Al telefono con… Becker: “Mi piace Sinner perché ha la solidità dei numeri uno” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)
Qualche giorno in Sardegna per ricaricarsi dopo i mesi difficili della clausura da Covid. Boris Becker adesso è pronto a godersi un po’ di tennis che – ammette – gli è mancato più di quanto immaginasse. Con Cincinnati e lo Us Open si prepara a una scorpacciata, anche se i mesi dell’isolamento sono difficili da dimenticare. […] Tre titoli e quattro finali a Wimbledon. Quest’anno si sarà sentito orfano dei Championships. «Sì, è stato davvero un grande vuoto quello lasciato dal torneo. Ma con tutto quello che stava succedendo, in primavera con la pandemia non si poteva fare altro». Come valuta il comportamento del suo ex allievo Djokovic all’Adria Tour? «Bisogna sottolineare il fatto che il tennis resta uno sport sicuro perché non ci sono contatti tra i giocatori. Niente può realmente accadere. Quel torneo era per una buona causa, Nole voleva solo creare un grande evento benefico, ma il fatto che il governo serbo permettesse agli spettatori di riempire le tribune senza protezioni non ha aiutato. Il pericolo virus avrebbe dovuto essere gestito globalmente in modo diverso e, invece, si è presa la decisione sbagliata. O, semplicemente, si sperava che tutto sarebbe andato bene. Purtroppo le previsioni non erano corrette e, come spesso accade, a posteriori si può dire che bisognava stare molto più attenti…». A proposito, pensa che gli Us Open possano essere giocati in piena sicurezza? Il sistema della bolla la convince? «In origine, vedendo i numeri del Covid a New York, ero pessimista. Ma adesso penso che sia possibile realizzare un torneo sicuro e bello per tutti. Mi sembra che ci sia stato un grande lavoro da parte degli organizzatori. Senza spettatori sarà molto strano, ma la cosa più importante è salvaguardare la salute di tutti». Senza Federer e Nadal, Djokovic ha la strada spianata per vincere lo Slam di New York? «Il torneo è aperto, in uno Slam nessuno ha la strada spianata. Nole ha grande esperienza, ma questa è una situazione nuova per tutti. Chi prima si adatterà sarà favorito. E chissà, potrebbero emergere anche nomi nuovi». Magari come i nostri Berrettini e Sinner che sono in rampa di lancio: come li vede? «Hanno entrambi grandissimi margini di miglioramento. Berrettini, ad esempio, può costruire nel tempo un rovescio sicuramente più efficace. Se devo dirla tutta, in prospettiva Sinner mi sembra il più completo, anche dal punto di vista mentale. È molto solido e ha tutti i numeri per diventare uno dei migliori al mondo». ? E del «suo» Zverev cosa ci dice? «La stessa cosa che mi sento di dire a tutti i giocatori della cosiddetta Next Gen: abbiate il coraggio di osare, davanti a voi ci sono campioni fenomenali, ma nessuno è eterno. Forse il più pronto a raccogliere l’eredità dei big è Thiem, a me piace molto anche Tsitsipas, ma credo che i prossimi mesi potranno regalarci delle grandi novità». […]
Intervista a Tathiana Garbin: “Io conto su Camila” (Paolo Vannini, Corriere dello Sport)
Il tennis mondiale, dopo 5 mesi di stop e paure, è ripartito la scorsa settimana da Palermo con gli Open femminili del Country Club. Era presente anche Tathiana Garbin, capitana di Fed Cup. […] Un esempio in vista degli Us Open e degli Internazionali di Roma? «Sì, e mi auguro davvero che anche a Roma si giochi con il pubblico sugli spalti. La gente è una componente essenziale, con gli ingressi contingentati si può fare. A Palermo gli spettatori sono stati bravissimi, molto disciplinati, sempre con la mascherina. Si avvertiva in tutti la grande voglia di ripartire e l’attenzione era massima». Dopo il lockdown, una semifinale raggiunta dalla Giorgi e i quarti di Cocciaretto ed Errani. Soddisfatta? «Molto. La Cocciaretto la conosco bene vedendola allenare tutti i giorni a Forava. Si è espressa senza paura e con l’aggressività che le è propria. Elisabetta è diventata più consapevole delle sue qualità, ha un rovescio pazzesco, un tennis esplosivo. Come tipo fisico la paragonerei alla slovacca Cibulkova per l’anticipo nei colpi. Può fare di più col servizio, ma è importante che a Palermo sia arrivata anche in finale nel doppio. Spero che entri in tabellone a New York perché le serve confrontarsi con le più forti sul veloce». Lei andrà agli Us Open? «No. Sostanzialmente non c’è urgenza per la Fed Cup, il cui prossimo turno è a febbraio. Era importante la mia presenza a Palermo come segnale alle ragazze da parte della Federazione». La Giorgi che non giocava sulla terra da quasi due anni appare in ripresa. Concorda? «Sappiamo tutti che potenzialità enormi ha Camila. Da top ten, con i soliti alti e bassi. Al Country poteva andare anche oltre: alla semifinale è arrivata stanca dopo una partita meravigliosa con Yastremska disputata la notte prima. Nel 1° set ha preso a pallate la Ferro che poi ha vinto il torneo. Ma non aveva recuperato a sufficienza. Per me Camila in Nazionale è fondamentale: si trova bene con la squadra, ha dimostrato di tenere alla maglia, i problemi sono superati. Conto su di lei». E la Errani? «Era la Errani che conosciamo, che soffre nel modo giusto, che non si demoralizza e combatte: dalla sofferenza sa ottenere il meglio. Darà ancora un grande contributo a questo sport».
Halep non va a New York, Cljisters non vede l’ora (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)
Nemmeno il sorriso ritrovato di una vittoria modifica gli intendimenti di Simona Halep, la numero due del mondo reduce dal trionfo di Praga: dopo aver esternato da tempo molti dubbi sulla trasferta americana, ora è ufficiale la sua rinuncia agli Us Open (e a Cincinnati, che si disputa la settimana prima sempre a New York). […] Con lei, diventano sei le top ten assenti dal secondo Slam stagionale (il via dal 31 agosto): la numero 1 Barty, la numero 5 Svitolina, la numero 6 Andreescu campionessa uscente, la numero 7 Bertens e la numero 8 Bencic. Chi invece ci sarà sicuramente è l’ex numero uno Kim Cljisters, vincitrice degli Us Open in tre occasioni (2005, 2009 e 2010) e rientrata a febbraio dopo sette anni di inattività (è madre di tre bambini): la belga, che non ha ancora classifica (ha giocato appena due partite prima del lockdown) è stata premiata con una wild card, ma la scelta degli organizzatori, alla luce delle ultime settimane, non è sembrato solo un premio alla carriera. Kim, infatti, in un torneo a squadre negli Stati Uniti, ha battuto in serie la Kenin, ultima vincitrice degli Australian Open, la Stephens, regina di New York nel 2017, e la campionessa olimpica Puig. […] «Prima del lockdown stavo davvero cominciando a ritrovare grandi sensazioni, durante lo stop forzato mi sono concentrata per non perdere le motivazioni e adesso ho voglia di ripartire. Certo, per me questo ritorno rimane soprattutto una sfida, ma voglio divertirmi». […]