Si attendeva solo l’ufficialità, dopo le ultime indiscrezioni piuttosto corpose, ed è arrivata poco prima dell’alba europae. Lo swing cinese è stato cancellato, sia in ATP che in WTA, per via delle disposizioni governative che erano sembrate già assai stringenti quando era trapelato il documento della General Administration of Sport of China che di fatto cancellava tutti gli eventi sportivi internazionali sul suolo cinese ad accezione dei trial di preparazione alle Olimpiadi invernali di Pechino 20220. Nel 2020 non ci sarà dunque tennis in Cina, una decisione che investe soprattutto il circuito femminile che rimarrà privo di WTA Finals quest’anno e dunque della Race to Shenzhen, che viene cancellata.
ATP – Spariscono dal calendario maschile l’ATP 500 di Pechino, il Masters 1000 di Shanghai e gli ATP 250 di Chengdu e Zhuhai, già assai traballanti per via del loro status di tornei minori e per il fatto di essere stati messi in stand-by dal nuovo calendario di settembre, dove hanno trovato posto i tornei europei sulla terra battuta non disputati tra maggio e giugno.
WTA – Gli effetti principali, però, si vedranno nel circuito femminile sia per numero che per incidenza economica dei tornei. Basti pensare che la WTA si è trovata a cancellare ben sette eventi, comprese le Finals che si sarebbero dovute disputare a Shenzhen. Questa la lista dei tornei rimossi dal calendario del 2020:
- 12/10 – China Open (Beijing)
- 19/10 – Dongfeng Motor Wuhan Open
- 19/10 – Jiangxi Open (Nanchang)
- 26/10 – Zhengzhou Open
- 9/11 – Shiseido WTA Finals Shenzhen
- 16/11 – Hengqin Life WTA Elite Trophy Zhuhai
- 23/11 – Guangzhou Open
I COMUNICATI – “Il nostro approccio per affrontare la pandemia è sempre stato quello di seguire le direttive locali per l’organizzazione dei tornei“, ha dichiarato il chairman dell’ATP Andrea Gaudenzi. “Annunciamo con grande dispiacere che quest’anno non si disputeranno tornei ATP in Cina. Questi eventi sono stati delle tappe fondamentali dello swing asiatico e voglio ringraziare gli organizzatori per l’impegno e la cooperazione. I tifosi cinesi sono tra i più appassionati del mondo e so che i giocatori non vedono l’ora di avere l’opportunità di giocare di fronte a loro“. Nel comunicato si legge inoltre l’intenzione di aggiornare in calendario nelle prossime due settimane con l’obiettivo di portare il circuito fino alle Finals di Londra.
“Siamo estremamente dispiaciuti che i nostri eventi in Cina non avranno luogo quest’anno” gli fa eco Steve Simon, che della WTA è sia chairman che CEO (e non vorremmo essere al suo posto, adesso). Neanche troppe ore fa aveva dichiarato di nutrire un 50% di speranza che si sarebbe giocato in Cina, ma questa percentuale è rapidamente crollata a zero. “Sfortunatamente la decisione include la cancellazione delle Finals e di conseguenza della Race to Shenzhen. Rispettiamo la decisione che è stata presa e riconosciamo lo sforzo significativo dei nostri tornei nel corso di questo processo. Condividiamo il disappunto di tutti quelli che non vedevano l’ora che questo swing andasse in scena e apprezziamo il supporto costante dei tifosi, dei partner e dell’intera regione e continuiamo a lavorare per la parte restante della stagione 2020“.
Nei prossimi giorni avremo modo di quantificare l’impatto di questa cancellazione sulle casse della WTA – sappiamo già che circa il 60% del budget annuale dell’associazione del tennis femminile è rappresentata dagli introiti delle Finals – ma una cosa è certa: se la pandemia ha assestato un primo colpo alla salute dello sport e del tennis in particolare, questa decisione rischia di provocare conseguenze davvero distruttive per gli equilibri economici della WTA.