Toni Nadal, zio ed ex coach di Rafa, ha raccontato a Eurosport France alcuni dietro le quinte dei momenti più significativi vissuti nell’angolo del nipote.
MONTECARLO 2006 – Primo flashback al 2006. Il maiorchino doveva ancora compiere 20 anni ma già l’anno prima aveva vinto il trofeo nel Principato battendo Coria. La sua seconda finale è però contro Roger Federer. “Prima di scendere in campo gli ho detto che sarebbe stata molto difficile“, racconta Toni che ricorda le parole rivolte al nipote. “‘Federer ha dritto e rovescio migliori di te, come anche il gioco di volo e il servizio’. Mi ha chiesto di fermarmi per non deprimerlo, ma gli ho risposto: ‘Se vuoi, potrei dirti anche una bugia, ma Federer in quell’ora e mezza non te la dirà. Adesso che sappiamo le condizioni di partenza, dobbiamo iniziare a pensare cosa fare e a rendere le cose più semplici’. Bene, ha giocato ogni punto come se fosse match point, come se si stesse giocando la vita“. Conquistando così il secondo degli undici successi al Country Club, su un totale di 12 finali disputate.
US OPEN 2013 – La macchina del tempo salta poi avanti di ben sette anni. Flushing Meadows, a 27 anni Rafa si porta a casa il secondo US Open della sua carriera. Contro Djokovic si va un set pari, poi il serbo strappa il servizio all’inizio del terzo. “Rafa si è girato verso il box e mi ha chiesto: ‘Cosa devo fare?’ Gli ho risposto: ‘Devi colpire tutte le palle forti e centrali, non muoverti troppo contro di lui perché altrimenti può cercare le linee’. Poi dissi a Carlos Costa, che era seduto vicino a me, che saremmo dovuti andare in chiesa a pregare“. Andò tutto per il verso giusto.
IL CONFRONTO – “Per me è sempre è stato sempre più difficile preparare le partite contro Djokovic rispetto a quelle con Federer. Perché contro Roger avevamo un piano, sapevamo che Rafa doveva spingere forte con il rovescio e con una traiettoria alta, così sarebbero aumentate le probabilità di vincere. Poi nel 2017 (quattro successi su quattro di Federer, ndr) è diventato tutto più complicato. Con Nole, in ogni caso, non sai mai cosa fare. Devi solo provare a giocare alla grande“.