Un epilogo pazzesco per uno degli Slam che sembrava più scontati in assoluto tra le edizioni della storia recente. Novak Djokovic è stato squalificato dallo US Open a causa di una pallata inferta a una giudice di linea. Il tennista serbo si è reso protagonista di un episodio discutibile sul finire del primo set, quando dopo aver subito il break che avrebbe potuto consegnare il parziale a Carreno Busta (lo spagnolo sarebbe andato a servire sul 6-5), ha lanciato la pallina in preda alla rabbia colpendo al collo la giudice di linea appostata al centro. A poco sono valse le difese di Djokovic, che nel corso di una lunga discussione con il supervisor ha tentato di far passare la linea della buona fede: il numero uno del mondo è stato squalificato dopo pochi minuti, chiudendo il suo US Open nel peggiore dei modi.
Non ci soffermeremo in questa sede sulla descrizione del primo set, che chiaramente passa in secondo piano, per analizzare la dinamica dell’accaduto ben visibile da questa inquadratura.
Il gesto di Djokovic somiglia molto alla classica circostanza in cui un giocatore, a game di servizio concluso, consegna la pallina a uno dei raccattapalle, se non che questa volta il serbo ha effettivamente colpito la pallina, invece che semplicemente passarla, e la traiettoria si è rivelata abbastanza rapida da colpire la giudice di linea. Chiaramente non si è trattato di un gesto intenzionale, ma sulla decisione finale del supervisor ha probabilmente pesato l’effetto della pallata: la giudice di linea si è subito accasciata a terra perché, colpita in piena trachea, non riusciva a respirare correttamente.
IL REGOLAMENTO – Occorre innanzitutto sottolineare che la decisione della squalifica spetta sempre al supervisor, laddove all’arbitro è concessa soltanto la facoltà di comminare le infrazioni compatibili con il proseguimento della partita. Per questo motivo, quando il gioco si è interrotto, il supervisor Soren Friemel è stato subito chiamato sul terreno di gioco per dirimere la questione. Dopo una discussione di circa quindici minuti è arrivata la decisione (inappellabile, come da regolamento) della squalifica dal torneo.
Consultando il rulebook degli Slam, si apprende che la casistica dell’abuse of balls prevede le solite tre sanzioni di gravità crescente: warning per il primo episodio, punto di penalità per il secondo e game di penalità per la terza infrazione. Come mai, dunque, Djokovic è stato squalificato alla prima infrazione?
Non c’entra nulla la pallata che Nole aveva scagliato (con molta più violenza) nel game precedente, il decimo, poiché l’arbitro non l’aveva ritenuta meritevole di sanzione e dunque si desume che la squalifica sia stata comminata per effetto unico dell’ultima infrazione. Ci viene solo in parziale ausilio il comunicato rilasciato dalla USTA:
“In accordo con il rulebook degli Slam, avendo ‘intenzionalmente colpito in modo pericoloso una pallina trascurando le possibili conseguenze’ (il comunicato cita il regolamento, ndr), il supervisor dello US Open ha squalificato Novak Djokovic dal torneo. A causa della squalifica, Djokovic perderà i punti guadagnati e sarà multato dell’ammontare del montepremi vinto in aggiunte alle altre sanzioni legate all’incidente che verranno disposte“.
L’infrazione citata nel comunicato è dunque la succitata abuse of ball, che però, da regolamento, non può condurre alla squalifica a meno che non si tratti della quarta (o superiore) infrazione. Perché il supervisor decida per la squalifica diretta deve essere ravvisata una condotta diversa, più grave: ci riferiamo nello specifico alla casistica dell’Aggravated Behaviour, che può essere costituita anche da un singolo episodio ‘particolarmente dannoso per lo svolgimento del torneo’. A totale discrezione del supervisor, dunque, ogni singolo comportamento antisportivo può essere passibile di un’infrazione che oscilla tra la multa di 250.000 dollari e l’esclusione permanente da tutti i tornei dello Slam. Nel mezzo, chiaramente, c’è la ‘semplice’ squalifica dalla partita e dal torneo che è stata disposta per Novak Djokovic.
Tornando per un attimo a parlare di tennis, l’esclusione dal torneo di Djokovic significa che avremo un nuovo campione Slam sei anni dopo la vittoria di Cilic, sempre qui a New York, nel 2014. Per la prima volta si tratterà di un tennista nato dopo il 1990.