R. Opelka b. [6] M. Berrettini 6-3 7-6(4)
Le dichiarazioni di Berrettini dopo la partita
L’audio esclusivo con le parole di Vincenzo Santopadre
Quando vediamo giocare tornei professionistici su campi molto lenti, con palle molto lente, dove fare un colpo vincente è difficilissimo, un po’ come è successo il gennaio scorso all’Australian Open, è bene sapere che per colpa di partite come questa. Naturalmente non è colpa di Berrettini o di Opelka, ma quando negli Anni ’90 match come questi erano diventati la norma e non l’eccezione, si pensò di fare qualcosa per rallentare le superfici e le palle. Poi ci si è fatti prendere la mano, e nemmeno questo è colpa dei tennisti, però il fatto rimane.
Non era difficile prevedere che sarebbe stata una gara di tiro al piccione, quella tra il nostro Matteo Berrettini e Reilly Opelka sul campo n. 10 di Flushing Meadows. Agli osservatori più attempati ha probabilmente ricordato certe sfide sull’erba di Wimbledon o sui tappeti indoor europei come il Supreme o il Forbo, che sono stati vietati proprio per attutire le armi ai grandi battitori.
“Se lui serve con l’angolo giusto puoi partire [a rispondere] da casa tua o da dove vuoi, la palla non si prende”
Matteo Berrettini
Difficile raccontare la trama della partita: il primo set è stato deciso da un solo break, ottenuto da Opelka all’ottavo gioco quando è riuscito a caricare bene con la risposta la seconda di Berrettini e prendere la rete per costringere il romano al passante di rovescio. “Tranne quel game non mi sono mai sentito in difficoltà alla battuta – ha spiegato Matteo alla fine – per cui alla fine si tratta anche di una questione di episodi. Lui è probabilmente più abituato a giocare partite in questo modo. Siccome ha molta fiducia nel suo servizio, il game di risposta lo gioca in maniera molto aggressiva”.
Nel primo parziale di questo esercizio stocastico con racchetta Berrettini ha vinto “solamente“ due punti su tre con la prima e poco più di uno su due con la seconda: non abbastanza quando l’avversario serve come un indemoniato e la risposta non l’arma migliore nel proprio arsenale.
Il secondo set è stato ancora di più una peculiarità statistica: 100% di punti vinti con la prima per entrambi i protagonisti nel corso dei primi 12 giochi, quattro punti persi in totale sul proprio servizio da Berrettini, tre da parte di Opelka. Il punto che segna la fuga dell’americano nella volata del parziale è quello sul 2-2, quando Opelka inizia lo scambio sulla prima di Matteo, si lancia a recuperare una volée a chiudere di Berrettini e finisce per indovinare un pallonetto vincente di puro telaio che gli dà il minibreak. Sul 2-5 Matteo mette in rete un’altra volée, bassa ma con il campo aperto, poi rimonta uno dei minibreak sul primo match point, ma viene poi obliterato da una prima al corpo di Opelka che chiude la partita dopo un’ora e un quarto di gioco.
Le immagini di Berrettini che viene investito dalla prima di Opelka sul match point sono state passate e ripassate sulla ESPN per il commento dei vari analisti, tra cui anche Brad Gilbert. “Se uno si mette sulla riga di fondo a rispondere a Opelka, se lo merita di essere colpito” ha detto l’ex numero 4 del mondo. “All’inizio rispondevo più indietro – ha spiegato Matteo – ma visto che non riuscivo a ottenere buoni risultati ho cercato di avanzare per metterlo in difficoltà. Ma se lui serve con l’angolo giusto puoi partire da casa tua o da dove vuoi, la palla non si prende”.
“Sarei stato uno stupido a non provare a colpirlo sull’ultimo punto. Indipendentemente da chi ci fosse dall’altra parte”
Reilly Opelka
Anche al gigante americano è stato chiesto dell’ultimo servizio: “Lui a metà del secondo set ha cambiato posizione di risposta, rendendo più semplice giocare in servizio al corpo. In quella situazione sarei stato stupido a non giocare quella palla, indipendentemente da chi ci fosse stato dall’altra palla. Nessuna cattiveria, ma questo sport richiede che si giochi così in certe situazioni“.
“È stato più bravo di me nel game in cui mi ha breakkato nel primo set, e nel primo minibreak nel secondo il lob è stato un po’ fortunoso – ha commentato Matteo Berrettini dopo il match – Comunque complimenti a lui, ha servito molto bene. Me lo aspettavo, ma anche da fondo ha giocato bene, anche l’ultimo minibreak per andare 6-2 mi ha fatto un passante in mezzo ai piedi dopo che l’avevo spostato. Non avevo mai giocato con un avversario così, e posso dire che è molto difficile. Però a un certo punto bisogna congratularsi con l’avversario e ammettere che è stato migliore di me”.
Anche Opelka è stato pieno di complimenti con il nostro Matteo: “Il suo servizio è una bomba, ha uno dei diritti migliori del circuito, e in campo è un bullo, vuole comandare sempre lui. Incredibilmente cocciuto, può giocarsela con chiunque, e può farlo settimana dopo settimana, perchè solo così si arriva nei Top 10“.