IL PODCAST DI COMMENTO DI UBITENNIS
L’ATP ha deliberato. L’attesa decisione sul nuovo sistema di calcolo delle classifiche, a proposito del quale si moltiplicavano le ipotesi, è arrivata in serata. Non si tratta di uno scenario previsto: la ‘finestra’ di validità del ranking verrà infatti estesa a 22 mesi, ovvero al periodo che va da marzo 2019 a dicembre 2020. I giocatori potranno dunque scegliere i propri 18 risultati migliori tra gli eventi disputati in questo lasso di tempo, ovviamente potendo inserire un solo risultato (il migliore) di un eventuale torneo disputato due volte.
L’effetto principale di questa decisione è il seguente: per venire incontro ai giocatori che non vogliono assumersi il rischio di scendere in campo in queste condizioni, ovvero con una pandemia ancora in corso e dovendo rispettare rigidi protocolli sanitari, l’ATP consente formalmente ai giocatori di saltare un torneo e conservare il risultato dell’edizione 2019 fino al momento in cui lo stesso evento verrà disputato nel 2021. A primo impatto, sembra Rafael Nadal – campione in carica dello US Open e del Roland Garros – a poter usufruire dei vantaggi maggiori: dovesse decidere di non andare a New York, lo spagnolo potrebbe comunque mantenere i 2000 punti fino al settembre del prossimo anno.
La scelta di questo nuovo sistema, spiega l’ATP nel comunicato, risponde anche al tentativo di trovare un formato più adattabile a (eventuali) ulteriore modifiche del calendario. Viene inoltre incontro a quei tennisti che dovessero trovarsi di fronte alla difficoltà oggettiva di raggiungere il luogo di un torneo, perché risiedono in nazioni ancora pesantemente colpite dal virus. La scomparsa dell’obbligatorietà di disputare i tornei, e nei fatti la rimozione dello svantaggio per chi dovesse decidere di non giocare, consente a ogni tennista di scegliere secondo coscienza.
Ovviamente le situazioni vanno pesate. Un top 10 può certamente permettersi di rinunciare al montepremi di uno Slam, perché non se la sente di giocare o per ragioni di programmazione, ma difficilmente chi è fuori dalla top 30 potrà fare questo discorso: con questo ranking modificato, il fattore economico diventa prioritario.
Certo non mancheranno le stranezze. L’ATP ha già rimosso la Race to London dal sito ufficiale, confermando che sarà il ranking a determinare la qualificazione dei migliori otto giocatori all’evento di Londra. Nel ranking potranno però essere compresi diversi risultati ottenuti nella scorsa stagione, e dunque l’impatto dei ‘nuovi’ punti in palio nel 2020 sarà certamente inferiore. Si faccia l’esempio di Federer, che pure ha già confermato che quest’anno non scenderà più in campo: i risultati ottenuti nel 2019 e ‘protetti’ dal cambio di regolamento gli consentiranno, con ogni probabilità, di mantenere un posto tra i primi otto in classifica… con un solo torneo disputato nell’anno solare.
Ad ogni modo, era difficile – se non impossibile – applicare delle modifiche senza al contempo generare qualche piccola stortura. Si tratta di anomalie che spariranno progressivamente nel corso della prossima stagione, ma che al contempo consentiranno una ripresa meno traumatica del calendario. C’è di sicuro una considerazione da fare: la scelta dell’ATP è parecchio conservativa e si pone l’obiettivo, forse neanche troppo tacito, di preservare in qualche modo lo status quo evitando che la straordinarietà della situazione possa provocare grossi movimenti di classifica. E a beneficiare di questo, certamente, saranno i top player.