Reduce dalla prima sconfitta stagionale vera e propria nella finale del Roland Garros, Novak Djokovic ha deciso di aggiungere un torneo alla sua programmazione di fine anno, iscrivendosi all’Erste Bank Open di Vienna.
Nole aveva partecipato al torneo due volte, nel 2006 e nel 2007, quando la manifestazione faceva parte dell’ATP International Series Gold (gli odierni 500 per l’appunto), curiosamente chiudendo entrambe le volte contro un altrettanto imberbe Stan Wawrinka: la prima volta fu lo svizzero a prevalere agli ottavi, mentre l’anno successivo fu Djokovic a imporsi per 6-4 6-0 in finale, conquistando il suo primo torneo di categoria (non che lo bramasse particolarmente, visto che aveva già vinto due Masters Series e giocato una finale Slam un mese prima).
L’iscrizione potrebbe avere due motivi che potrebbero costituire una disgiunzione inclusiva non escludendosi a vicenda, uno tecnico (vuole giocare il più possibile dopo l’interruzione del tour) e uno strategico. Infatti, Djokovic è quasi sicuro di chiudere il 2020 in testa alle classifiche, visto che a Bercy i suoi 1000 punti dello scorso anno non verranno scalati a prescindere dal piazzamento che otterrà nell’edizione imminente.
Anche qualora Nadal dovesse vincere il torneo parigino per la prima volta, guadagnando 640 punti, escludendo Vienna il vantaggio del serbo in classifica sarebbe stato comunque di 1450 punti alla vigilia delle ATP Finals (l’unico torneo i cui punti verranno scalati, cosa che di fatto mette fuori gioco Thiem, campione uscente a Vienna e finalista in carica a Londra). Se però Nole dovesse raggiungere almeno i quarti in Austria, quel “quasi” di inizio paragrafo si trasformerebbe in certezza assoluta, visto che il punteggio massimo a Londra è di 1500, dandogli così il sesto titolo di N.1 ATP a fine anno che lo metterebbe sullo stesso livello di Sampras e lo manderebbe avanti di uno rispetto a Federer e Nadal.