Da Forlì, Massimo Gaiba
Il ragazzo si sforza di portare con disinvoltura i suoi 18 anni, finisce di allacciarsi le scarpe, saltella nervosamente sul posto e infine si decide. Raccoglie la sacca con le racchette e si avvia: lo aspetta il suo primo campo centrale. Sarà anche il Circolo Tennis Carpena in quel di Forlì ma per lui è come il Roland Garros. Potrebbe essere un passo decisivo per coronare il suo grande sogno: tennista professionista!
Ma un’ombra d’inquietudine nello sguardo ci dice che sa benissimo che potrebbe anche essere tutto il contrario. Potrebbe pure arrivare una prima e cocente delusione. Del resto quel vecchio marpione che lo sta aspettando sul centrale, lui al Roland Garros c’è stato per davvero.
Questo è il mondo dei Challenger, vera cinghia di trasmissione tra il semiprofessionismo del circuito ITF e il grande palcoscenico ATP. Un mondo popolato da giovani rampanti che cercano di dare seguito alle tante belle speranze che hanno suscitato fin da quando il primo maestro disse ai genitori: “il ragazzino ha talento”.
Ci sono anche tanti over 30 che, dopo una buona carriera ad alti livelli, non si rassegnano al passare del tempo e alle ginocchia che scricchiolano. Infine i tanti, la maggior parte, che, non più giovanissimi, ci stanno ancora provando. Mica sarà così difficile entrare nei primi 100? Se no penseranno al piano B: coach, procuratore o chissà che altro. Intanto girano il mondo e cercano ogni giorno di migliorare il proprio gioco.
Detto questo bisogna però intendersi: nei Challenger l’organizzazione è molto professionale, l’ATP Tour sovrintende con rigore, il livello di gioco è alto e nessuno regala niente, inseguendo il proprio sogno. E nella gerarchia dei sogni, il primo gradino è rappresentato dalle qualificazioni, un minitorneo crudele e spietato dove, a questi livelli, se perdi te ne torni a casa senza soldi e senza punti.
Al Challenger di Forlì le qualificazioni presentavano un tabellone a 16 con diversi italiani: gli esperti Brancaccio, Ornago, Bega e i giovani Zeppieri, Vianello, Forti e Passaro.
Sono sopravvissuti al primo turno Giulio Zeppieri, il predestinato, (che ha avuto facilmente la meglio sul 19enne Passaro), Alessandro Bega e Raul Brancaccio che hanno eliminato rispettivamente il giovane ravennate Michele Vianello e il russo Dubrivny. Niente da fare per il milanese Ornago che contro lo svizzero naturalizzato americano Alexander Ritschard, dopo aver rimontato nel secondo set fino al vittorioso tie-break, non ha più offerto resistenza nel terzo e decisivo parziale. Eroica la difesa di Francesco Forti contro il solido brasiliano Thiago Monteiro (n.88 del mondo) in quella che è stata senza dubbio la migliore partita di giornata, nonostante il punteggio piuttosto secco: 6-3 6-3. Forti è riuscito a tenere il ritmo del brasiliano e a contrastarne la palla pesantissima con una grande mobilità ed interessanti variazioni, tra cui un uso intelligente della palla corta. Purtroppo sono state fondamentali sul 3-4 e servizio Forti tre palle consecutive che l’italiano ha giocato in modo sciagurato concedendo a Monteiro il break decisivo.
Domani gli ultimi incontri per completare il tabellone con Bega che se la vede, da sfavorito, con lo statunitense Chris Harrison. Raul Brancaccio tenterà l’impossibile contro Thiago Monteiro, e Giulio Zeppieri affronterà il tunisino Aziz Dougaz, un longilineo mancino che ti ruba gli occhi. Ricorda un po’ il primo Shapovalov e, come lui, regala fortunatamente anche tanti punti.
Mentre si svolgevano le qualificazioni sono arrivate notizie fantastiche per il torneo: il seeding si è arricchito all’ultimo momento delle presenze di Francis Tiafoe (n. 66) e dei nostri Lorenzo Musetti e Salvatore Caruso.
Se aggiungiamo i già confermati Pablo Andujar (n. 51) e Andreas Seppi bisogna riconoscere che il Challenger 100 di Forlì è riuscito ad allestire un tabellone veramente importante.
