Mentre a New York ci si prepara per i quarti di finale dello Slam più aperto della Fab Era (c’è anche il femminile, ovviamente, ma che sia aperto non fa notizia), il circuito ATP inaugura a Kitzbühel lo swing europeo sulla terra battuta settembrina. Spostato dal suo abituale slot in piena estate quando i top player stanno preparando le valigie per il cemento nordamericano, per una volta a organizzatori e partecipanti non verrà domandato se non sia il caso di abbandonare la terra e passare a una superficie dura.
Il tabellone principale a 28 giocatori con le prime quattro teste di serie avanzate di un turno comincia con un giorno di ritardo rispetto al solito in modo da lasciare un po’ di riposo in più a chi arriva da Flushing Meadows, ma il programma rimane scarno come il classico lunedì dei “250”. Quattro incontri del main draw, quindi, arricchiti però dall’apparizione speciale di Kei Nishikori che, a grande richiesta dopo l’operazione al gomito e il Covid-19, torna a disputare un match a un anno di distanza dalla sconfitta nei sedicesimi dello US Open con Alex de Minaur. In prima visione assoluta tra i monti del Tirolo, l’ex quarto giocatore più forte del mondo si è imbattuto in Miomir Kecmanovic per una sfida inedita che si è conclusa con la vittoria del ventunenne di Belgrado.
Partenza a razzo di Kei, ma l’iniziale 5-0 si riduce sempre più quando Miomir inizia a centrare il campo; fallisce tuttavia due palle consecutive per l’aggancio (dopo una favorevole interpretazione del segno lasciato dal suo vincente da parte dell’arbitro) e cede il parziale. Vinto il secondo, il set decisivo – poco sorprendentemente – vede Nishikori cedere fisicamente: perde gli appoggi, ricorre anche al serve&volley nel tentativo di abbreviare gli scambi che a volte termina piegato in due. Dopo dodici mesi di assenza dalle competizioni, non ci si poteva aspettare molto di più da Nishikori, soprattutto contro un avversario non dei più comodi fra i quali pescare.
Per quanto riguarda gli altri match, Hubert Hurkacz ha sfruttato l’aria di montagna per avere ragione in due set di un Joao Sousa certo più avvezzo a macinare gioco sul mattone già macinato. Sebastian Ofner, amico di famiglia dei Thiem e tennista della squadra di babbo Wolfgang, onora la wild card superando in due ore e tre quarti il moldavo Radu Albot. Infine, reduce da una non fortunatissima trasferta newyorchese, Guido Pella si libera in un’ora di Yoshihito Nishioka.
Sul Grandstand, riservato all’ultimo turno di qualificazioni, l’incontro di cartello (c’erano più spettatori lì che sull’Arthur Ashe che per gli ottavi di Thiem e Medvedev messi insieme) vedeva Andreas Seppi impegnato in un complicato faccia a faccia con Laslo Djere. Troppo complicato. Il nostro Seppiolone si è infatti arreso 6-3 6-4 al classe 1995 serbo.
Domani in campo i rimanenti otto incontri del primo turno. Non prima delle 12.30, Jannik Sinner ritrova Philipp Kohlschreiber, di quasi diciotto anni più vecchio e battuto lo scorso anno sul duro indoor di Vienna. Ma non è un ostacolo facile: Kohli è di casa a Kitzbühel, sia perché residente, sia perché ha alzato il trofeo a forma di camoscio nel 2015 e nel 2017 (il suo ultimo torneo vinto).
Risultati:
[5] H. Hurkacz b. J. Sousa 6-3 7-5
[WC] S. Ofner b. R. Albot 6-7(5) 6-4 7-6(4)
M. Kecmanovic b. [6] K. Nishikori 4-6 6-4 6-2
[7] G. Pella b. Y. Nishioka 6-3 6-0