3. Le prospettive future di Iga Swiatek
Partiamo da un dato di fatto: Swiatek ha vinto il Roland Garros senza ancora avere nel proprio palmarès un titolo del circuito maggiore WTA, Non è la prima volta che succede; per esempio è la stessa impresa compiuta da Jelena Ostapenko nel 2017. E, più lontano nel tempo, a livello maschile, era accaduto a Mats Wilander nel 1982 e a Guga Kuerten nel 1997.
Sul piano dei numeri e del curriculum, la vittoria di Swiatek è perfino più estrema di quella di Ostapenko. Al momento del suo trionfo Jelena era numero 47 del ranking, mentre Iga ha iniziato il torneo da numero 54. A livello WTA Ostapenko vantava già tre finali, di cui due importanti (Doha e Charleston) anche se tutte perse. Swiatek invece aveva raggiunto solo una finale, nell’International di Lugano 2019 (persa contro Polona Hercog). Per quanto riguarda l’età siamo molto vicini, visto che Jelena aveva compiuto 20 anni il giorno della semifinale.
Sfatiamo subito una leggenda metropolitana. Non è vero che Ostapenko abbia giocato bene solo in quelle due settimane parigine. Sedici mesi dopo, nell’agosto 2018, era ancora numero 10 del mondo: significa che anche senza i punti ormai scaduti di quel memorabile Roland Garros aveva raccolto risultati tali da permetterle di rimanere nell’elite del tennis femminile. Però sono vere altre due critiche che le sono state mosse: i picchi di quei quindici giorni parigini non li ha più raggiunti con la stessa frequenza e continuità. E dopo quel biennio di ottimi risultati (2017 e 2018) è andata incontro a un periodo difficile; oggi è numero 44 del ranking.
E Swiatek? Che futuro avrà? Diventerà plurivincitrice Slam e numero 1 del mondo, come Wilander e Kuerten, oppure le si prospetta una carriera meno gloriosa? Provo a identificare alcuni elementi positivi e altri negativi. Cominciamo da quelli negativi.
Il primo è che Iga ha mostrato di non possedere un fisico indistruttibile; ha avuto guai fisici di differente entità sin da ragazzina. Prima nell’ottobre 2015, poi ancora nel gennaio 2017 (polso), e soprattutto uno più serio alla caviglia destra nel giugno 2017 (a Varsavia, mentre giocava contro Martina Trevisan). In quella occasione è stata obbligata a operarsi tornando alle competizioni solo nel febbraio 2018. Infine ha avuto un infortunio al piede nel settembre dello scorso anno, che ha significato stagione 2019 conclusa con lo US Open.
Secondo possibile punto debole: è polacca. No, non ne faccio una questione culturale, ma di ruolo rispetto a un Paese che, dopo il ritiro di Radwanska, non ha altre tenniste (o tennisti) di pari livello. Per questo potrebbe correre il rischio di essere schiacciata dal peso delle attenzioni di una intera nazione concentrata su di lei. Ricordo che lo Slam vinto da Iga rappresenta il primo in singolare nella storia tennistica della Polonia: non è una cosa da poco.
Infine non si può escludere che la sostanziale mancanza di pubblico al Roland Garros (gli spettatori ammessi erano obiettivamente pochissimi) abbia prodotto condizioni ambientali particolarmente adatte al carattere di Iga. Magari con gli stadi pieni potrebbe avere più difficoltà ad esprimersi al meglio. Non abbiamo controprove.
Veniamo agli aspetti che fanno ben sperare per il futuro. Innanzitutto sottolineerei le qualità atletiche naturali. Swiatek stupisce per il controllo del corpo, per la capacità di coordinazione, la facilità e l’elasticità di movimento. (QUI per esempio, gioca con la sinistra). Doti innate, frutto di un DNA sportivo probabilmente ereditato dal padre, che ha gareggiato per la Polonia alle Olimpiadi di Seoul 1988 (canottaggio, quattro di coppia).
Aggiungiamo che fino a pochi mesi fa Iga ha continuato a frequentare le normali scuole superiori a Varsavia, con la necessità di conciliare le scadenze degli esami scolastici con gli impegni sportivi: nessuna scorciatoia, a cui spesso fanno ricorso parecchi giovani atleti attraverso le scuole per corrispondenza. Ha spiegato in una intervista del 2018: “Al liceo sto studiando matematica avanzata, fisica, inglese, spagnolo. È impegnativo. La mia sorella maggiore è iscritta all’università (medicina), e non ho intenzione di avere studi peggiori dei suoi. Per me l’istruzione è una priorità”. Quindi solo da poco è una sportiva professionista a tempo pieno, e questo lascia presumere che abbia ulteriori margini di miglioramento.
C’è infine la questione più strettamente tennistica, legata al suo modo di giocare. Ma per quest’ultimo aspetto credo occorra un capitolo specifico.
a pagina 4: L’evoluzione tennistica di Iga Swiatek