Pioggia ancora di scena a Parigi, per fortuna non nel ruolo di protagonista. Un paio di sospensioni stanno comunque ritardando il programma della giornata che dovrebbe completare il primo turno dei tabelloni; per quanto riguarda il torneo femminile non sono mancate sorprese, rimonte rocambolesche e match point annullati.
LA NUMERO 2 IN 3 – Avevamo lasciato Karolina Pliskova in finale a Roma, con il ritiro dopo aver tentato di giocare a dispetto di un problema alla coscia sinistra. Nell’incontro che apre il programma sullo Philippe-Chatrier, fatica (ma la coscia non c’entra) e supera in rimonta la qualificata egiziana Mayar Sherif che ha fatto suo il primo parziale dopo aver annullato otto set point. La risposta di Karolina soffre il kick esterno di Sherif che lo scaglia da posizione piuttosto decentrata. Mayar alza topponi, accelera, gioca drop shot e difende. Interessante (ma non da provare a casa) la sua impugnatura estrema di dritto, praticamente una continental colpendo però con la faccia opposta del piatto corde; la parte interessante è che non ha bisogno di cambiare presa per giocare le smorzate. In ogni caso, ceduto il primo set in cui ha anche rotto una racchetta e preso il relativo warning, Pliskova fa finalmente valere il divario tecnico per un comodo 6-2, ma fatica a trovare l’allungo nella partita finale. L’equilibrio si rompe sul 3 pari, quando Pliskova passa alla sesta palla break del game, dopo un’ottima risposta al solito servizio esterno. Ce la mette tutta per restare nel match, Sherif, comprese alcune corse disperate in uno scambio che stava diventando quasi comico per l’incapacità di Karo di chiudere una palla facile dopo l’altra, ma alla fine Pliskova prevale.
“TOUCH” VS “NOT UP” – Risalendo da 1-5 nel primo set, Laura Siegemund ha la meglio su Kristina Mladenovic in due set. La cronaca potrebbe iniziare con “Mladenovic vince il primo set 6-1, ma l’arbitro, Eva Asderaki, non se ne accorge e il parziale è appannaggio di Siegemund” e sarebbe un riassunto senz’altro veritiero. Su quello che sarà solo il primo set point, succede infatti che la smorzata francese rimbalzi due volte prima che Siegemund la rimandi con un notevole effetto all’indietro; Kiki si allunga, tocca la rete e l’altra, zitta zitta, si prende il punto. Appurato che è not up solo nel momento in cui l’arbitro lo chiama, non si può allora neanche omettere che Mladenovic, volata 5-1, si è procurata complessivamente sette set point, di cui cinque in risposta al nono gioco. In quello successivo, mentre serve una seconda volta per far suo il parziale, il rumore proveniente dal tetto può essere scambiato per quello della pioggia che ha fermato i match sugli altri campi, ma in realtà sono i fantasmi newyorchesi che bussano violentemente desiderosi di ricordarle la sua sconfitta con Gracheva.
Poi, si accorgono che la struttura lascia parecchio spazio per entrare e per Kiki si mette davvero male. La campionessa di doppio allo US Open, che in effetti era risultata assente all’appello iniziale, ha ormai iniziato a dispensare le sue giocate, altamente apprezzabili purché si abbia la pazienza di aspettare che rimetta in gioco la palla, sperando che entri la prima: un let sulla seconda darebbe tempo allo spettatore di andare in bagno senza perdersi un punto. In grado di esprimersi molto bene su terra indoor, Siegemund si prende la vittoria per 7-5 6-3 chiudendo con l’ennesimo dritto vincente. Al prossimo turno affronterà Julia Goerges, trascinata al terzo nonostante tre opportunità di chiudere in due set dalla tds n. 19 Alison Riske, certo meno temibile sulla terra rispetto alle superfici più veloci.
C’È DEL NUOVO IN DANIMARCA – Non si ferma la vincitrice dell’Australian Open junior Clara Tauson, che annulla due match point a Jennifer Brady e si prende il secondo turno alla sua prima apparizione Slam. La diciassettenne danese, che nelle qualificazioni aveva lasciato tre giochi alla nostra Elisabetta Cocciaretto, continua a tirare mazzate e vincere, arrivando virtualmente alle porte della top 150, con un po’ di collaborazione della sua la più quotata avversaria che pensava di aver ormai girato l’incontro dopo aver vinto il secondo set e andata avanti di un break risultato effimero nel terzo. Niente da fare neanche quando, servendo su 5-6, Clara si è ritrovata 15-40, perché una buona prima e uno scambio in cui lascia andare il braccio fino a far andare fuori giri Brady cancellano la doppia opportunità di chiudere per la statunitense, che accusa il colpo e cede la battuta. Riagguanta il pareggio annullando tre match point, ma, impantanata nel gioco successivo dopo uno smash sbagliato, Jennifer perde ancora il servizio. Tauson ha bisogno di altri due match point per chiudere, dopo aver soffocato l’ultima speranza di Brady sul 30-40 scaraventando dritti violentissimi da ogni piastrella.
NON CONVINCE MA – Sofia Kenin lascia un set alla coetanea Liudmila Samsonova, n. 125 WTA e certo meno avvezza a dare il meglio sui punti importanti a questi livelli, soprattutto al cospetto della numero 6 del mondo. Si può dire che, per il gioco complessivo espresso, avrebbe senza dubbio potuto battere un’avversaria non centrata come l’odierna Kenin se non avesse pensato di avere di fronte una campionessa Slam in carica. Guardando alle scorse settimane, le sconfitte all’esordio sia a “Cincinnati” sia a Roma (doppio bagel da Azarenka), separate dagli ottavi allo US Open, non promettevano bene per Kenin, che infatti non è né particolarmente precisa né continua nel muovere efficacemente la palla di fronte a una Samsonova che sa colpire forte quando è ben posizionata con gli appoggi.
Dopo il primo parziale vinto senza troppo convincere dalla statunitense per 6-4, Liudmila aumenta la pressione e pareggia il conto dei set, dopo un’arrabbiatura di Kenin per la sospensione quand’era sotto 3-5, visto che aveva infilato due giochi consecutivi che promettevano una rimonta, ma in alcuni punti il campo era un vero pantano e diventava pericoloso. Sulle ali dell’entusiasmo, Samsonova vola allora 2-0 nella partita decisiva, ma Sofia è pronta a rintuzzare l’assalto e passa a fare gara di testa. Allungo decisivo all’ottavo gioco grazie a un rovescio che continua a funzionare e Kenin chiude 6-3.
La fresca finalista del torneo di Strasburgo Elena Rybakina infligge un netto 6-0 6-3 a Sorana Cirstea; troverà Fiona Ferro, al rientro dopo la vittoria a Palermo (infortunio a una costola, secondo l’Équipe) e vincitrice di Heather Watson. Tre sono anche i giochi lasciati da Jelena Ostapenko a Madison Brengle, mentre Danielle Collins batte in rimonta la qualificata Monica Nicolescu.