Siamo arrivati all’epilogo di questi strani Internazionali d’Italia in epoca di coronavirus. Una conclusione altrettanto peculiare con le due finali del torneo di singolare maschile (ore 17) e femminile (alle 14:30), che si disputano eccezionalmente di lunedì invece che di domenica. Ma, come si suole dire, le cose più cambiano e più rimangono le stesse. E così ci ritroviamo le due prime teste di serie del seeding, Novak Djokovic e Simona Halep che cercheranno di aggiudicarsi il titolo al Foro Italico.
La finale femminile sarà addirittura una sfida tra le due favorite del tabellone, con la rumena che si ritroverà di fronte la campionessa in carica Karolina Pliskova. Dovrebbe essere la regola ma in realtà è un’assoluta rarità di questi tempi per un evento WTA. Djokovic invece sarà opposto a Diego Schwartzman, n.13 del ranking ATP, e giustiziere di Rafa Nadal ai quarti di finale. Insomma, se l’argentino non ci avesse messo lo zampino (e non è un caso se usiamo il diminutivo) rischiavamo di avere le finali più ordinarie possibili nell’edizione del torneo più straordinaria possibile.
E invece ce l’ha messo. Eccome se ce l’ha messo. E in seguito ha superato in semifinale l’estroso Denis Shapovalov, in quella che è stata probabilmente la partita più emozionante del torneo finora, al tie-break del terzo set dopo tre ore e un quarto di splendido tennis. Probabilmente troppo splendido. Sicuramente troppo tennis e basta. Troppo se meno di 24 ore dopo devi affrontare il cannibale serbo con il quale, manco a dirlo, hai sempre perso in carriera, tutte e quattro le volte che lo hai visto al di là della rete. Anche quando ti sei ritrovato avanti due set a uno sulla tua superficie preferita (la terra) e nel tuo Slam preferito (il Roland Garros).
Dal canto suo, Nole due o tre motivi per vincere questo suo quinto titolo nella Capitale ce li ha. Il primo è cercare di far dimenticare in fretta a tutti (anche a sé stesso) la terribile figuraccia degli US Open. Il secondo è issarsi a quota 36 in vetta alla classifica dei tennisti con più titoli 1000 in carriera, scavalcando Rafa Nadal. Un altro passo verso quella supremazia statistica che dovrebbe far vacillare ogni impressione e partigianeria nella sfida tutta interna ai Big Three.
Se per Djokovic questa partita non è che un altro passo per fare la storia del tennis, per El Peque in ballo c’è la sua di storia. Quella che non l’ha mai visto entrare nei primi 10 del mondo. Un traguardo che lui si è prefissato da tempo e che non è così scontato quando madre natura non ti dota di un talento smisurato e arrivi a fatica al metro e settanta di altezza. Schwartzman ci ha messo del suo per arrivare fin qui e di sicuro lo farà anche nella finale. “Nulla è impossibile. So che è molto difficile. Dovrò dare tutto quello che ho”, ha dichiarato in conferenza stampa. Insomma, Schwartzman farà lo Schwartzman. Il che significa non mollare un punto. Ma se Djokovic farà il Djokovic, l’esito dell’incontro non sarà in discussione.
C’è più incertezza sul versante femminile. I precedenti dicono 7 a 4 per Halep. Spicca tra le vittorie della rumena il successo nella semifinale del Roland Garros 2017 in tre set. “Ma la situazione in quel caso era completamente diversa. Pensavo di non avere chance contro Simona sulla terra rossa. Ora so di poterla battere”, ha dichiarato Pliskova. E in effetti lei si è aggiudicata gli ultimi due faccia a faccia l’anno scorso, a Miami e alle Finals di Shenzhen. Non c’è bisogno di dire che per la ceca la chiave sta nel ricavare il massimo dal suo portentoso servizio e cercare così di evitare il più possibile di evitare estenuanti scambi da fondocampo.
Halep dovrà mantenere alta l’intensità e la concentrazione dall’inizio alla fine. Una cosa che ad esempio non le è riuscita nella lottata semifinale contro Garbine Muguruza. Insomma, nessuno spazio per le distrazioni per la campionessa di Costanza che cerca il suo primo successo agli Internazionali, dopo le due sconfitte consecutive in finale contro Elina Svitolina nel 2017 e nel 2018.