Il dietro le quinte di una lunga e forzata off season, vissuta insieme in Costa Azzurra. E, alle porte della ripresa, lo stimolo di ripartire proprio dall’accoppiata Cincinnati-US Open. Lì dove Daniil Medvedev – orgoglio di coach Gilles Cervara – è esploso definitivamente nella scorsa estate conquistando il primo Masters 1000 in carriera seguito dallo straordinario percorso fino alla finale di Flushing Meadows. Oltre al ritrovare regolarità negli allenamenti, in questi mesi fuori dal circuito è stato importante mantenere il migliore stato di forma anche dal punto di vista mentale. Obiettivo non scontato per gli sportivi di vertice, che hanno vissuto lo stravolgimento della propria quotidianità. Per i professionisti che lavorano dietro le quinte, la necessità di mettere a frutto tutte le loro competenze. Non solo quelle strettamente tecniche.
SFIDE A HOCKEY – Cervara racconta, al sito ATP, il vissuto dei giorni più complicati. “Daniil ama i videogiochi, ci dedica parecchio tempo e vuole sempre vincere. Spesso abbiamo giocato contro, a un simulatore di hockey NHL. Ha un fortissimo spirito competitivo, se lo batto vuole subito giocare di nuovo per rifarsi. Questa voglia di vincere sempre ce l’ha dentro e penso sia molto importante per un giocatore di alto livello. Ti salva la vita, quando ti ritrovi nei guai“. E quel vuoto da riempire, specie quando – per prudenza – non si metteva nemmeno piede in campo, doveva diventare necessariamente una risorsa. “È stata dura, le partite sono mancate più di qualsiasi altra cosa – spiega quello che per l’ATP è stato il coach dell’anno 2019 -, ma un giocatore di alto livello deve essere in grado di adattarsi e di gestire il tempo in modo costruttivo. È quello che abbiamo provato a fare in cinque mesi“.
DETTAGLI – Altro focus interessante è quello sui margini di miglioramento. Dai grandi balzi in avanti per arrivare ai vertici, alle sfumature da curare quando si è piazzata la tenda in top 10. “Il lavoro, che nella prima fase della carriera è finalizzato a ottenere progressi macro – spiega Cervara -, più si alza il livello e più si focalizza su una dimensione micro“. Dettagli che possono fare la differenza: Medvedev ha continuato in questi mesi a lavorare sul suo rovescio. “Si trova sempre un aspetto su cui intervenire per migliorare, che sia fisico o tecnico. Sulla tecnica del rovescio ci ha lavorato persino Federer, qualche anno fa, quando è rimasto fermo per qualche mese e ne ha approfittato“. La ripresa presenta anche l’incognita dell’impatto con la partita, dopo mesi di insolito vuoto agonistico. Cervara trova una chiave di lettura: “Probabilmente i più esperti, se hanno avuto a che fare con degli infortuni, faranno meno fatica a riabituarsi rispetto ai giovani che non si sono mai fermati per un periodo così lungo“.
PRESSIONI – Il nuovo meccanismo di calcolo del ranking, in ogni caso, consentirà al russo di affrontare la campagna statunitense senza la pressione di dover difendere a tutti i costi i fasti di un anno fa. Ma l’approccio, per un’agonista puro, non cambierà. Anche perché Medvedev vuole concludere l’anno di slancio. La prima parte di questa stagione – da analizzare con i dovuti filtri – non è stata comunque pari alle meraviglie di un 2019 da quattro titoli e una finale Slam. “Peccato, perché quando stava per partire Indian Wells Daniil era in buone condizioni. Deve imparare ancora a mantenere lo stesso livello per tutto l’anno, peculiarità dei grandi giocatori, più esperti, che si conoscono anche molto bene e sanno gestirsi. Il balzo in classifica (è numero 5 ATP, ndr) ha dato l’inizio a una nuova fase della carriera, adesso sa che tutti i giocatori lo affrontano per togliersi la soddisfazione di battere un top five, ma sono pressioni che è pronto a gestire. Sa cosa significa perché nei loro panni, fino a un anno fa, c’è stato lui“.