Tutti parlano a Parigi del Covid e al Roland Garros del freddo, della pioggia, dei campi pesanti, delle palle ancor più pesanti, dell’impossibilità di chiudere rapidamente i punti, anche se non tutti stanno in campo 6 ore 5 minuti come Lorenzo Giustino, sia pure in un match giocato in due giorni, o 4 ore e 7 minuti come l’altro Lorenzo, Sonego.
Se a tutto questo si aggiunge che alcuni tennisti, e tenniste, sono arrivati a Parigi avendo giocato poco o nulla sulla terra rossa e non è stato semplice neppure allenarsi, si comprende perché le sorprese possano essere all’ordine del giorno.
Se si lamenta Rafa Nadal delle Wilson – che grande pubblicità indiretta per la Babolat! (attenzione non dico che Rafa lo abbia fatto perché della Babolat è testimonial da sempre; i leoni da tastiera non comincino a speculare… c’è anche la Dunlop che produce buone palle da tennis, e altre) – che a detta di tutti resta il primo favorito anche di questo Roland Garros, figurarsi gli altri che hanno meno potenza di lui. Vero che le palle che non prendono il top spin e non rimbalzano alto lo danneggiano, ma quanti hanno i bicipiti di Nadal per spingere incessantemente quei palloni?
Li ha Djokovic? Forse no. Li ha Thiem? Forse sì. Pochi sembrano in grado di caricare i colpi come l’austriaco che ha raggiunto due finali e due semifinali negli ultimi quattro anni. Djokovic è un gran ribattitore, il n.1, e uno straordinario difensore… ma quando ci si difende non è sempre facile giocare lungo se le palle sono pesanti. Potrebbe risentirne?
A me pare che abbia ragione Mats Wilander che su Eurosport imperversa – io sono stato per quasi 160 Slam ininterrottamente sul posto e quindi non avevo mai guardato tanta TV, tanto Eurosport, tanto Wilander e Schett come in questi giorni… – a dire che un vero favorito non c’è, ma che i favoriti sono tre, Nadal, Djokovic e Thiem, e gli altri lo sono tutti molto meno. In particolare quelli della metà bassa, perché chi volesse arrivare alla finale dovrebbe probabilmente battere sia Nadal sia Thiem, e una volta giunto in finale anche Djokovic. Un’impresa degna di quello degli Orazi che, rimasto solo, abbatté uno dopo l’altro i tre Curiazi.
Chi altri ha un gioco pesante e non si affida eccessivamente al top spin né troppo al servizio, visto che punti gratis dalla battuta non sarà semplice procurarseli?
Berrettini avrebbe il dritto, ma avrà spuntata l’arma della battuta, sulla quale lui per solito conta molto. In compenso la palla corta diventa un’altra arma importante. Se si ha buon tocco anche con queste palle e si riesce a fare un drop shot che scavalchi di poco la rete, diventa dura tirarlo su e dargli velocità. Matteo in buona giornata l’arte della palla corta la conosce. Vedremo se avrà o meno queste buone giornate e se riuscirà a non innervosirsi, sapendolo prima, per i pochi punti diretti che gli deriveranno dal servizio. Tuttavia se questo entrasse, anche con pochi ace, non sarà facile rispondere lungo e sottrarsi alla sua castagna di dritto. Oggi Pospisil lo attaccherà e metterà a dura prova il suo passante di rovescio. Matteo dovrebbe cercare di tenerlo lontano. Ci riuscirà? Se sì il suo tabellone non è semplice (Popyrin, Struff… che hanno caratteristiche simili alle sue) ma a Djokovic nei quarti si può arrivare, sempre che Djokovic non perda prima. Da chi? Khachanov? Beh, attenzione, al russo la potenza non manca davvero. Lo scorso anno ha raggiunto i quarti e prima di allora, giovanissimo, due volte il terzo turno. Semmai a Karen manca talvolta la pazienza e quasi sempre, per via della stazza fisica, la corsa di chi deve anche sapersi difendere.