PICCOLE INTERVISTE QUOTIDIANE
Giulio Zeppieri
Parliamo di Musetti, invidioso? Potevi esserci tu a sfidare Wawrinka.
Effettivamente c’è mancato poco anche se non parlerei di invidia. Certo però che uno vuole sempre vincere anche se gioca contro il suo migliore amico.
Tu ti senti a livello?
Credo proprio di sì, a Roma ho fatto due ottime partite e sono arrivato meritatamente all’ultimo turno delle qualificazioni.
Sinner dice che forse Musetti ha anche dei colpi migliori dei suoi. Che ne pensi?
Siamo tre giocatori molto diversi e questa è una cosa molto buona. Lorenzo è quello che ha un gioco che più si differenzia. Gioca molto il back, si gira spesso sul diritto ed è di gran lunga quello più fantasioso.
Ho visto che non giochi mai la palla corta.
Lorenzo ne gioca diverse perché cerca di levarsi dalle situazioni difficili col tocco, tipo la smorzata, o col serve and volley. Io gioco in maniera diversa, la palla corta la uso ogni tanto ma non è il mio punto forte. E’ una cosa in cui devo migliorare.
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Michele Vianello
3 gennaio 2001 dunque ti possiamo ancora considerare tra i giovanissimi?
Spero di sì.
Cosa ne pensi di questo Rinascimento del tennis italiano, con alcuni tuoi coetanei che sono finiti in prima pagina?
Soprattutto Sinner, Musetti e Zeppieri hanno fatto un salto notevole a partire dallo scorso anno. Possiamo solo ammirarli, sono da prendere ad esempio.
Tu su chi scommetteresti tra Musetti, Sinner e Zeppieri?
Non me la sento di sbilanciarmi, davvero.
E tu invece? Hai già una classifica ATP?
No, non ancora. A queste qualificazioni sono arrivato attraverso un torneo di prequalifica in cui per il vincitore c’era in palio una wild card.
Dici che i magnifici tre si sono impegnati anima e corpo, tu invece?
Io ci ho provato ma ho avuto diversi problemi, infortuni, la scuola, qualche scelta sbagliata. Ma è evidente che loro si sono impegnati di più, hanno messo una concentrazione maggiore negli allenamenti e questo li ha premiati. Infatti io sono convinto che il lavoro paghi e dunque vuol dire che loro hanno lavorato meglio.
Oggi cosa ti è successo? Con Bega nel primo set vincevi 5-4 e servizio poi sei scomparso.
Sul 5-4 un po’ di tensione. Perso il set sono crollato mentalmente e fisicamente. Infatti ero reduce da una settimana molto dura e pensare di lottare per arrivare eventualmente ad un terzo set dove non avrei avuto energie mi ha scoraggiato.
Programmi?
Volevo provare a fare qualche torneo ITF ma è molto difficile entrare in tabellone perché ora ci sono meno tornei e le entry list sono diventate molto selettive.
Francesco Passaro
Hai perso 6-3 6-2 con Zeppieri ma nel gioco mi sei sembrato molto più vicino di quanto dica il punteggio.
Sì, nel primo set pur non giocando benissimo ho approfittato del fatto che anche lui era piuttosto falloso. E ho avuto alcune occasioni, ma niente da dire. Lui gioca bene.
Con Zeppieri c’è meno di un anno di differenza, quali altre differenze?
Lui ha fatto molte più partite di livello nei challenger mentre io ho giocato meno di lui.
Che programmi hai in questo strano anno?
Proverò a fare qualche 15.000 dollari ma con la mia classifica è difficile entrare in tabellone.
E questi tuoi coetanei che ottengono grandi risultati?
Direi che sono di sprone per tutti noi, chissà forse un giorno, accumulando partite su partite, anch’io riuscirò a fare come loro.
Francesco Forti
Sicuramente la miglior partita della giornata contro il brasiliano Thiago Monteiro. Hai qualcosa da rimproverarti?
Sicuramente nel momento decisivo del primo set mi è mancata un po’ di lucidità. Questo mi ha portato a commettere tre gratuiti consecutivi.
Però ti sei difeso egregiamente.
Devo dire infatti che sono molto contento della mia partita perché lui è un avversario con la palla molto pesante. Sono comunque contento, ho giocato bene anche a Roma. Sto lavorando ottimamente.
Programmi?
Dovrei andare a fare due 25.000 in Portogallo