Sei ragazzi più tre ragazze italiane al secondo turno al Roland Garros è un record. Mi direte: vabbè ma è un secondo turno, non esaltiamoci… E io non mi esalto, anche perché a Roma tutti avevamo esultato per i quattro azzurri negli ottavi di finale e poi abbiamo visto come è andata: Berrettini nei quarti (ma era un derby con Travaglia quindi un approdo ai quarti di un azzurro era scontato), gli altri due eliminati sebbene Sinner ci avesse illuso vincendo il primo set contro un Dimitrov non irresistibile, mentre Musetti accusò contro Koepfer la fatica di tanti tornei e tante partite di fila e l’essere andato a letto molto tardi la sera prima dopo aver battuto anche Nishikori dopo Wawrinka. Fra Wawrinka e Nishikori c’era stato un giorno di riposo, fra Nishikorio e Koepfer no.
Ciò ricordato e premesso, mentre molti colleghi stranieri, americani e inglesi, mi chiamano per chiedermi quali possano essere le spiegazioni di questa massiccia presenza italiana negli Slam e nei top-100 e rivolgono quel tipo di domande anche ai nostri giocatori – Matteo Berrettini ha dato diverse risposte assolutamente condivisibili a Simon Cambers, che è anche il presidente dell’Associazione Giornalisti, l’ITWA – ho la sensazione che quest’anno in questo Roland Garros così diverso dai precedenti per i noti motivi (clima, palle, campi) quattro se non cinque dei sei tennisti azzurri hanno reali possibilità di fare ancora strada. E non necessariamente poca.
Uno nei quarti, due in ottavi, altri due al terzo turno? Un sogno? Secondo me no, anche se mi rendo conto che sarebbe una grande affermazione di squadra… in uno sport individuale come il tennis, un magnifico spot per il tennis italiano. Quelli che sono usi scommettere chiamano martingala le scommesse collegate, cioè quelle che se le azzecchi tutte vinci una fortuna perché le singole quote si moltiplicano, ma se ne perdi anche una sola salta tutto. Allora ora provo a entrare nei dettagli.
Dei sei italiani al secondo turno l’unico che mi sembra davvero chiuso dal pronostico, e non perché abbia giocato 6 ore e 5 minuti contro Moutet che gli stava avanti 86 posti in classifica (70 vs 156) è Lorenzo Giustino. Deve affrontare uno degli uomini più in forma del momento, “El Peque” Schwartzman e onestamente non vedo come il simpatico ragazzo napoletano cui abbiamo dedicato un profilo e che non aveva mai vinto le qualificazioni in 17 tentativi di Slam né aveva mai vinto un match a livello di circuito maggiore possa vincerne un secondo in queste circostanze. Magari! Ma non credo che avverrà.
Riguardo agli altri cinque, Berrettini (Harris), Sinner (Bonzi), Cecchinato (Londero), Sonego (Bublik) e Travaglia (Nishikori), direi che i match più complicati da vincere sono quelli di Travaglia e Sonego, per quanto Cecchinato con Londero non possa aspettarsi una passeggiata. Se Sinner perdesse con Bonzi sarebbe una clamorosa sorpresa negativa – non succederà vedrete – e anche Berrettini con Harris lo vedo fortemente favorito anche se il sudafricano è un tipo che pare molto sicuro del fatto suo. Oggi, dopo che ha battuto Popyrin, Lloyd Harris mi ha spiegato perché in Sud Africa gli hanno dato il nickname King: “Perché avevo 17 anni quando sono arrivato nella squadra di Coppa Davis e battevo tutti i miei compagni… da noi usa dare un nickname a tutti, e a me dettero quello. Non conosco troppo bene Berrettini ma è un top-ten e ha un gioco simile al mio, gran servizio e gran dritto. Credo di poter far match pari…”.
Io credo invece che Berrettini lo batterà, magari con un set o anche due che potrebbero arrivare al tiebreak. Ma Matteo con queste palle che lo costringono a picchiare anche di rovescio a tutto braccio – me lo ha detto lui – si trova bene e anche il campo pesante alla fine non lo danneggia. Gli dà più tempo per le ampie aperture, gli offre il destro per giocare qualche smorzata vincente e, sempre per averlo detto lui, “se anche faccio meno punti direttamente con il servizio, però posso aprirmi il campo angolandolo bene e forzare poi con il dritto”. Insomma l’ho visto bene con un Pospisil molto presto rassegnato. D’altra parte come non esserlo dopo 17 sconfitte consecutive sulla terra battuta?! Gli ha lasciato appena sette game. Continuo a parlare di Matteo perché è lui che io credo possa, o addirittura debba, arrivare ai quarti di finale. Con tutta probabilità contro Djokovic… e lì si vedrà.