Medvedev è già schizzato fuori, come pensavo che potesse accadere appena ho visto il sorteggio. L’ho anche scritto. E l’avevo ribadito ieri…solo che quella parte finale del pezzo che qui riproduco “la vedo dura per Mager con Lajovic e per Caruso con Pella. Non conosco abbastanza il figlio di Andres Gomez che affronta un Sonego che ha bisogno di vincere per ritrovare fiducia. Rafa, Serena e Thiem non li immagino in difficoltà anche se Thiem ha Cilic che a Roma c’era e lui no. Stia attento invece Medvedev con Fucsovics. Ci può perdere” non è mai uscita. Dovrete fidarvi di me più di quanto si fidi Fognini…
Poiché nel mio video di stamattina ho già parlato dell’eccellente bilancio italiano non mi ripeto qui. Ma, tornando a Medvedev, per lui è la quarta sconfitta consecutiva al primo turno al Roland Garros, quindi forse non è neppure questione di terreno e palle pesanti. Semplicemente non gli piace giocare sui campi rossi. E sì che ha scelto di abitare in Francia, quindi il tempo di provare a migliorarsi non gli manca davvero.
Tolti i primi tre superfavoriti, e Medvedev già k.o. ma mai temuto più di Rublev che poteva trovarselo di fronte negli ottavi, ecco Tsitsipas. Il greco ha preso la brutta abitudine di perdere match quasi vinti, forse con il peso di una certa responsabilità, è diventato più fragile di nervi. Lo dice quanto accaduto all’US Open, dove si è mangiato sei match point con Coric e anche ad Amburgo, dove ha perso la finale con Rublev dopo essersi trovato avanti 5-3 al terzo e quindi avendo servito per il match. Al tempo stesso questi risultati dicono anche che Tsitsipas, pur con la brutta partita giocata contro Sinner, è uno che sulla terra rossa sa giocare eccome: una finale a Madrid, una semifinale a Roma un anno fa, quarti a Parigi, andiamoci piano a darlo per battuto contro chiunque. Soprattutto se il favorito è l’avversario.
Pure Zverev, più che il nostro Berrettini e… Monfils che non c’è più, è tipo capace di tutto, nel bene e nel male. Quante scorie avrà lasciato la brutale sconfitta di Flushing, con quei 15 doppi falli che si porta appresso, non è dato prevedere, però uno che è capace di vincere Roma e Madrid e di fare quarti a Parigi, può benissimo indovinare la giornata giusta per sorprendere chiunque anche lui. Per magari perdere al turno successivo da uno meno bravo. Gli anni passano per tutti e Wawrinka non è più forse quello di una volta, e lo si è visto con Musetti, però se c’è un tennista che sembrerebbe poter essere favorito da queste condizioni di gioco forse questi è proprio Stan The Man. E lo ha ammesso lui stesso. A lui la potenza per spingere pallettoni da cinghiale non è mai mancata.
Insomma, il fattore campo e palle non va trascurato. Può rovesciare situazioni tecniche valide altrove.
TORNEO FEMMINILE – Idem dicasi per le donne. Quelle meno corpulente come fanno a spingere la palla? Io pensavo che con queste palle (“Non sono buone nemmeno per i cani!” ha detto Evans) si dovesse trovare bene Muguruza e invece ieri per poco non perde. Ha vinto soltanto 8-6 al terzo con la Zidansek che mi pare conducesse 3-0 al terzo. Serena ha fatto fatica ma alla fine ne è venuta fuori senza perdere set, la finalista dello scorso anno Vondrousova è stata spazzata via dal campo e… una ragazza, Zavatska, che avrebbe potuto affrontare Errani battendo Bertens, ha rotto tre volte le corde d’una racchetta e alla fine ha dovuto farsene prestare una dal suo coach! Stranezze da Roland Garros autunnale.
Ho accennato nel video, registrato prima che perdesse al quinto set a oltranza anche Hurkacz testa di serie n.29 con quell’inesauribile ‘sanguisuga’ di Sandgren, alle teste di serie saltate ieri nel “maschile”, ma anche nel femminile c’è stata una discreta ecatombe e nulla mi toglie dalla testa che palle, campi e clima abbiano avuto il loro… peso (non è il caso di dirlo?). Ho parlato del fattore K perché hanno perso Keys 12, Kerber 18, Kuznetsova 28 (dopo Konta n.9, Kontaveit n.17, nonché Kovinic e Korpatsch… Kenin stia in guardia oggi! ) ma le difficoltà patite da altre tenniste che venivano considerate favorite – Yamstreska, Vondrousova, Muchova – mi fanno pensare come Nadal che ha detto: “Sarà un torneo diverso”. Ciò anche se Rafa forse vuol mettere le mani avanti dovesse fallire la sua caccia al Roland Garros n.13 e soprattutto allo Slam n.20.