V. Azarenka b. [20] K. Muchova 5-7 6-1 6-4
Che Victoria Azarenka fosse in forma non era in dubbio: la vittoria al secondo turno contro la connazionale Aryna Sabalenka aveva fatto aumentare le sue quotazioni, ma l’ottavo di finale contro la giovane ed estrosa Karolina Muchova sembrava poter arrestare la sua corsa. Inizialmente infatti le cose non si erano messe bene per Vika, tanto che il primo set era andato in favore della sua avversaria per 7-5, dopo un notevole sforzo da parte della bielorussa per recuperare due break di svantaggio. Questo sforzo apparentemente inutile deve aver stancato anche Muchova che nel secondo parziale è stata completamente assente e ha subìto un netto 6-1. Nel set decisivo non sono mancate occasioni per entrambe le tenniste ma la maggior esperienza dell’ex numero 1 del mondo ha pagato e alla fine Azarenka l’ha spuntata per 6-4 ottenendo la nona vittoria consecutiva tra ‘Cincinnati’ e New York.
Per lei si tratta del primo quarto di finale dopo la maternità: “Mi sento una persona diversa, ma la differenza nell’essere madre è che mio figlio capisca che io ho raggiunto i quarti di finale, e non penso che lui al momento lo faccia. (A differenza di mamma Pironkova, ndr) Non provo sensazioni diverse nell’aver raggiunto i quarti di finale come madre. Quando sono sul campo non mi identifico come una madre ma come una giocatrice. Il fatto che abbia raggiunto questo risultato non c’entra con l’essere un genitore, ma con il fatto che gioco a tennis. Comunque è bellissimo poter condividere questi momenti e magari essere un modello per mio figlio”.
Parlando dell’avversaria che l’ha tenuta in campo per 2 ore e 24 minuti ha riconosciuto la sua grande ecletticità: “Mi ha davvero impressionato, ha un gioco fantastico, molto intelligente, riesce a creare grande potenza, con molti slice e molti angoli; è bello vedere una giocatrice così completa”. E questo ovviamente gli ha creato non pochi problemi. “Soprattutto nel primo set credo di esser stata troppo frettolosa nel chiudere gli scambi e ho mancato un paio di palle molto facili. Ogni volta che scendevo a rete mi passava, la cosa mi ha un po’ infastidito non lo nascondo. Ma è stato divertente ribaltare la situazione e alla fine trovare le soluzioni vincenti in campo: essere più aggressiva e non farla muovere molto. Mi sento bene fisicamente e per battermi avrebbe dovuto mantenere quel livello di gioco iniziale per tre ore; è stato un match di qualità per entrambe“.
Per la numero 27 del mondo adesso c’è l’ostacolo Elise Mertens, al suo secondo quarto di finale consecutivo agli US Open, ma la cosa non sembra fare molta differenza per Vika. “Io non ho la sensazione che vincere agli ottavi sia più importante che vincere il match successivo o quello prima, per me si tratta di godersi il momento. Il fatto che io abbia più esperienza con i quarti di finale Slam non cambia il fatto che si tratta solamente di un match“.
[16] E. Mertens b. [2] S. Kenin 6-3 6-3
Forse proprio con questo spirito la belga ha affrontato il suo match di ottavi di finale dove ha eliminato la testa di serie n. 2 e campionessa in carica degli Australian Open. Elise Mertens ha rifilato un doppio 6-3 a Sofia Kenin in quella che è la sorpresa di giornata, riuscendo a mitigare la potenza dei colpi della sua avversaria con estrema facilità. “Ero mentalmente preparata per la battaglia e mi sono concentrata molto sul mio gioco” ha commentato la n. 18 del mondo. “Tutto ha funzionato oggi e non mi sono lasciata scappare nulla. Di questo sono contenta: che sono rimasta solida ad ogni punto. Tutti usano spesso l’espressione ‘sono in fiducia’ mentre io cerco di guardare la cosa in maniera un po’ differente: io cerco di essere me stessa, nel miglior modo possibile a seconda di ogni giornata“.
Chi non è riuscita ad essere la miglior versione di se stessa è stata Kenin, la quale comunque non ha perso il senso dell’umorismo: “Ho fatto meglio qui agli US Open rispetto al passato, quarto turno, è un miglioramento” ha esordito in conferenza stampa mentre rideva. “Non è divertente ma in qualche modo bisogna scherzarci sopra. Cercherò di portare con me le cose positive, dimenticandomi questo incontro. Ho già pianto prima, ora sto tenendo tutto dentro. Mi sarebbe piaciuto trovare un modo per farcela perché conosco il suo gioco. Lei ovviamente gioca bene e io non ho espresso in campo lo stile che ci vuole contro una come lei, non puoi permetterti tutti quegli errori come ho fatto io”.
Ma gran parte del merito va alla sua avversaria: “Io ho provato a rimanere aggrappata nel primo set ma non ce l’ho fatta. Non c’è molto da fare se lei gioca così bene, aggressiva, controllando il gioco e io sono lì a correre ad ogni punto. L’unica cosa da fare è passare all’offensiva ma non è certo un segreto, e penso che un po’ di fortuna aiuti. Io odio perdere e si spera che la cosa migliori in futuro quando inizierò a perdere di meno”.
Il modo migliore per riprendersi dopo una batosta è quello di tornare subito a competere ed è questo il piano della n. 4 al mondo. “Resterò qui a rilassarmi e fra due, tre giorni ci dirigeremo a Roma. Probabilmente giocherò anche Strasburgo, non sono sicura e poi certamente Parigi. Lo scorso anno al Roland Garros è dove ho iniziato a giocare bene e ho trovato il mio grande tennis (battendo Serena Williams al terzo turno, ndr). Sono molto entusiasta di andare lì”. Tra le tante novità che ha portato con se la pandemia c’è l’inversione in calendario tra i due Slam di New York e Parigi, una cosa gradita a Sofia: “Penso che per me sia più facile adattarmi ad una superficie lenta provenendo da una veloce, anziché passare dalla terra direttamente al cemento”. Quindi, con qualche giorno di preparazione in più, i tornei sulla terra hanno trovato una nuova favorita.
Il tabellone femminile dello US Open con tutti i risultati aggiornati