Cinque giorni fa, di fronte al pubblico spazientito e prodigo di fischi di Zara, Goran Ivanisevic aveva annunciato la cancellazione della finale della tappa croata dell’Adria Tour; ai fischi e ai ‘buuu’ degli spettatori aveva risposto ‘non so perché stiate fischiando me, non sono io quello positivo al coronavirus‘. Ironia della sorte, dopo aver ripetuto due volte il test che aveva dato esito negativo, il terzo tampone è invece risultato positivo e Ivanisevic lo ha annunciato su Instagram.
“Mi sento bene e non ho alcun sintomo“, scrive Ivanisevic. “Volevo invitare chiunque sia stato in contatto con me a fare particolare attenzione, così come ai loro cari. Continuerò con l’auto-isolamento che sto già facendo. Auguri a tutti coloro che sono stati contagiati una rapida guarigione“.
L’attuale allenatore di Djokovic aveva ricoperto il ruolo di direttore della tappa di Zara dell’Adria Tour, quella coinvolta dai contagi prima di Dimitrov e Coric, poi di Djokovic. Con la positività di Ivanisevic sale a dieci il numero dei contagi collegati alla tappa di Zara (poche ore prima dell’ex tennista croato, era stata accertata la positività dell’autista dei giocatori); da fonti croate apprendiamo che sono state testate 40 persone nelle ultime ventiquattr’ore e 175 sono in isolamento.
In qualità di direttore dell’evento di Zara, Ivanisevic si trova anche a fronteggiare il problema dei rimborsi dei biglietti della finale di domenica – fermo restando che gli incassi saranno devoluti in beneficenza. I biglietti, validi per tutta la giornata (che si è disputata ad eccezione della finale tra Djokovic e Rublev), hanno portato a un incasso stimato di circa 100.000 euro, ma se si opterà per il rimborso ai tifosi potrà spettare solo una fetta di questa cifra, corrispondente al ‘valore’ monetario dell’unico match non disputato.