I ragionamenti nella bolla di New York si spostano, in fisiologica proiezione, anche su quanto potrà accadere tra pochi giorni, quando il circuito si sposterà in Europa. Nell’attesa di capire quel che accadrà al Foro Italico in termini di eventuale accesso del pubblico (ne parla qui il direttore Scanagatta all’interno dell’editoriale), Milos Raonic – tra quelli con un approccio più prudente alla convivenza con l’emergenza sanitaria – ha espresso le sue perplessità sulla prevista apertura delle tribune del Roland Garros (in proporzioni ancora da definire).
“Ho sentito dire che sono stati messi in vendita biglietti per far entrare 20mila spettatori nell’impianto. A meno che non venga cambiata completamente l’organizzazione logistica, sarebbe impossibile – è l’ansia del canadese – raggiungere i campi di allenamento o quelli delle partite senza dover incontrare e superare decine se non centinaia di persone nel ground. Per me questa è una grande preoccupazione, considerando anche le notizie non incoraggianti sul fronte dei contagi che stanno arrivando dalla Francia, una problematica che non potrà essere risolta nel breve tempo che ci separa dall’inizio del Roland Garros“.
IL DIBATTITO – I cancelli dello Slam parigino in effetti si apriranno dal 27 settembre e la tendenza in Francia non sembra tra le più incoraggianti (ieri è stata superata nuovamente la quota di settemila contagi giornalieri). C’è anche da dire che la mediazione tra FFT e autorità politiche dovrebbe generare una soluzione non così permissiva sull’accesso del pubblico: la previsione dei 20mila spettatori al giorno è stata stroncata dal Governo, che ha ribadito più volte nei giorni scorsi l’impossibilità di superare i cinquemila ingressi previsti per gli eventi pubblici nelle zone a rischio, in modo da garantire il necessario distanziamento sociale. La partita resta in ogni caso aperta, con la prospettiva di un’ulteriore restrizione delle maglie nel caso in cui la curva dei contagi non dovesse fornire segnali incoraggianti.