Brutte notizie, ancorché ampiamente preventivabili, per i sette giocatori finiti nella “bolla nella bolla” dello US Open (i francesi Adrian Mannarino, Richard Gasquet, Grégoire Barrere, Édouard Roger-Vasselin e Kristina Mladenovic, più i belgi Ysaline Bonaventure e Kirsten Flipkens) dopo aver giocato a carte con Benoit Paire, risultato positivo al tampone lo scorso sabato. Il gruppo sarà infatti costretto a rimanere in quarantena fino all’11 settembre incluso, e potrà tornare in Europa sabato 12.
Alle 21:30 italiane di giovedì, come riporta L’équipe, si è svolta una riunione fra l’ATP, la USTA e il dipartimento di sanità dello Stato di New York per decidere cosa fare con i giocatori e con i loro accompagnatori. Da due giorni le autorità francesi stavano cercando di ottenere il rimpatrio dei propri connazionali, mettendo a disposizione un aereo su cui sarebbero potuti salire solo i diretti interessati. Inutile a dirsi, ma la trattativa non è andata in porto, e per chi è già stato eliminato (tutti a parte Mannarino in singolare e Mladenovic in doppio) non ci sarà altro da fare se non armarsi di pazienza, come scritto dal quotidiano transalpino. Potranno continuare ad allenarsi (unica circostanza in cui è permesso loro di lasciare le proprie stanza), ma non avranno accesso agli ascensori – come ci ricorda Mannarino – né alle aree comuni dell’hotel o del National Tennis Center.
La buona notizia è che la USTA ha messo a disposizione dei campi in terra battuta presso un altro circolo, e quindi i giocatori potranno prepararsi per il mini-swing sul rosso. Per molti di loro, però, il mini-swing rischia di restringersi ulteriormente fino a diventare un solo torneo, vale a dire il Roland Garros. Quasi nessuno, infatti, ha il posto assicurato per giocare a Roma (qui tutte le entry list aggiornate), e chi era iscritto alle qualificazioni difficilmente potrà parteciparvi, dato che inizieranno il 12, lo stesso giorno in cui saranno autorizzati a tornare in Europa. Al momento Gasquet è fuori di 13 posti (12 se si dà per scontata la wildcard a Sonego), e avrebbe quindi bisogno di un mezzo miracolo per accedere al main draw, mentre Mannarino necessita di solo due defezioni e ha quindi buone chance.
L’unica a salvarsi in singolare è Kiki Mladenovic, che ha agguantato l’ultimo posto disponibile e potrà quindi giocare (in ogni caso sarebbe stata sicura di un posto nel tabellone di doppio). Roger-Vasselin potrà giocare anche lui in coppia, essendo diciottesimo nell’ATP Ranking. Niente da fare, invece, per Barrère, Flipkens e Bonaventure – i primi due sono iscritti alle qualificazioni ma distanti anni luce dal cut-off per il tabellone principale. Particolarmente sfortunati Barrère e Bonaventure, che difficilmente avranno la possibilità di giocare le quali rispettivamente per Amburgo e Strasburgo, in programma la settimana prima di Parigi. Per questo motivo, l’avversario di ieri di Matteo Berrettini, Ugo Humbert, potrà ritenersi ancora più fortunato a non aver partecipato a quella partita a carte, come ci ha confermato lui stesso, visto che nell’entry list romana è di tre posti dietro a Mannarino.
A quanto pare, tuttavia, alcuni la stanno prendendo con filosofia: Flipkens, eliminata e in singolare e in doppio, non potrà lasciare Gotham fino all’11, quando terminerà la sua quarantena, ma ha commentato: “Non mi sto lamentando per i protocolli più severi. Anzi, sono grata per il fatto di aver potuto giocare. Se lo US Open e la USTA hanno imposto questi protocolli avranno avuto le loro buone ragioni. Tutto sta andando secondo logica. Per ora…”
Barrère, invece, sembra intenzionato a godersi una vita che per chi bazzica l’ambiente dei Challenger potrebbe restare irripetibile, o almeno a sdrammatizzare; come ha scritto, “sono passato dall’essere un signor nessuno agli Slam a sentirmi come Roger! Auto privata, guardie del corpo… Ci hanno messo in stanze che sono quasi delle suite. Rido per non piangere, sono solo contento di poter giocare”.