[WC] J. SInner b. [3] S. Tsitsipas 6-1 6-7(9) 6-2
Non una bella partita, ma una bella, bellissima vittoria per Jannik Sinner che si prende la rivincita su Stefanos Tsitsipas e raggiunge per la prima volta gli ottavi di finale in un torneo Masters 1000. La prova dell’italiano si può nel complesso definire solida, soprattutto sotto il profilo mentale. Pur senza brillare infatti, Jannik ha mantenuto un buon livello generale pur con qualche calo alla fine del secondo set, dovuto più che altro alla pressione di chiudere. La reazione dopo quel secondo parziale perso in maniera così rocambolesca (11-9 al tiebreak) però è stata davvero convincente e indice di una maturità tennistica che forse va già ben al di là dei diciannove anni riportati sulla carta d’identità.
Dal canto suo invece Tsitsipas dovrà iniziare a farsi qualche domanda (e auspicabilmente a rispondersi). Forse la brutta sconfitta con Coric allo US Open ha lasciato un segno più grande di quanto i tweet ironici del greco vogliano far trapelare o forse si tratta solo di un periodo no, ma la prestazione odierna è stata davvero disastrosa (58 errori gratuiti e una sinfonia di stecche di dritto davvero inusuale).
Sinner ottiene così la seconda vittoria contro un top 10 in carriera (l’altra era arrivata quest’anno a Rotterdam contro David Goffin) e diventa il più giovane italiano a battere due volte uno dei primi dieci, scalzando l’attuale presidente ATP Andrea Gaudenzi che ci era riuscito a vent’anni. Agli ottavi di finale, l’italiano attende il vincente della sfida tra Grigor Dimitrov e Yoshihito Nishioka.
LA PARTITA – Il primo set inizia (e finisce, in realtà) con uno Tsitsipas troppo brutto per essere vero. Il greco non trova il campo, soprattutto col dritto, e perde immediatamente il servizio. Dall’altro lato della rete, Sinner fa il suo, mantiene il palleggio profondo come suo solito e raccoglie lieto ogni regalo dell’avversario, che chiude il set con 18 errori non forzati (più di due e mezzo a game). Dopo mezz’ora di gioco, un doppio fallo del greco sigilla l’impietoso 6-1.
In avvio di secondo parziale, Tsitsipas prova scuotersi un po’ e si procura una palla break senza però riuscire a sfruttarla. Allora tocca a Sinner strappare, per la quarta volta in meno di un’ora, il servizio all’avversario e involarsi sul 3-0. Il gioco è tutt’altro che gradevole, ma Sinner riesce a essere solido quel tanto che basta per arrivare a servire per il match sul 5-3. Qui però l’azzurro avverte la gravità del momento e con alcune scelte frettolose finisce per cedere la battuta e rimettere in partita Tsitsipas. Il greco, sollevato, ritrova un po’ di precisione con il dritto e, aiutato da un Sinner più teso e contratto, infila in quarto game di fila riservandosi la possibilità di servire per pareggiare il conto dei set. Stavolta è lui a peccare di fretta e così si approda al tiebreak, nel quale si sublima (se così si può dire) il brutto tennis offerto dai due in questo parziale.
In un turbinio di minibreak (8 nei primi 10 punti) e dritti steccati, il primo ad avere una chance di chiudere è Tsitsipas, che però non ha successo. Si alternano poi un match point Sinner, set point Tsitsipas e un altro match point Sinner. Al terzo tentativo è però il greco a intascarsi il set, grazie a un dritto affossato in rete dall’italiano. Un dato su tutti descrive questo tesissimo secondo parziale: Tsitsipas lo ha vinto nonostante un saldo di 24 gratuiti e soli 7 vincenti.
Il colpo sarebbe durissimo per chiunque, ma evidentemente non per Sinner che riparte avendo fatto tabula rasa di ciò che è successo. Certo, Tsitsipas lo aiuta non poco con altri tre non forzati di dritto, ma il colpo che suggella il subitaneo break è uno splendido dritto vincente in corsa di Jannik. A vacillare è invece Tsitsipas che sparisce dal campo e lascia via libera a Sinner, cedendo ancora il servizio nel terzo gioco. Stavolta l’azzurro non trema più, gestisce gli scambi e chiude 6-2, con un perentorio gioco a zero.