Non si può negare che Nicolàs Massu abbia cambiato la carriera di Dominic Thiem, trasformandolo da specialista del rosso ad altrettanto (o quasi) grande giocatore da cemento. Da quando il cileno siede sulla sua panchina, Dominator ha raggiunto due finali Slam sul cemento (la vittoria di ieri e la sconfitta, sempre in cinque set, dell’Australian Open di gennaio) e vinto altri tre titoli sulla superficie, Indian Wells, Pechino e Vienna, oltre a raggiungere anche l’ultimo atto delle Finals.
Per molti, la crescita del suo protetto è stata sorprendente, ma non per lui, come confermato davanti ai giornalisti (virtuali) subito dopo la vittoria agonica di ieri notte: “Ancora prima di iniziare ad allenarlo, non credevo a quello che dicevano su di lui, cioè che potesse vincere solo sulla terra; per me ha sempre avuto tutti i mezzi per potersi imporre ovunque, magari con qualche aggiustamento qua e là. Vincere Indian Wells nel 2019 gli ha dato grande fiducia, e questa vittoria lo aiuterà ancora di più a mantenere la calma. Sono sicuro che avrà anche la chance di vincere il Roland Garros, o quest’anno o nelle prossime stagioni, ma dobbiamo muoverci un passo per volta”.
Certo, il match non è andato secondo le previsioni, visto che per i primi due set l’austriaco ha sbagliato tutto lo sbagliabile, sommerso dalla pressione e dalla brillantezza dell’avversario: “Sascha è stato molto solido all’inizio, serviva in modo incredibile mentre Dominic faceva degli errori inconsueti per lui, non era in controllo della situazione. Se in quel momento c’era una differenza netta fra i due, nell’ultimo set era molto difficile capire chi l’avrebbe spuntata. È il bello dello sport, non è finita fino a quando l’ultima palla non viene colpita. Sascha stava giocando molto meglio all’inizio, ma c’è sempre una possibilità di rientrare, soprattutto nel tre su cinque. L’importante è rimanere concentrati, che sia una finale Slam o un primo turno, bisogna crederci”.
Ora le aspettative su Thiem saranno per forza di cose diverse, ma Massu sa bene che ci sono problemi peggiori da avere: “Non ho paura delle nuove aspettative, anzi, preferisco avere questo problema, perché vuol dire che ha vinto! Nei prossimi giorni avrà molto da fare in Austria, ma il suo stato d’animo lo aiuterà, se avesse perso sarebbe stato peggio. L’importante è rimanere concentrato su ciò che si vuole, e ora lui vuole giocare a Parigi“. La sfida sarà vincere di nuovo battendo i fuoriclasse che hanno monopolizzato gli ultimi tre lustri abbondanti: “Anche quando ha giocato dei tornei in cui i Big Three erano presenti, ha sempre pensato di avere una chance; d’altronde, in Australia è stato avanti due set a uno in finale con Djokovic. La cosa fondamentale è saper gestire la pressione dei favori del pronostico, che è il motivo per cui Nole, Federer e Nadal hanno vinto così tanto“.
L’oro di Atene 2004 (singolare e doppio, entrambe finali al quinto) ha anche voluto regalare un ringraziamento a chi ha reso possibile lo svolgimento del torneo: “La bolla è una condizione particolare, ma noi siamo venuti per fare il nostro lavoro, e dobbiamo essere grati a tutti, l’USTA, l’ATP, l’ITF, i volontari, perché hanno fatto un lavoro incredibile – un mese e mezzo fa non ero così sicuro che il torneo si sarebbe svolto”.
Quali sono adesso i programmi per la terra battuta? “È stato davvero un match drammatico, dobbiamo goderci il momento. Partiremo domani pomeriggio per l’Europa. Dominic deve riposare, poi potremo iniziare a prepararci per la stagione su terra, che quest’anno non è molto lunga. Probabilmente inizieremo ad allenare i colpi verso la fine della settimana. Non c’è tempo per recuperare, se non saltando un torneo come faremo a Roma. Domani andremo a Vienna, dove potrà recuperare mentalmente e fisicamente, ritrovando le motivazioni giuste”.