Così come il quarto di finale tra Carreno Busta e Djokovic è un incontro andato in scena recentemente allo US Open, anche la sfida tra Andrey Rublev e Stefanos Tsitsipas è un re-match di fresca memoria. I due giovani tennisti infatti si sono affrontati due settimane fa nella finale di Amburgo vinta dal russo. “È stata una settimana dura per noi ad Amburgo” ha confermato Rublev in conferenza stampa. “Entrambi poi abbiamo iniziato male il Roland Garros andando sotto di due set nel primo turno, ma alla fine siamo risaliti”.
Per il russo si tratta di un altro quarto di finale Slam dopo quello di New York, e dopo il lungo periodo di lockdown giocare tante partite ravvicinate può aiutare a ritrovare la condizione. “Mi sento alla grande e sono molto contento di come sta andando la mia stagione. Non penso di aver fatto qualcosa di più rispetto agli altri giocatori per prepararmi. E non penso neanche di essere più stanco rispetto agli altri giocatori; in generale è una bella sensazione vincere così tanti incontri”.
RUBLEV JR – In passato aveva già ottenuto tante vittorie consecutive sui campi del Roland Garros, per la precisione sei anni fa al torneo juniores quando lasciò Parigi col trofeo del vincitore. “Quello non lo definirei neanche un giocatore di tennis” ha ammesso sorridendo Rublev. “Ero una persona completamente differente, ero un ragazzino, facevo cose stupide in campo e fuori. Ma amavo davvero il tennis.“. Questa è una caratteristica che, per sua fortuna, gli è rimasta. “Lavoravo molto duramente quando ero un ragazzino, ma in quel momento non capivo cosa fosse il tennis, non capivo cosa si dovesse fare fuori dal campo. Mi limitavo a colpire la pallina, ad allenarmi, perché amavo lo sport, ma senza nessuna concezione su cosa significasse davvero giocare a tennis. Come difendersi e tutti questi altri dettagli, non sapevo minimamente come funzionassero”.
QUESTIONE ZVEREV – Nel tempo dunque è avvenuta una vera e propria evoluzione, un processo di crescita che è passato anche attraverso svariati infortuni. “Se tu riesci a far tua una lezione nel modo giusto, riesci ad essere più forte mentalmente. Quindi nel mio caso [gli infortuni] mi hanno aiutato ma se qualcuno me lo chiede, preferisco non averli”. Un’altra cosa che Rublev (ancora, per sua fortuna) non ha avuto in questi giorni è la febbre, come invece capitato al suo collega Zverev. In queste ore sta crescendo sempre più la polemica – iniziata giorni fa da Shapovalov – nei confronti degli organizzatori a proposito dei protocolli sanitari del torneo. Rublev riporta la sua esperienza.
“Quando sono arrivato a Parigi mi hanno mandato subito a fare il test, poi ne ho fatto un’altro mercoledì e credo un altro qualche giorno fa. Più uno ieri. Insomma ne ho fatti tre o quattro”. Una delle policy più criticate è l’assenza dell’obbligo di misurazione della temperatura corporea: “Quando esco dall’hotel non me la controllano”. Altrettanto breve e schietto è stato Stefanos Tsitsipas sulla questione relativa a Zverev e la sua scelta di giocare ugualmente nonostante la febbre: “Se sia stato irresponsabile? Non lo so, mi spiace. Non credo sia di mia competenza, sono cose che riguardano lui”.
TSITSI SU RUBLEV – Stefanos, che di base è molto più ciarliero, ha avuto molto più da dire sul conto del suo prossimo avversario. “Siamo cresciuti giocando insieme e lui è migliorato molto” ha confermato il greco, che ha ancora fresca nella mente la sconfitta di Amburgo. “Sarà molto importante per me combattere ancora più duramente questa volta, e forse fare qualcosa di meglio. Lui ha un gioco molto solido in tutti gli aspetti ed è molto completo. Abbiamo uno stile simile, mi verrebbe da dire. Il mio forse è più propenso a guadagnare la rete e alla ricerca degli angoli. Sicuramente affrontarlo è una sfida che tira fuori il meglio di me”.
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