori sono tutti negativi – non c’è menzione, a dire il vero, del bambino di cinque anni risultato positivo al test.
Nel frattempo, il sito serbo novosti.rs riporta che Janko Tisparevic ha deciso di continuare con il suo torneo (ça va sans dire, grazie nuovamente a Ilvio). L’Eastern European Championship sta rispettando, nelle parole del suo organizzatore, tutte le raccomandazioni: infatti non c’è il pubblico (una decisione presa fin dall’inizio) e non ci sono raccattapalle o giudici di linea; inoltre, gli addetti della manifestazione hanno l’obbligo di indossare guanti e mascherina. L’unico aspetto controverso è che continueranno a partecipare anche reduci dell’Adria Tour come Krajinovic, Lajovic e Dzumhur (gli ultimi due hanno fatto il test e sono negativi).
Queste le parole di Tipsarevic sul quanto successo al tour dirimpettaio: “Non sono felice, ma non voglio compatire nessuno, perché, dopo sette operazioni, ero molto infastidito quando qualcuno mi compativa. Mi dispiace perché so che cuore ha Novak, cosa ha cercato di fare con l’ Adria tour. Le critiche non sono giuste al 100% perché la sua idea non era né quella di guadagnarci finanziariamente, né di dimostrare il suo potere, ma solo di inviare una bella immagine di questa regione al mondo. E’ successo quello che è successo . Non doveva succedere, ma è successo”.