Doccia fredda più o meno inaspettata sul Bois de Boulogne, dove si stanno ultimando i preparativi per l’edizione duemilaventi del Roland Garros nell’anomala collocazione autunnale. Nel corso di un’intervista rilasciata alla testata France Inter, il primo ministro Jean Cassex ha dichiarato che non saranno concesse deroghe al limite massimo di cinquemila spettatori accolti negli eventi pubblici programmati nelle fatidiche zone rosse, che recintano le aree ritenute a più alto rischio di diffusione del Covid-19.
L’editto ovviamente colpisce anche lo Slam sulla terra rossa parigina, che fino a poche ore fa godeva dell’esenzione speciale appositamente concessa dagli stessi organi governativi. “Il tetto dei cinquemila potrà comunque essere rivisto al ribasso“, ha inoltre fatto sapere Cassex, “e nei casi peggiori le autorità si riservano il diritto di tornare a imporre le porte chiuse negli stadi e in tutti i luoghi d’intrattenimento“. Una notizia pessima per la direzione del Major al via il prossimo ventisette settembre, dal momento che le indicazioni precedentemente espresse dalla Presidenza del Consiglio avrebbero consentito all’organizzazione di sfruttare il 50-60% della capienza totale dell’impianto.
La FFT ha intanto ricordato che “l’eccezionale impianto sportivo del Roland Garros si estende su una superficie di dodici ettari, dimensione sufficiente a consentire la gestione dei flussi di pubblico e il rigoroso rispetto di tutte le normative tese a garantire la sicurezza di spettatori e addetti ai lavori“, ma a questo punto sarà costretta a rivedere le proprie aspettative di concerto con le massime autorità sanitarie.
Resta da dire che le zone d’ombra non sono poche: cosa si intende per tetto massimo? Cinquemila totali? Cinquemila solo sul Centrale e capienza ridotta sui campi secondari? Domande che troveranno risposte, si spera, nel corso dell’incontro in programma entro le prossime quarantotto ore tra direzione del torneo e rappresentanti del Governo.