Non c’è nulla di più doloroso per un appassionato di tennis che passare un’estate senza il torneo di Wimbledon. Dal 29 giugno al 12 luglio i viali dell’All England Club si sarebbero popolati di tifosi per assistere ai match sui prati londinesi, se solo una pandemia da Coronavirus non si fosse messa di traverso. È allora il tempo di aprire il cassetto dei ricordi dei Championships, pieno di campioni straordinari, rimonte indimenticabili e imprese impensabili. Momenti in cui pronostici e previsioni non contano più e lo sconfitto designato diventa eroe.
Nella storia di Wimbledon c’è una manciata di campioni che è riuscita ad arrivare in fondo (o quasi) senza essere né testa di serie né avere l’accesso diretto al tabellone, per insegnarci che anche una semplice wild card può scrivere la storia. Eccovi le migliori.
Pat Cash – Quarti di finale 1986
Cash che raggiunge i quarti a Wimbledon? Non c’è niente di strano visti i risultati ottenuti dall’australiano nell’arco della sua carriera. Ma il torneo che giocò sui prati di SW-19 nel 1986, dove raggiunse gli ultimi otto, fu indimenticabile. Cash si era già distinto negli anni precedenti a Wimbledon, raggiungendo una semifinale in singolare due anni prima e due finali di doppio. Tuttavia un’operazione alla schiena lo costrinse per diversi mesi lontano dai tornei e, come se non bastasse, subì un’intervento per rimuovere l’appendice alle porte del torneo. Ottenne l’accesso grazie a una wild card e dopo aver eliminato Vilas al primo round riuscì anche a battere il numero due del seeding Wilander negli ottavi di finale, prima di cedere a Leconte nei quarti. Anche grazie all’ottimo torneo del ’86, un anno più tardi l’australiano conquistò il titolo dei Championships, il suo unico Slam in carriera.
Juan Carlos Ferrero – Quarti di finale 2009
Problemi fisici e profonda crisi di risultati portarono Juan Carlos Ferrero, campione al Roland Garros 2003 e finalista a New York, fuori dalla top 100 a cavallo tra la stagione 2008 e 2009. Con i suoi tredici trofei vinti su terra battuta, compreso lo Slam parigino, nessuno avrebbe scommesso su una rinascita di Ferrero nella stagione su erba. Sia il Queen’s che Wimbledon però riposero fiducia nello spagnolo e gli concessero entrambi una wild card. Riuscì prima ad arrivare in semifinale al Queen’s, dove perse da Murray, e si presentò in buona condizione ai nastri di partenza dei Championships, dove aveva raggiunto i quarti di finale due anni prima. Smentendo chi già lo invitava ad appendere la racchetta al chiodo, Ferrero superò due top 10 tra terzo e quarto turno, Gonzalez (6-4 al quinto) e Simon. Si fermò solo davanti a Andy Murray nei quarti di finale, gli ultimi disputati in carriera in uno Slam.
Nick Kyrgios – Quarti di finale 2014
Si è preso il suo posto nella storia anche il torneo di Nick Kyrgios nell’edizione 2014. Al tempo l’australiano faceva il suo debutto sui prati dell’All England Club, grazie all’invito degli organizzatori ottenuto dopo il titolo nel Challenger di Nottingham. Col suo atteggiamento spavaldo e incosciente non sentì affatto la pressione di giocare nel tempio del tennis. Prima si fece notare per la vittoria in rimonta al secondo turno, poi il suo match di quarto turno contro Rafael Nadal venne programmato sul Campo Centrale. Proprio lì nacque il fenomeno Nick Kyrgios. Dopo la vittoria in quattro set sullo spagnolo, farcita di colpi estemporanei e spettacolari, il suo nome finì sulla bocca di tutti, ma non riuscì comunque a superare Milos Raonic nei quarti di finale. Sei anni dopo, Nick non è ancora diventato il dominatore che tutti aspettavano, né è mai riuscito ad eguagliare quel risultato, ma fa ancora parlare tanto di sé.
Goran Ivanisevic – Campione Wimbledon 2001
Sul successo di Ivanisevic del 6 luglio 2001 sono stati scritti dei libri, per non trascurare neanche il minimo dettaglio della sua storica vittoria. Il croato resta ancora oggi l’unico giocatore ad aver conquistato uno Slam da wild card. Lo vinse da numero 125 del mondo, trascinato nel baratro da una spalla sempre dolorante, che riuscì a domare in quell’edizione. Lo vinse dopo aver perso ben tre finali negli anni precedenti. Lo vinse di lunedì per via della pioggia (il famoso Monday’s People, dove gli oltre diecimila biglietti per la finale vennero rivenduti a prezzi più bassi), in quella che è ancora l’unica finale nella storia di Wimbledon giocata di lunedì. Lo vinse 9-7 al quinto, contro Pat Rafter, dopo aver vacillato nell’ultimo game dove nei primi due match point incappò in due doppi falli. Il successo della wild card Ivanisevic resta una delle storie tennistiche più affascinanti di sempre.
Jie Zheng – Semifinale Wimbledon 2008
Anche nel femminile non sono mancate le sorprese. Tredici anni fa la cinese Jie Zheng si infortunò a una caviglia e restò ai box per i dodici mesi successivi. Al suo ritorno in campo occupava la posizione numero 163 nel ranking WTA, 133esima quando il torneo di Wimbledon le concesse un invito per il main draw. Battendo tra le altre Ana Ivanovic al terzo turno (sua prima vittoria su top 10 in carriera) la cinese raggiunse la semifinale, dove però dovette inchinarsi allo strapotere di Serena Williams. Dopo il torneo balzò alla 40esima posizione del ranking WTA. Zheng diventò inoltre la prima giocatrice cinese a giocare una semifinale in uno Slam, ma soprattutto donò in beneficenza tutti soldi guadagnati grazie all’incredibile risultato. Ne beneficiarono i senzatetto nella contea di Wenchuan, colpita da un disastroso terremoto il 12 maggio 2008.
Sabine Lisicki – Semifinali Wimbledon 2011
Anche Sabine Lisicki nel 2010 venne fermata da un infortunio alla caviglia. Crollò nel ranking oltre la duecentesima posizione, ma non appena arrivò la stagione su erba diede subito segnali incoraggianti, complice anche il suo stile di gioco potente e volto all’attacco. Vinse infatti il titolo a Birmingham battendo Daniela Hantuchova e ottenne così la wild card per giocare i Championships. Iniziò qui una cavalcata straordinaria, che la portò alla sua prima semifinale Slam in carriera. Prima di essere fermata da Sharapova, nel suo percorso eliminò dal torneo Li Na, campionessa al Roland Garros, ma anche Marion Bartoli, che due anni più tardi sarà la sua avversaria sul Campo Centrale. Nel 2013 infatti alla tedesca riuscì di salire anche il penultimo gradino, raggiungendo la finale a Church Road, ma non l’ultimo: la tensione le giocò un brutto scherzo quel sabato e Bartoli la piegò in due set, vincendo il titolo.