Infatti se batte Harris trova poi probabilmente Struff (più che Altmaier), che gioca come Harris e un po’ come lui, servizio e dritto, ma meno bene di lui. E poi in ottavi probabilmente uno spagnolo, Bautista Agut o Carreno Busta, altrimenti l’argentino Pella. In ogni caso vedrei Matteo favorito. Ecco perché lo vedo arrivare nei quarti. Lui tocchi pure ferro.
Chi sono i due allora che penso possano raggiungere gli ottavi? Sinner quasi certamente, perché credo che batterà non solo Bonzi ma anche il vincente di Paire-Coria. E Sonego se riesce a superare l’ostacolo Bublik. Il kazako è un personaggio assolutamente imprevedibile dentro e fuori dal campo. L’ho intervistato ieri con Tommaso Villa che ha fatto un ottimo lavoro nel riprodurre l’intervista integrandola. E abbiamo pubblicato anche il video di uno dei suoi ace fatti battendo dal basso, sempre da sinistra verso destra nei punti dispari, con un taglio pazzesco: richiede una gran mano. Monfils che risponde stando vicino alla rete di fondocampo come tanti giocatori, non ha nemmeno abbozzato lo scatto. Forse Berrettini potrebbe imparare anche questo colpo. Lui la mano ce l’ha. Contro un Thiem un giorno potrebbe essere utile.
Insomma, inciso e divagazione Bublik a parte, se Sonego superasse il kazako che si affida molto al servizio ma può incontrare anche giornate disastrose, troverebbe poi Fritz (o Albot) e insomma il miglior Sonego avrebbe mille possibilità di superare anche quel turno e approdare quindi agli ottavi contro Schwartzman.
Un Cecchinato in ritrovata fiducia può battere l’argentino Londero, che ha vinto 14-12 su Delbonis, il secondo match più lungo del torneo dopo quello di Giustino-Moutet, e approdare al terzo contro Zverev, dove naturalmente il compito sarebbe ben più difficile e dipenderebbe più dal tedesco che da lui.
Travaglia al terzo turno può arrivare se Nishikori fosse quello che abbiamo visto a Roma contro Musetti ma forse non quello che ha battuto Evans al quinto set. I campi pesanti non sembrano l’ideale per un giocatore leggero come il giapponese, che con il suo grande anticipo ama chiudere i punti nell’arco di pochi colpi, e per questo motivo secondo me Travaglia – che è molto cresciuto anche in autostima – ha ottime chance di conquistare il terzo turno. Lì, però, lo aspetterebbe un certo Nadal e allora… disco rosso!
Ma, ribadisco, Berrettini nei quarti contro Djokovic, Sinner e Sonego in ottavi contro rispettivamente Zverev e Schwartzman, Cecchinato al terzo turno con Zverev e Travaglia al terzo turno contro Nadal, secondo me… il Mago Ubaldo che ci azzecca quando può ma ci prova senza prendersi mai sul serio, sono traguardi possibilissimi. Spero proprio di non essere smentito dai fatti. E i fatti sarebbero ancora – riassumo per i disattenti – altre tre vittorie per Berrettini, due per Sinner e Sonego, una per Cecchinato e Travaglia. Totale altre nove vittorie, e soddisfazioni, azzurre. Io mi accontenterei, loro spero di no. Perché dovrebbero escluderne qualcuna di più? Condividete o no?
P.S. Purtroppo, invece, il Mago Ubaldo vede scuro nel futuro delle tre ragazze, in particolare per Trevisan-Gauff e Paolini-Kvitova. Per Errani-Bertens il solo spiraglio nel buio sono quelle quelle vittorie di Sara su Kiki. Vittorie superdatate e molte cose sono cambiate in cinque anni e più. In peggio per Sara e in meglio per Kiki. Però è vero che a volte nella testa dei tennisti restano tracce quasi indelebili delle sconfitte. E cinque sono tante.