Non senza qualche difficoltà, Naomi Osaka è approdata agli ottavi di finale dello US Open. Per placare la potenza e la irriverenza della 18enne ucraina Marta Kostyuk, la quarta testa di serie ha dovuto infatti faticare non poco. Dopo un primo set vinto tranquillamente per 6-3, Osaka ha rincorso nel secondo parziale, alla fine perso al tie-break per 7 punti a 4. E le cose si sarebbero messe veramente male se nel quarto gioco del set decisivo Kostyuk avesse sfruttato una di quelle cinque palle break per andare sul 3 a 1.
“È stato un game molto importante. Non so come sarebbero andate le cose se lo avesse vinto lei e io avrei dovuto recuperare lo svantaggio. Per fortuna non ci devo pensare”, ha ammesso la campionessa nipponica. “Lei ha un gioco aggressivo e non si è fatta intimorire da me o dalla velocità della mia palla. Per una giocatrice della sua età è impressionante. Avrebbe potuto buttarsi giù nel secondo set ma ha giocato molto bene. È da tenere d’occhio di sicuro”.
Oltre a battagliare sul campo, Osaka, nata in Giappone ma cresciuta negli Stati Uniti, si sta dando però molto da fare in termini di sostegno alla causa del movimento Black Lives Matter. La scorsa settimana, il suo boicottaggio della semifinale a seguito del ferimento di Jacob in Wisconsin da parte di un poliziotto, ha costretto la WTA e l’ATP ad aggiungersi alla protesta e annullare tutti i match. Il suo impegno su questo fronte le sta valendo il plauso dei colleghi e anche della leggenda del tennis femminile Billie Jean King, paladina dei diritti civili.
“Le risposte che mi fanno più piacere sono quelle in cui mi si dice grazie. Per me è una sorpresa perché non mi sembra di stare facendo granché. Ma la gente dice che è orgogliosa di me e questo mi emoziona”, ha affermato Osaka che esibisce prima di ogni match una mascherina sempre diversa, con i nomi delle persone afroamericane vittima di ingiustizie. Sarebbe il caso per la WTA di continuare a promuovere questo messaggio anche quando ci si sposterà dagli USA? “Sì, certo. Il tennis è uno sport internazionale, con un sacco di gente che ci gioca in giro per il mondo. È una piattaforma ideale per parlare di argomento molto importante. Penso che quando un giocatore comincia a parlarne, poi altri se ne aggiungano”, ha risposto la n.9 della classifica mondiale.
A darle una mano in questa sua protesta potrebbe essere il suo nuovo amico Stefanos Tsitsipas. Una coppia strana all’apparenza ma a pensarci bene i due hanno in comune il fatto di essere veri cittadini del mondo oltre che stelle del tennis mondiale. Lei mezza haitiana e mezza giapponese, lui mezzo greco e mezzo russo. “Da parte mia sento che siamo molto simili. Ma dovreste chiedere anche a lui. Ci piace porci delle domande e siamo entrambi un po’ stralunati. Mi ci è voluto un po’ a capirlo sinceramente ma ora siamo amici”, ha detto Osaka. “Anche lui è una persona molto curiosa. Abbiamo culture molto diverse dato che lui è vissuto in Europa e io in America. Cose che io do per scontato non lo sono per lui e viceversa. Cerchiamo di superare queste barriere”.
Chi invece sembra vedere le cose da una prospettiva leggermente diversa rispetto a quella di Osaka è Petra Kvitova, testa di serie n.6 del tabellone femminile, anche lei approdata al quarto turno grazie all’agevole successo sull’americana Jessica Pegula per 6-4 6-3. “Il mio pensiero è semplice. In questo periodo stiamo tutti cercando di affrontare il Covid. Penso che sarebbe bello se tutti fossimo in pace e ci occupassimo di una cosa alla volta. E non più cose allo stesso tempo. Io la penso così: prenderci cura di noi stessi, comportarsi bene, questa è la cosa più importante per me. Il Covid è la priorità e ci dovremmo concentrare su quello”, ha sottolineato la tennista boema in conferenza stampa. Generazioni diverse, opinioni diverse.