“Le mie gambe non c’erano“. Sintesi efficace di una finale che Karolina Pliskova, nella sostanza, non ha mai giocato fino al momento del ritiro dopo tre game del secondo set. “Ma restano i grandi meriti di Simona – ha commentato – è una che non regala mai nulla, sicuramente non era l’avversaria giusta contro cui scendere in campo non al meglio“. Ci ha voluto provare comunque, la campionessa degli Internazionali 2019, nonostante le coscia sinistra (ampiamente fasciata) non le trasmettesse buone sensazioni già da qualche giorno. “E’ un problema che ho iniziato ad avvertire già dal quarto di finale contro Elise Mertens – svela – poi è diventato più fastidioso alla vigilia di questa finale. Ho pensato per qualche istante se fosse giusto giocare o no, scegliendo poi di provarci. Non è andata bene, adesso mi prendo due giorni di riposo sperando siano utili“.
VERSO PARIGI – Il pensiero, ovviamente, è proiettato al Roland Garros. “Spero di essere pronta, c’è una settimana di tempo e dovrebbe essere sufficiente – l’auspicio della ceca -, magari è solo un affaticamento per aver giocato partite difficili e intense sulla terra arrivando direttamente dal cemento americano. In ogni caso, dovranno essere i medici a dirmelo. Spero di recuperare anche perché sarebbe complicato reggere due settimane di tennis a Parigi senza essere in buone condizioni“. Comunque senza eccessive pressioni, perché Pliskova ha le idee ben chiare sui rapporti di forza: “Ci sono ragazze che sulla terra giocano molto bene, io non mi sento una favorita. Posso giocare un buon tennis, quello sì. La vera favorita è Halep, non solo per il suo grande valore, ma anche perché arriva da due tornei consecutivi vinti sulla terra (Praga prima di Roma, ndr). E questo può essere un significativo vantaggio“.